EREN

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È da tempo oserei dire immemore che mi hanno mandato qui. So per certo di avere almeno diciotto anni, l'ultima volta che ho chiesto la data alla guardia avevo quell'età. Poi ho perso le speranze, e ho smesso di chiedere e di cercare di leggerla dai giornali che mi passavano per produrre i miei amati origami. Non posso neanche calcolare il tempo che scorre dal rumore dei botti di Capodanno, questo posto oltre a essere un "ospizio psichiatrico" è pure un bunker insonorizzato.

Non so dove sia, mi ci hanno portato tramite un camioncino, braccia e gambe legate come se fossi stato rapito, questo è l'unico momento che ricordo perchè lo sogno ogni notte. Il retro del veicolo non aveva un finestrino, quindi non potevo vedere dove eravamo diretti e a ogni curva rotolavo da una parete all'altra, rischiando di rompermi l'osso del collo.

Mentre riviveva il momento del suo trasferimento al manicomio, Eren si sentì le palpebre diventare pesanti, fino a render difficile tenere gli occhi aperti per più di due secondi; si addormentò raggomitolato contro il muro.

Sangue.
Sentiva solo il bisogno di altro sangue.
Il bastardo che lo perseguitava da tempo a scuola ora giaceva a terra, tra le sue gambe divaricate a mo' di ponte, una smorfia sul viso.
Il coltello conficcato poco sotto il cuore.
Il castano si guardò le mani, imbrattate della sostanza cremisi che lo stava inebriando, per poi spostare lo sguardo sul cadavere del biondino.
Reiner se l'era cercata.
Reiner non doveva saltargli alle spalle.
Reiner non doveva conficcargli un coltello nel braccio destro.
Reiner non doveva. Punto.

Sono un mostro.
No, se lo meritava Eren.
E se arriva qualcuno? Ora cosa faccio? continuava a chiedersi, fissando il corpo esanime sotto di se, il battito tachicardico.
Ora che aveva ucciso, si sentiva leggero e non percepiva più la realtá attorno a se.
Bhe uccidi. È semplice...
Sorrise.
«Eren!»
Si voltò di scatto.
Una ragazza aveva la mano a coppa davanti la bocca, l'altra ancora a mezz'aria nel gesto di toccargli la spalla, lo sguardo terrorizzato.
«I tuoi o-occhi» continuò, con voce tremolante «s-sono gialli»
"No, ti prego, non... "
Prese il coltello dal petto del biondo
"...lei..."
Sangue...
Uccidila. Uccidila e sarai appagato..
"No... non lei"
«Via... vai via perfavore..

{\_/}
( • .•)


Eccoci qui! Questo è il primo capitolo di "Bloody Eren" (a inglese l'anno scorso mi è piaciuto parecchio l'argomento Bloody Mary) una nuova fanfiction firmata potter_snk_divergent e.. niente, spero vi piaccia e continuiate a seguire la storia. Aggiungetela in biblioteca per i nuovi capitoli e se volete seguitemi per sapere le novitá :D
Ciau!!

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