Capitolo 4

260 25 2
                                    

- Kris. -
E con quel nome, capisce.


Fra tutte le persone che sarebbero potute essere la sua anima gemella, la persona a lui destinata era particolare in un senso negativo.
Chiunque abiti nei quartieri poveri di Tientsin sa chi è Kris e lui non è l'eccezione; è a conoscenza della reputazione che aleggia intorno a quello che, crede, essere uno pseudonimo. Kris è il Capo di una grande banda affiliata alla Triade, una delle più pericolose organizazzioni criminali del mondo, non solo della Cina. Esercita il suo potere sui numerosi seguaci e insieme a loro gestisce un raffinato traffico... di tutto.
Ha una grande fama nel mondo dell'illegalità, così estesa che chiunque ne ha sentito parlare, anche chi sfiora solamente quel velo invisibile che separa una vita normale da una vissuta nella violenza. Una delle cose per cui è famoso, è che non ha paura a presentarsi di persona nei luoghi dei suoi affari, sia per quelli che riguardano la sua banda, sia quelli che riguardano un altro tipo di affari. La sua visibilità si ferma solo a quello, però; nessuno è mai riuscito a incastrarlo durante un incontro, nessuno ha mai avuto tracce del compimento delle sue azioni o di quali, in effetti, siano state esse.
Rabbrividisce e, mentre pensa alle probabili azioni riprovevoli di Kris, sente nascere dentro di sé una forte sensazione di disagio e paura.
Quando incontra gli occhi scuri di Kris, non vede nulla se non due specchie calmi, senza alcun calore e accesi solo da una leggera punta di scherno che, se in quel momento parlasse, ne è sicuro, sentirebbe anche nel suo tono di voce.
Deglutisce e abbassa lo sguardo, non è sicuro di come continuare il discorso, specialmente ora che nella sua mente si è acceso per l'ennesima volta un campanello di allarme. Voglio andarmene. Sono ancora in tempo per fuggire, no?
Ma no, lo sa anche lui che non può più farlo e, quando rialza lo sguardo e nota che l'altro lo sta guardando, proprio come un volpe guarderebbe un coniglio, sa che non ha più scampo; eppure... non vuole arrendersi così facilmente.
- Avrai capito perché devi stare qui - sono le parole che escono dalla bocca di Kris. Sembrano essere gettate a caso, ma lui sa che non è così. È in quel momento che inizia la loro lotta.
- Nessuno sa che sono io - prova a protestare. La sua mente sta cercando di trovare un qualsiasi appiglio per convincerlo a lasciarlo andare.
- Potrebbe essere già di dominio pubblico e non ci metteranno molto a scoprirlo, mentre, in caso contrario non fosse già saputo, presto la notizia si diffonderà - ribatte Kris con un sorrisetto aggressivo stampato sul volto e occhi che improvvisamente brillano di qualcosa che, ai suoi di occhi, pare famelicità.
- I tuoi uomini... -
- I miei non parleranno mai di me, sanno bene cosa li aspetterebbe. - Risponde immediatamente, rabbuiandosi. Lui non sa, invece, cosa farebbe esattamente Kris se fosse tradito, ma non pensa di volerlo nemmeno sapere, può benissimo immaginarselo. Se fosse in loro, preferirebbe morire subito, piuttosto che arrivare fra le mani di quello che, ai suoi occhi ora, sembra un uomo dalla ferocia di un animale.
- Devo ripagare i debiti della mia famiglia e lavorare. -
- Debiti? - Chiede Kris ed è evidente che ne voglia sapere di più.
Annuisce in risposta, già riluttante di aver dovuto dirlo e neanche minimamente intenzionato a spiegare il passato della sua famiglia a lui. Kris non risponde, non dice niente nemmeno quando la spiegazione che aveva implicitamente richiesto non arriva, se ne sta fermo e sembra meditare su quello che gli ha appena detto. Tira fuori il telefono dalla tasca e si alza, allontanandosi un po' mentre digita un numero. Si posiziona davanti a una finestra e lui ne osserva le schiena in controluce, la postura sicura e il tono di voce basso, grazie al quale non riesce ad afferrare bene tutte le parole. Una volta chiusa la conversazione, Kris si volta improvvisamente verso di lui e lo sorprende a guardarlo; il sorriso che aveva già si allarga e i denti bianchi vengono messi in mostra.
- Devo andare, ora, ma tu rimarrai qui. - Lo informa con un tono di comando che lo indispettisce. Kris si avvicina a grandi passi a lui, appoggia un braccio sullo schienale del divano e si abbassa velocemente, tanto da sorprenderlo quando si trova la faccia di lui a pochi centimetri dalla sua, così tanto vicina che può sentire il suo fiato sulla fronte. Si abbassa un altro po', spostandosi verso il suo orecchio e, in un mormorio, dice: ascoltami.
Non aggiunge altro e torna nella sua postura dritta, lasciandolo con una sensazione di calore sul collo dovuto a quel leggero sospiro, troppo confuso dagli eventi per agire in un qualsiasi senso. Kris fa ora ad allontanarsi da lui prima che un qualsiasi pensiero gli sfiori la mente.



Per lui è stato strano il doversi presentare. Solitamente, tutti sanno chi è, tutti conoscono il suo aspetto anche solo per sentito dire, per le voci che circolano nel loro ambiente. Non ha mai avuto bisogno prima di pronunciare il suo nome, nemmeno quello vero. Vedere la consapevolezza farsi strada nella mente del ragazzo, di cui, si accorge mentre percorre il corridoio, ancora non sa il nome, è stato interessante. Ha osservato i suoi occhi scuri, dalla forma particolare, sbarrati e la bocca spalancata con divertimento, pensando che una sorpresa così visibile è solitamente pregio - o difetto - di un bambino, incapace ancora di mascherare le proprie emozioni e pensieri.
D'altro canto, l'essere così spontaneo è pericoloso, sia per lui che per il ragazzo stesso; si chiede se a un eventuale momento del bisogno sarebbe riuscito a mentire o, quantomeno, a nascondere le sue reazioni. È evidente che il ragazzo non ha ancora capito del tutto la portata del cambiamento che la sua vita avrebbe subito da quel momento in avanti, d'altronde, nemmeno lui era sicuro di averla afferrata appieno. L'averlo incontrato ora, un accadimento al di fuori di qualsiasi sua previsione e controllo, rimane per lui un problema.
Rientra nella sala e non vi trova nessuno, quando esce anche da essa, tornando nel corridoio principale della villa, due dei suoi uomini sono davanti alla porta.
- Assicuratevi che non esca. Se vuole fare un giro della villa, va bene, ma non voglio che metta nemmeno un piede fuori di qui. -
Si chiede se è il caso di aggiungere "anche con la forza", poi ricorda il volto del ragazzo, la sua confusione e decide che non è necessario.
Un altro dei suoi uomini, un ragazzo piuttosto giovane, di circa sedici anni se ricorda bene, lo raggiunge.
- Capo - lo chiama trafelato - la Signorina Mei Li la sta aspettando in macchina. -
- Grazie, Song Wu - gli risponde e vede il suo volto illuminarsi d'orgoglio, soddisfatto di essere stato utile. Conosce bene quella sensazione, il desiderio di voler essere utile a qualcuno, cercando di dare un senso alla propria esistenza. Nasconde il sorriso che gli spunta sulle labbra girandosi e procedendo verso l'uscita.
Una volta fuori, vede la limousine candida e sospira. Non sarà un incontro facile.





Ho realizzato il trailer. Lo trovate su dailymotion, qui se togliete la terza / prima di www.

http:///www.dailymotion.com/video/x47c1d8_trailer-on-my-skin-ff-taoris-hunhan_music

On my skin {Taoris/Hunhan}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora