13.Vanessa

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-Vanessa's POV-

L'orologio sulla parete batte le sei e Candace inizia a strepitare.
«È qui, è qui!» annuncia, facendosi spazio tra i tavolini colorati.

Io e Hannah tiriamo al contempo un sospiro di sollievo, per poi tornare a perlustrare i più remoti angoli del locale alla ricerca del più piccolo granello di polvere.
Non possiamo permetterci distrazioni:è un lavoretto che richiede molta attenzione per essere ben svolto.

La campanellina all'entrata tintinna, segno che l'idraulico ha appena superato la soglia della porta.
Candace deve coglierlo alla sprovvista, perché lo sento sussultare.

«Senta, non c'è tempo, è già in ritardo di dieci minuti! Tra due giorni abbiamo un ospite importante e tutto deve funzionare alla perfezione!»

L'uomo fa per replicare, sfilando il portafogli dalla tasca del suo larghissimo pantalone di tuta, ma Candace lo interrompe, facendogli segno di rimetterlo via.

«Lo so, lo so, ne abbiamo già discusso abbastanza in chiamata.» sospira, sbracandosi sul divanetto in pelle. «Verrá pagato profumatamente».

L'idraulico rimane per un attimo intirizzito e, nonostante il suo viso sia nascosto da uno strano paio di occhiali Rayban dalla montatura a goccia apparentemente costoso e da una visiera con il logo NY, il suo atteggiamento lascia trasparire la sua confusione.

«Su, cosa aspetta? Perché è lì fermo a guardarsi intorno? Si sbrighi, si sbrighi!».

Dopo aver tirato verso il basso la cerniera della sua felpa extra large, l'uomo volge lo sguardo verso me ed Hannah.

«Questa è l'accoglienza che offrite ad ogni cliente o sono un'eccezione?» ci chiede, con una risata che alle mie orecchie suona particolarmente familiare.

Prima che possa rispondergli, Hannah l'ha giá trascinato dietro il bancone.

«Mi sembra un tipo interessante» gli sorride, attorcigliandosi una ciocca di capelli intorno alle dita. Essere single a quarant' anni, eppure ancora alla ricerca del proprio principe azzurro, dev'essere un gran fardello.
«Le prometto che, se riesce ad aggiustarmelo, le offro un buon caffè!».

Detto ciò, ritorna al mio fianco e io le lancio un occhiolino.
«Mi hanno sempre intrigato gli uomini misteriosi!» mi informa, mordendosi le labbra.

Dopo alcuni minuti di silenzio, mentre provo a grattare via una brutta macchia dal ripiano su cui posa la cassa, mi vedo spuntare davanti l'idraulico.

«Cosa volete che aggiusti? E, soprattutto, come volete che lo faccia?» mi domanda, scuotendo le mani in aria.

Lo squadro con attenzione.
«Dove sono i suoi attrezzi?» gli chiedo a mia volta, portandomi una mano sulla fronte.«Ha mai visto un violinista frequentare il corso musicale senza violino?»

«Lei, invece, ha mai visto un pianista portare con sé il pianoforte?» controbatte, posando gli avambracci sul piano per il servizio con uno strano ghigno.

Hannah, dall'altra parte della sala, si lascia sfuggire un grugnito simile a una risata.

Cerco, dietro le lenti scure, i suoi occhi, che, invece, riescono a scrutarmi perfettamente.
Prima che riesca a distinguerli dal forte riflesso luminoso negli occhiali, scompare nuovamente dietro il bancone.

«Sarebbe troppo chiederle il suo prezioso paio di guanti in silicone?» lo sento dire, mentre con un cucchiaino inizia a percuotere le tubature.

Just married 2 ||Harry Styles||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora