"Combatti per ciò che sei"

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Una volta scesa, Camilla mi rivolse un sorriso di ringraziamento, per poi girarsi a guardare Chiara.
Così io me ne andai, con le lacrime agli occhi, come sempre.
Non venni mai a conoscenza di cosa si dissero quella sera, ricordo solo la faccia di Camilla, la cena che rifiutò e una settimana di silenzi, finché non venne quel venerdì, quel maledetto venerdì, di un gelido gennaio.
Quella sera saremmo dovute andare ad un incontro in parrocchia insieme; mi disse di presentarmi sotto casa sua per le 8, era sempre abbastanza puntuale, ma quella sera aveva litigato con i suoi, così le 8 diventarono le 8.15, poi le 8.30.
Non ricordo qual era il motivo del litigio, tuttavia ricordo le mie parole:"Non mi importa cosa sei, ma se sei davvero lesbica combatti per questo".
Quella sera non scese.
Le ritirarono il telefono e per una settimana non ebbi sue notizie, mi erano rimasti solo l'anello e la lettera, finché il venerdì dopo non decisi di andarla a prendere a scuola.
Non la trovai subito, solo davanti a quella dannata motonave.
Non mi salutò nemmeno, fece una faccia disgustata.
Le chiesi di parlare, anche se ormai il mio entusiasmo si era spento, e una volta scese, iniziammo a parlare, anche se i miei ricordi sono molto confusi.

☆Holaa☆

Salve a tutti!
Mi dispiace per le mie assenze, ma sono molto impegnata con la scuola, e non è facile scrivere soprattutto questi capitoli, che sono i più brutti che ricordo.
Spero vi piaccia
Un bacio

Ps:il prossimo capitolo è già su carta, spero di riuscire presto a trascriverlo qui

-Rebs

La farfalla che voleva arrivare al cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora