"Fa male maledizione!", urlò il genio, miliardario, playboy e in quel momento non molto filantropo. "Deve farle un po' male, vuol dire che si sta riprendendo", diceva il più gentilmente possibile l'infermiera che stava aiutando Stark con il recupero delle sue facoltà motorie. "Cazzate", concluse Tony.
Era passato quasi un mese da quando si erano salvati per il rotto della cuffia da un esplosione di dimensioni considerevoli.
Gli Avengers si erano presi tutti un momento di pausa. Erano organizzati in turni di controllo della sicurezza urbana: tutti erano ancora impegnati nel riparare quella città così travagliata.
Solo Tony e Steve erano esonerati. Il primo era ancora occupato con la riabilitazione, l'altro era acciaccato, ma sarebbe potuto tornare a casa se non avesse voluto assistere allo spettacolo di Iron Man che si riprendeva lamentosamente con la terapia.
"Attenta che morde", ridacchiò Steven Rogers appoggiandosi allo stipite della porta. Aveva il braccio sinistro ancora fasciato, la faccia aveva qualche segno, ma il peggio era passato. "Divertent-aaah", soffiò Anthony tra i denti guardando male l'infermiera che lo stava aiutando a muovere qualche passo: "Ho sempre ammirato il tuo stupido umorismo!", disse con tono acido. Steve si avvicinò piano e si sedette su una sedia accanto al letto vuoto di Tony. "Ti piace la vista?", provocò Stark guardando il capitano da sopra la spalla destra. "Ne ho viste di meglio", ridacchiò Steve sistemandosi sulla sedia. Stark ringhiò in risposta e gemette per il dolore alle gambe. Tossì debolmente e riprovò a camminare. Stava per concludere il primo passo ma le ginocchia cedettero e Steve e l'infermiera dovettero portarlo sul letto a riposare. "Ti odio", disse Tony ansimando per la fatica. "Lo so", rispose Capitan America sorridendogli.
Lo misero piano sul letto e Stark gemeva ancora un pochino per il dolore: "È brutto essere un uomo...", Poi guardò Steve alzando un sopracciglio: "...tu non puoi capire". Rogers rise di nuovo: "Lo so Tony, ma anche io sono un uomo alla fine" "Sai sempre tutto mh?! Lo so bene che sei un uomo- ouch", rispose l'altro mettendosi una mano sulla schiena. "Le fa male signore?", chiese l'infermiera un po' timidamente. "Non si preoccupi", rispose Tony subito cercando di sistemare il cuscino, senza riuscirci. "È troppo orgoglioso, lo scusi", si scusò Steve sorridendo alla ragazza.
Il capitano sistemò il cuscino a Tony gentilmente e si risedette al suo posto. "Prego...", sorrise Steve guardando l'altro, Stark sbuffò guardando da un'altra parte: "Grazie...".
Passò un attimo di silenzio, non era un silenzio davvero imbarazzato, ma entrambi gli uomini sentivano una strana tensione.
"Grazie davvero...", riprese Stark guardandosi le mani un po' timidamente. "È solo un cuscino, non mi sembra-", stava dicendo Steve, ma l'altro lo interruppe: "Non il cuscino capitano...", rispose Stark guardando il suo interlocutore negli occhi. Ma poi venne distratto: "Scusi signorina, può lasciarci soli?", chiese Ironman un po' rude all'infermiera. La ragazza uscì sussurrando: "Vogliono sempre stare soli..." E ridacchiò un pochino.
"Grazie per tutto Steven...", riprese Stark a voce bassa per non farsi sentire troppo. "È mio dovere prendermi cura di voi", rispose Capitan America. "Saresti potuto morire..", continuò Stark. I suoi occhi stavano iniziando a diventare lucidi: "Per colpa mia...", sussurrò. "Anche tu saresti potuto morire, Tony", Steve disse guardando l'uomo di fronte a sé. Era stanco, si vedeva bene, qualcosa lo stava consumando: "Tony...smettila di piangerti addosso. Siamo vivi, questo è l'importante" "Si, ma cosa abbiamo rischiato!? Sono stanco di mandare all'aria ogni piano e dover improvvisare ogni volta a rischio di tutti quanti!" Rispose Stark con le lacrime che iniziavano a rigargli il viso "Sono stanco Steve...stanco di dover stare qui a guardarti che mi salvi il culo rischiando la vita per tutti noi. Ho fatto tanto per la squadra, è vero, ma non sono mai riuscito a mettermi davvero in gioco, a fare-", Steve si era appoggiato al letto col braccio buono e si era messo a fissare Stark mentre parlava, "Cosa?" Lo guardò Stark infastidito. "Sei una vera testa di vitello sai?", Rispose il Capitano: "Hai fatto troppo per la squadra, hai dato tutto te stesso per la causa. Sei insoddisfatto?! Beh impara a renderti davvero conto di quello che fai, perché maledizione sei importante per noi Tony. Non parlare ora". Steve guardò Anthony con eloquenza: "So cosa vorresti dirmi e no, non c'è bisogno di ipotetici eroi qui. Noi siamo al servizio della giustizia e del Bene, quello vero. È stupido che tu stia qui a piangere perché pensi di essere in errore o di avermi fatto rischiare troppo. Io ho scelto di rischiare, non sarà mai colpa tua", concluse Steve prendendo la mano di Tony e premendola leggermente. Il milionario lo guardava come tutti erano soliti guardare Capitan America: Con reverenza e rispetto. Tony stava provando un profondo rispetto per Steve in quel momento: "Certo che gli sproloqui patriottici ti vengono bene..." Disse Stark sorridendo leggermente e annuendo piano.
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Ne è valsa la pena?
Fanfiction"Ti amo, Steven Grant Rogers" "Ti amo, Anthony Edward Stark".