Capitolo 17
"...e non ha pensato minimamente di accennarmelo! E' mai possibile?!"
Elena sorrise nel vedere con quanto ardore sua figlia pronunciava quelle parole.
La primavera pervadeva ogni spazio dell'isola di Ftia, la flora era rigogliosa e gli animali si svegliavano dal loro letargo.
Giada stava spiegando a sua madre ciò che era successo il giorno prima con Achille per via della visione di Teti e lei la stava lasciando sfogare, entrambe sedute nella serra del palazzo.
L'ex regina di Sparta vedeva la luce illuminare gli occhi giovani e vivi di sua figlia, che le ricordò tanto lei alla sua età.
Ah quanti errori che aveva commesso a quei tempi...!
"Mamma, mi ascolti?"
Elena si ridestò.
"Si, certo..."
"Allora cosa dovrei fare? Mi sono sentita una perfetta illusa!"
Sbuffò la principessa, alzando gli occhi al cielo per la frustrazione.
Sua madre le accarezzò la guancia chiara con premura, per i giovani certi problemi sembravano irrimediabili.
"Oh tesoro, non ne hai motivo. E' vero, avrebbe dovuto parlartene, ma ciò non cambia i sentimenti che lui prova per te. Pensa come dovevo sentirmi io quando vedevo altre donne entrare nella camera da letto di tuo padre!"
Esclamò la donna, alleggerendo la frase appena pronunciata con una risatina.
Giada fece un mezzo sorriso, ma ne venne fuori una smorfia.
"Lo so però..."
"Dagli modo di spiegare, ascolta ciò che ha da dirti. Due persone innamorate hanno bisogno di parlarsi. Non sempre con le parole, ma comunque hanno bisogno di comunicare"
Giada fissò sua madre sbattendo i grandi occhi chiari, possibile che una persona per saperne così tanto sull'amore aveva dovuto affrontare tutte quelle peripezie?
Si sentì un po' in colpa, e lei che si lamentava di un problema in confronto così futile...!
Restarono per alcuni istante in silenzio, che venne riempito soltanto dal melodioso cinguettio degli uccelli che popolavano l'isola.
Nella serra c'era un forte odore di fiori freschi che a Giada ricordarono gli incontri con Afrodite; era da quando era giunta a Ftia che non la vedeva più ma aveva la sensazione che la Dea avesse un occhio di riguardo nei suoi confronti dall'alto dell'Olimpo.
Lei e sua madre avevano discusso spesso del loro grado di parentela con la dea dell'amore e della bellezza.
"Non mi hai mai parlato di Paride... Che tipo era?"
Chiese ad un certo punto la ragazza.
Oltre alle parole di disprezzo riservate da suo zio e dagli altri greci nei confronti del principe troiano, non aveva mai sentito altro sul suo conto.
Il sorriso di Elena si accentuò ulteriormente.
"Paride era un fiore... pieno di vita. Ricordo di averlo visto sorridere anche nei momenti peggiori della guerra. Non mi ha mai lasciato, anche quando tutti gli dicevano di restituirmi alle braccia di Menelao"
Giada ascoltava in silenzio, incantata dal tono di voce di sua madre mentre descriveva l'uomo che amerà sempre.
"E non ha mai rinnegato la sua famiglia, ha difeso sia me che Troia, benché molti lo accusassero di vigliaccheria. Ho sempre saputo che avrebbe voluto fare di più per suo fratello Ettore e per tutto il resto dell'esercito, ma lui non era quello portato per la guerra nonostante ci provasse. Gli ho curato così tante ferite in dieci anni. Ogni cicatrice era un segno procuratosi per salvarmi"
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La principessa di Sparta [IN REVISIONE]
Ficción históricaSiamo a Sparta, cinque anni dopo la guerra di Troia. Agamennone non è morto e continua ad essere lo scorbutico sovrano della Grecia, prendendo il posto del fratello deceduto a Sparta, occupandosi anche di sua nipote, la splendida Giada, figlia propr...