11.Vanessa

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«Tesoro, è successo qualcosa?» chiede Hannah, mentre osserva attentamente il nuovo menù plastificato.
«No, nulla, ma grazie per avermelo chiesto» le sorrido, con le mani ancora bagnate per aver lavato i piatti.

«Ti vedo un po' distratta» continua Candace, quando per poco non le pianto lo spigolo dell'anta del pensile sulla fronte.
«N-no» balbetto «sarà un'impressione».

Trevor mi viene incontro di soppiatto e, prima che possa rendermene conto, sono sospesa tra le sue braccia, con il viso a pochi centimetri da terra.

«È bagnato lì, te l'ho detto poco fa».

Mi scuso e, dopo essermi liberata gentilmente dalla sua presa, strofino le mani umide sul grembiule.

«Iniziate da ora a mettere da parte almeno per quarantott'ore tutti i vostri problemi. Dopomani è il grande giorno!» esulta Hannah, riponendo il menù dietro il bancone e incoraggiandomi con una leggera pacca sulla spalla.« Il locale è a posto. Pulito, tutto funzionante. Il servizio è infallibile e i nostri prodotti eccellenti. Ricordate: è tutta una questione di organizzazione: Trevor, io e te ci occuperemo della sua ordinazione, Candace gli mostrerá il bar e tu, Vanessa...»

«io gli servirò» le sorrido, per poi avvicinarmi a una cliente seduta ad un tavolino poco lontano.

«Qualcosa mi dice che l'ospite tanto atteso non sono io».
«No, mamma, purtroppo non sei tu» ridacchio «ma sono felice di vederti da queste parti. È successo qualcosa?»

Mia madre si guarda per un attimo intorno, poi mi fa cenno di accompagnarla fuori dal locale.

Il caos generato dal rombo dei motori delle macchine che sfrecciano lungo la strada non riesce a distogliere la mia attenzione dalla sua espressione: sembra felice e al contempo rammaricata.

Per un attimo vengo assalita dalla preoccupazione, nonostante non sappia esattamente cosa aspettarmi, poi sfila il telefono dalla tasca e, prima che mi mostri il registro delle chiamate, capisco che si tratta di Karen.

Mia madre inizia a balbettare alla ricerca delle parole più adeguate; le più adatte per dirmi che mi si sta presentando la possibilitá di recuperare tutto ciò che, pochi anni fa, mi sono vista strappare via dal cuore, per affermare che tutte le cose che perdi, prima o poi, ritroveranno la strada per tornare da te.

La precedo, risparmiandole lo sforzo.
«Lo so, è qui».
Ma non per me.

La donna che ho di fronte, come se improvvisamente riuscisse a sentire lo stesso dolore che mi pervade,  come se rivedesse in me quella bambina che, nelle notti di pioggia, aveva paura dei tuoni, porta una mano sulla mia guancia e inizia ad accarezzarmi. «Qualunque cosa tu decida di fare, so che sarà quella giusta».

La abbraccio, e quel profumo tanto familiare si mischia alle mie lacrime e ai miei ricordi.

Sto per chiederle cosa le abbia riferito Karen, ma sento un urlo provenire dall'interno del bar.
«Perdio!»

Mi precipito velocemente dentro sotto gli occhi curiosi dei clienti.
«Perdio, Candace, che diavolo hai combinato?!»

Hannah, paonazza, per poco non esplode dalla rabbia.

«Stavo lucidando le tazze e il rubinetto è venuto via. Non è colpa mia, lo giuro! Forse non è tutto così perfetto come sembra.» si autogiustifica la ragazza, cercando di riprendere fiato.

Travis accorre per tranquillizzare Hannah, ma i suoi tentativi sono vani.
«Che vuoi che sia! Basta chiamare un idraulico e il gioco è fatto.»

«Due giorni, due giorni!»

«Penso sia arrivato il momento di salutarti» si congeda mia madre.
La saluto imbarazzata con un'alzata di mano.

«Oh, Vanessa, che il Signore ce la mandi buona! Chiama un buon idraulico!» insiste Hannah, facendo segno ai clienti di lasciare la sala.

«Ho bisogno di un contatto!» rispondo impanicata, mentre Travis inizia a sfogliare una piccola rubrica.

«Siamo spacciati, siamo spacciati!».

«Mi scusi, per il conto?» chiede un signore sulla mezza età un po' spaesato.
«Oggi offre la casa! Cosa vuole che me ne faccia di un paio di spiccioli? Tra un po' non avrò più nemmeno un lavoro!» sbotta Hannah, portandosi le mani sulla testa «E lei? Cosa guarda signorina? Se la svigni, prima che cambi idea e le faccia pagare in una sola volta i cinquecento dollari che ha sul conto!»

«Una cosa è certa» mi dice sottovoce Trevor, componendo un numero sul cellulare «Se non avremo perso il bar, avremo perso i clienti».
Scoppio a ridere.

Just married 2 ||Harry Styles||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora