5.Vanessa

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-Vanessa's POV-

Chiudo la porta del bar a chiave, mentre Trevor continua a ripetere la divertentissima scena solo per il gusto di vedermi ridere.

«Hannah stava andando al bar, quando ha scorto due ragazzi simili a noi. Continuava a chiamarli con i nostri nomi, ma loro non si giravano, così si è avvicinata ed è quasi saltata addosso al ragazzo biondo» replica, ed io continuo a ridacchiare, ferma davanti l'ingresso del Jolly bar.

«Quando si è voltato verso di lei» continua a dire «l'ha guardata in modo orribile» mi asciugo le lacrime che ho agli occhi per aver riso troppo e Trevor continua a fissarmi.

«Che c'è?» chiedo guardandomi intorno.
Il cielo è grigio, segno che tra un po' verrà a piovere; le macchine sono quasi ferme a causa del traffico e la gente continua a camminare lungo i marciapiedi, illuminati dai lampioni.

Trevor abbassa lo sguardo mettendosi le mani in tasca «Vuoi un passaggio?» chiede gentilmente.
«No, grazie, preferisco andarmene a piedi. Guarda quanto traffico!» gli faccio notare, indicando la fila di macchine bloccata.

Il ragazzo al mio fianco dai capelli color pece continua a dondolare sui talloni.
Mi saluta con un'alzata di mano e resta a guardarmi mentre si allontana verso la sua Range Rover nera.

Gli sorrido un'ultima volta, prima di voltarmi per tornare a casa.
Giocherello con le chiavi del bar fin quando, lanciando uno sguardo sul marciapiede opposto, vedo una bambina seduta sola, su una panchina.

Sgrano gli occhi e decido di attraversare la strada.
Cerco di mettere a fuoco l'immagine, avendo la vista ostacolata dalla leggera nebbia che, in verità, è solo una nube di smog.

Appena metto un piede sul marciapiede, posso vedere meglio la bambina e mi accorgo che sta piangendo.
Non c'è nessuno con lei? Perché è qui tutta sola?

Mi avvicino, guardandomi intorno, per poi sedermi sulla panchina accanto a lei.
Dalla sua corporatura fragile sembra avere sette anni; un mucchio di capelli color cenere lunghi e lisci le incorniciano il viso, nascosto tra le braccia.
Ha le gambe al petto e continua a singhiozzare.

Mi guardo intorno ancora una volta, per assicurarmi che non ci sia davvero nessuno con lei.
Ma come fa una bambina così piccola a uscire da sola in una città così grande?

Senza richiamare la sua attenzione, mi chino un attimo per raccogliere un libricino a terra, che penso sia della bambina.

Sul mio viso spunta un sorriso appena leggo il titolo: "Cenerentola".

Mi volto verso la bambina e la chiamo con un sussurro.
«Ehi...» esito per un attimo.

All'improvviso la sento tirarsi su il naso e, una volta accortasi della mia presenza, si volta verso di me.
«È tuo?» chiedo ancora, mettendole il libro tra le mani.

La bambina socchiude gli occhi squadrandomi, per poi asciugarsi le guance rigate dalle lacrime con la manica del suo cappottino.
«Grazie» mormora, cercando di trattenere un sorriso.

Mi sorprende come questa bambina abbia cambiato umore nell'arco di pochi secondi.
Ricambio il sorriso, per poi distogliere lo sguardo da lei per non metterla a disagio.

La sento sfogliare le pagine del suo libro ma, allo stesso tempo, ho la sensazione che mi stia fissando.

«Che ci fai in giro a quest'ora?» chiedo curiosa.
La piccola marmocchietta mi guarda con i suoi occhioni, che scopro essere celesti.
«Visito Seattle» mormora, alzando il viso al cielo.

Annuisco, aggiustandomi la sciarpa intorno al collo.
«Sei tutta sola?» chiedo ancora, mentre lei si sistema sulla panchina.
«Più o meno» risponde con la sua voce dolce.

Just married 2 ||Harry Styles||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora