Capitolo 16.

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Capitolo 16

"Figlio mio, quanto ti tratterrai qui a Ftia stavolta? Immagino bene che numerose imprese ti attendano..."
"Ho deciso di restare stavolta, madre"
"Ci sono ancora tanti popoli che aspettano di vedere la grandezza di Achille" disse Teti a labbra strette.
"Non mi importa più della gloria, madre. Tutto ciò che voglio ora è esattamente qui, nella mia patria, con la donna che amo"
Bastarono quelle parole per scatenare l'ira della ninfa, alla quale importava solo della fama del figlio.
Quando era incinta di Achille le Moire le avevano predetto che suo figlio sarebbe stato il più forte guerriero della Grecia, forse anche più forte di Ercole, e da quel momento Teti era stata accecata dal desiderio di vedere il nome di Achille inciso nelle menti degli uomini nel corso dei secoli.
"Non ti rendi conto che quella ragazzina ti sta rendendo un debole? E' una discendente di Afrodite, chissà quali magici sotterfugi utilizza per tenerti legato a sé, l'ho sempre sospettato!"
"Non ti permetto di parlare di lei in questo modo, madre. Giada mi ha reso una persona migliore, mi ha fatto capire che non c'è onore nell'uccidere un uomo nonostante la fama che deriva dalla sua morte. Questa è la mia scelta e non voglio più tornare sull'argomento!"
Inutile dire che la decisione del biondo non piacque affatto alla madre.
Passarono dei giorni tranquilli lì a Ftia, Giada ed Achille vivevano nella reggia di Peleo insieme ad Elena mentre Teti restava nella sua grotta in riva al mare.
Bene – pensò la ninfa – se non posso convincere mio figlio a lasciar perdere quella principessa allora costringerò lei a lasciarlo.
Teti sorrise soddisfatta, il suo piano stava per avere inizio.

***

Giada stava passeggiando per la spiaggia quella mattina, con il sole ad inondarle il viso, mentre Achille era impegnato ad allenare Patroclo in collina.
La ragazza si era già innamorata di quell'isola così ospitale ed immersa nella natura e voleva scoprirne tutti i luoghi e i segreti.
Era china a raccogliere conchiglie quando la ninfa del mare le comparve davanti all'improvviso, facendola sobbalzare.
"Divina Teti!"
"Oh tesoro scusa, non volevo spaventarti"
Bastò quella frase per sorprendere Giada.
Perché Teti era così gentile con lei? Da quando erano lì l'aveva sempre ignorata bellamente.
Giada aveva capito perfettamente di non andarle a genio.
"Non si preoccupi... Vuole dirmi qualcosa?"
Il sorrisetto che increspò le labbra della ninfa non entusiasmò più di tanto la principessa spartana.
D'un tratto Teti cominciò a fare dei strani movimenti con le mani e Giada sentì la testa diventarle sempre più leggera, come se si stesse allontanando dalla realtà.
Sbadigliò, improvvisamente stanca, e lasciò che le palpebre le si chiudessero.
Quando le riaprì le sembravano passate ore, anche se si era trattato di pochi istanti.
Si guardò intorno.
La spiaggia, che non era più quella di Ftia, era piena di tende e di soldati che andavano su e giù.
Voltandosi poté individuare una città protetta dalle mura più alte che avesse mai visto.
Avvertì nuovamente la presenza di Teti accanto a sé.
"Dove siamo? Perché mi hai portato qui?" chiese preoccupata rivolta alla ninfa del mare, che le regalò un sorriso furbo.
"Abbiamo viaggiato nel tempo, nello spazio e nei ricordi, principessa. Sei a Troia, durante la guerra"
Bastarono quelle singole parole per meravigliare ancora di più la ragazza.
Poteva vedere suo padre, sua madre...!
Stava per chiederlo a Teti quando lo scenario cambiò ancora una volta.
Si trovava in una tenda, rannicchiata in un angolo c'era una ragazza.
Achille provava a medicarle una ferita ma lei gli lanciò lo straccio umido praticamente in faccia.
"Cara Giada, ti presento Briseide, il primo grande amore di mio figlio. Dubito che lui te ne abbia mai parlato... Beh, poco importa, tra poco conoscerai tutta la storia"
E la ninfa, effettivamente, le mostrò tutto: ogni gesto, ogni singolo momento tra Achille e quella sacerdotessa di Apollo.
Tutti i loro baci, tutti i loro discorsi.
Giada rimase disgustata quando sentì che le stesse identiche promesse che Achille le aveva fatto quando era a Sparta le aveva fatte anche a Briseide anni prima, senza riuscire a mantenerle.
Dopo un tempo che le parve infinito, Teti la trasportò nuovamente sulla spiaggia di Ftia.
Quando vide la ragazza attanagliata da un orribile senso di smarrimento sorrise soddisfatta.
"Tesoro caro, ti vedo così scossa... Non avrai pensato di certo di essere stata la prima ed unica donna di mio figlio? Ora ti lascio, le acque mi reclamano. A presto principessa..."
Com'era ormai tipico, Teti scomparve, lasciando Giada nei suoi mille dubbi.
Per tutto il giorno Achille non si fece vedere, impegnato com'era a dare lezioni di spada a Patroclo, che a suo dire aveva ancora tanto da imparare nonostante avesse già combattuto molte battaglie.
Quando quella sera il Pelide la raggiunse in camera si stupì immediatamente della freddezza che Giada aveva assunto nei suoi confronti.
"Giada, va tutto bene?" le chiese, osservandola mentre era intenta a spazzolarsi i capelli con lentezza disarmante.
"Certo, perché non dovrebbe?" rispose, ma il suo tono era vuoto, distante.
Achille sapeva che in realtà c'era qualcosa che la turbava, glielo leggeva negli occhi, ormai non poteva nascondergli nulla.
"Avanti Giada, vuota il sacco"
"Perché non mi hai mai parlato di Briseide?"
La domanda della ragazza arrivò così, all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno.
Lo sguardo spiazzato di Achille e il suo silenzio la ferirono ancora di più e lui se ne accorse.
"Non pensavo che fosse rilevante, è acqua passata"
"Tu le hai detto le stesse identiche parole che hai detto a me! Le hai fatto le stesse promesse! E pensavi che non fosse rilevante?!" sbottò Giada, alzandosi in piedi e fronteggiandolo.
La voce le uscì più acuta di quanto volesse.
"Giada questo non è affatto vero!"
"Ah no?! Strano, perché tua madre mi ha mostrato tutto. Ho visto e sentito ogni cosa, smettila di mentirmi!"
Achille alzò gli occhi al cielo, doveva immaginare che sua madre dopo quella discussione avrebbe fatto qualcosa per separarli.
Tutti sapevano che Teti era particolarmente vendicativa.
"Non ti ho mai mentito" rispose , con calma.
"Hai solo omesso la verità" ribatté  Giada, con cupa ironia, tornando a sedersi con poca grazia.
Il biondo fece per fare un passo verso di lei ma la spartana gli lanciò uno sguardo raggelante, che urlava di starle lontano.
Achille attese in silenzio per parecchi minuti che abbassasse la guardia, che gli concedesse un contatto, ma questo non successe.
Sospirò.
"Va bene, fa come vuoi. Quando avrai voglia di ascoltare ciò che ho da dire sai dove trovarmi. Buonanotte Giada"
Detto ciò si chiuse la tenda alle spalle mentre lei abbandonava il viso tra le mani.
Alcune lacrime di frustrazione le scivolarono lungo le guance.
Mai una volta che fosse tutto semplice.

La principessa di Sparta [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora