3. Harry

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-Harry's POV-

«Dobbiamo andare» informo Lux, che non sembra voler staccarsi da mia madre.

«Chiamateci quando arrivate!» sorride Karen, baciandole una guancia, mentre mio padre scende dalle scale stringendo in una mano il manico della valigia di Lux.

Annuisco, prima di avvicinarmi a lui e sottrargli la piccola valigetta.

Ancora non capisco perché i miei genitori mi abbiano lasciato andare così facilmente.

Non veniva loro la nausea all'idea che me ne andassi via con Lizzie?

Continuano a fissarmi con un'espressione da coglioni stampata sul viso.

Sono felici che me ne vada? Ottimo, anch'io sono più che felice.

«Papà!» mi chiama Lux, risvegliandomi dai miei pensieri.
«Un attimo, piccina, torno subito» le dico, arruffandole i capelli, e lei mette il broncio.

Faccio un cenno a mia madre, che mi segue in cucina.
«Dite la verità, siete felici che ce ne andiamo da questa cazzo di metropoli?» ringhio, cercando di non urlare a pieni polmoni per non farmi sentire da Lux.

Mia madre continua a guardarmi con lo stesso sorriso da spastica di venti minuti fa.
«Non odiavi Lizzie?!» replico, ma lei rimane in silenzio.

Sbatto una mano sul tavolo, e inizio a guardarmi intorno.
«Papà, dobbiamo andare!» sento la vocina di Lux dal salotto.

Sospiro e faccio per uscire dalla cucina, ma mia madre mi ferma.
«Seattle sarà la risposta a tutte le tue domande» dice tranquilla, prima di riaccompagnarmi in salotto.

Memorizzo le parole per rianalizzarle in seguito: non ci ho capito un cazzo.
Stringo la mano di mio padre e saluto Steph, la cameriera.

Non voglio esagerare con le smancerie: ci rivedremo tra un po'.

«Prendi un'uniforme un po' più larga» le sussurro in un orecchio mentre ci scambiamo un bacio sulla guancia.

Si acciglia e mi guarda storto.
Un giorno mi ringrazierà.

«Ricordatevi di...» inizia a dire mia madre, ma io la interrompo.
«Chiamarti quando arriviamo, abbiamo capito» sorrido, e finalmente esco fuori di casa.

Mi assicuro che il cappottino di Lux sia chiuso per bene e che il cappello le copra fronte e orecchie.

Non riesce a darmi la mano perché ha entrambe le mani occupate: in una stringe il libro che ha iniziato a leggere qualche giorno fa, mentre nell'altra ha il suo peluche preferito,che credo abbia chiamato Tob... abbastanza inquietante.

Appena si dimenticherà di quel coso, lasciandolo da qualche parte, non esiterò a lanciarglielo dalla finestra, o magari gli darò fuoco.

«Quando torneremo qui?» chiede Lux, in tono triste.
«Be', non siamo nemmeno partiti!» ridacchio.

L'aria gelida newyorkese non mi mancherà poi così tanto.
Una folata di vento mi spettina tutti i capelli, facendo ridere Lux a crepapelle.

Joseph apre lo sportello per lasciarla entrare: sarà lui ad accompagnarci all'aeroporto.

Non porterò la mia vecchia Lamborghini fin lì; ne approfitterò per comprare una nuova auto.

Salgo nella macchina, dopo aver messo le valigie nel portabagagli, e mi siedo sul sedile posteriore, vicino Lux.

«Sai cosa c'è a Seattle, vero?» chiede seria la ragazzina dai capelli biondo cenere al mio fianco.
Joseph aggiusta lo specchietto retrovisore per riuscire a vederci; io guardo Lux in attesa che sia lei stessa a rispondere.

Just married 2 ||Harry Styles||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora