7.La solennità del secondo nome

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"Heimdal! Apri il Bifrost!"

Disse ad alta voce il dio del tuono mentre si portava via il fratellastro. Incatenato per la seconda volta, colpevole per la seconda volta.

Coulson lo vide partire in fretta lasciando il grande simbolo del Bifrost sull'asfalto newyorkese.

"Vado da Stark" disse Coulson a Maria Hill che era accanto a lui. Annuì e il direttore partì sulla sua amata Lola.

Quando arrivò nel corridoio la luce del giorno illuminava la stanza. Erano passate tre ore da quando tutto era iniziato. Era mezzogiorno. Stark era seduto sul divano dell'ospedale a bere un caffè nero. Ne aveva bisogno. "Stark...come stai?" Cominciò Coulson sedendosi accanto a lui. Tony tenne la tazza tra le mani e guardò davanti a sé: "Come quando mi ero dovuto cambiare il reattore per la prima volta. Spero, mi manca l'aria, ma ci spero lo stesso" Coulson lo guardò un po' confuso. Tony era sconvolto. Non si era visto ancora così tanto sconvolto. Phil lo vedeva bene: "Perché non vai a casa a riposarti? Ci vorrà ancora molto..." "Io non lo lascio qui" rispose secco Tony prendendo un altro sorso di caffè.

Passarono due ore nel silenzio. Ancora niente dalla sala operatoria. "Maledizione..." Disse Anthony tirando su col naso. "Starà bene...vedrai" lo rassicurò Coulson, sebbene nemmeno lui fosse davvero sicuro. "Non voglio che se ne vada...prima di lui dovrò andarmene io" sentenziò il milionario pensieroso.

Un'altra ora passata nel silenzio. Anthony Stark si alzò spazientito e iniziò a camminare avanti e indietro nella stanza. Era stanco di aspettare. Cominciò a contare i passi del corridoio: in un certo qual modo lo rilassava...

"Venticinque, ventisei..." E si imbatté in un chirurgo proveniente dalla sala operatoria dove c'era Capitan America "Mi scusi!" Lo chiamò Iron Man mentre l'altro se ne andava a passo svelto "Scusi!" Ripeté. "Cosa?" Chiese spazientito il chirurgo "Come sta?" Chiese Tony piano, temendo la risposta.

"Abbiamo dovuto ricucire gran parte delle sue interiora, ma il siero del soldato funziona bene. Se la caverà con una lunga terapia e una bella cicatrice sulla pancia..." Rispose sorridendo il dottore e se ne andò.

Stark sorrise pieno di gioia, era andato tutto bene alla fine...

Entrò nella stanza silenziosamente. Steven era lì, tubi ovunque, flebo da ogni parte e una grande fasciatura sul suo addome. Era bello. Aveva il volto sereno sebbene fosse successo tutto quel casino. Aveva un leggero sorriso sulla faccia. "Cavolo..." Sussurrò Stark guardandolo "...è sempre bello" disse e fece scivolare la mano sulle lenzuola un po' troppo inamidate del letto. Si sedette accanto a lui e lo guardò a lungo in silenzio.

Arrivò la dottoressa Jemma Simmons, dello Shield, a visitare il paziente "Buon pomeriggio!" Disse sorpresa di vedere Stark lì. "ha bisogno di qualcosa signor Stark?" Chiese educatamente mentre controllava le flebo di Capitan America, che era ancora privo di sensi. "No...no..." Disse Anthony sorridendo alla ragazza e tornando a guardare Steve. La dottoressa iniziò a sbendare l'addome di Rogers per medicarlo "Mi scusi..." Fece spostare il milionario lontano per poter lavorare bene. Tony la guardava con attenzione, cercava di cogliere ogni minimo dettaglio delle sue medicazioni nel caso fosse servito che lui si prendesse cura di Steve.

Simmons finì di medicare il super eroe e si fermò a guardare Stark. "Tutto bene?" Chiese leggermente preoccupata per lui, ma forse era soprattutto curiosa. "Sì, sono molto felice che stia bene" disse l'uomo sorridendo sinceramente. "Beh, è un uomo forte..." Stava dicendo la dottoressa "Si, lo è" continuò il milionario con una punta d'orgoglio per il suo amato.

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