Capitolo 12

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Sehun non capisce Luhan. Non capisce il motivo per il quale lo sta evitando da giorni, perché ogni volta che lo vede cambia strada o perché non risponda a nessuna delle sue domande, se si degna di rimanere abbastanza perché lui gliela porga.
È anche vero che dalla notte del sogno non si è sforzato. Non ha tentato in tutte le maniere possibili a far cantare l'usignolo e forse è perché è troppo spaventato dai risvolti che la faccenda potrebbe prendere. Ha paura di perdere anche la sola possibilità di stare vicino a Luhan, di proteggerlo da quello che aveva intenzione di fare.
È consapevole che anche se Luhan lo riconoscesse non ci sarebbe nessun happy ending per loro nel futuro... Non se perseguiva nelle sue intenzioni; e lui non ha alcuna intenzione di "superare l'accaduto", anzi, è fermamente convinto di non poter superare proprio nulla prima di aver ottenuto quello che brama più di tutto, anche più della sua anima gemella: la vendetta.
Il tocco improvviso e rude di una mano lo fa sobbalzare, distogliendo immediatamente dal suo umore pensieroso e divagante e riportandolo nella realtà.
Nüshi Yun Yin lo sta guardando con le sopracciglia aggrottate e la mano posata sulla cintura: tutti cattivi segni, a suo parere.
La donna esige un certo ordine nella sua cucina e lui è stato beccato mentre era sovrappensiero.
"Quelle pentole sono così pulite che potremmo darle all'imperatore" dice e anche se le parole sono lusinghiere, il tono con cui sono pronunciate gli fa capire - non che avesse dubbi - che la donna non gli sta rivolgendo un complimento.
Preso alla sprovvista, sforza un sorriso e cerca di pensare a qualcosa, ma è consapevole di non essere mai stato brillante a cavarsela con le parole.
Una voce profonda e arrochita dal vizio di fumare o bere interrompe la scena.
"Nüshi Yun Yin, un ragazzo ha versato addosso a un cliente il contenuto di un'intera pentola."
"Dove?" chiede la donna, ma non aspetta la risposta e si incammina furiosamente verso la sala principale con un borbottio minaccioso, simile a quello d'una bestia dei fulmini.
Guo Jian e Sehun seguono con lo sguardo la traiettoria dell'anziana, finché non sparisce dall'altra parte; il secondo tira un respiro di sollievo, poi alza lo sguardo verso l'altro.
"Mi hai salvato" dice, con un tono a metà fra lo scherzoso e il riconoscente.
Gou Jian gli sorride e delle piccole rughe si formano sotto i suoi occhi, che stranamente lo fanno sembrare più giovane dell'età che SeHun pensava avesse.
"Di nulla" risponde. SeHun ha l'impressione di piacere all'uomo e ne è felice, anche lui gli piace e ha la sensazione che potrebbero essere amici.
Nel suo paese ne aveva avuti molti, alcuni di essi era sicuro sarebbero durati per tutta la sua vita e ne sentiva spesso la mancanza, mentre altri avevano già spezzato il loro legame. Alla fine, solo di quei pochi gli interessava veramente e sperava nella loro futura felicità.
"Ascolta" prorompe l'uomo spezzando il filo dei pensieri di SeHun, "so che è stato LuHan a salvarti e probabilmente gliene sei grato, ma... non avvicinarti troppo a lui. Non fidarti."
"Perché?" gli domanda SeHun.
"Lui nasconde" dice Gou Jian e non aggiunge altro, nonostante l'attesa dell'altro.
"Ora devo andare. Se xiansheng Wang venisse, potrebbe pensare che stia oziando" e pronunciate queste parole di congedo, si avvia anche lui verso la sala principale dove c'era lo spazio bar.
SeHun torna a lavoro, ma rimane pensieroso per tutto il giorno, nonostante sia appena sfuggito a una ramanzina che avrebbe potuto cambiare interamente la sua esistenza.



Toc. Toc.

È un suono graffiante quello che sveglia SeHun, il suono di qualcosa di pesante che sbatte contro il vetro della finestra.

Toc. Toc.

È a intervalli regolari, nota ancora mezzo addormentato. Dopo la notte dell'incubo, si è stranamente rilassato, invece di mettersi sull'allerta come le scorse volte.
Ogni volta che sogno quello che è successo, pensa, mi è impossibile chiudere occhio per almeno due giorni.
Si tira su dal letto velocemente e si avvicina cautamente all'imposta della finestra e un sassolino di piccole dimensioni urta il vetro prima che lui possa aprirla.
L'apre, poi si sporge e acuisce lo sguardo, cercando la persona che stava tirando quei sassolini nel buio.
"Sehun" lo chiama una voce che conosce bene, ma che lo sorprende.
"LuHan?" domanda sbigottito. Non si aspettava che venisse a cercarlo, non dopo gli ultimi avvenimenti e il suo comportamento freddo.
"Cosa ci fai lì?" gli chiede, aggrottando le sopracciglia.
Il ragazzo si guarda attorno per assicurarsi che nessuno si sia svegliato e poi gli sorride, come se niente fosse, facendogli segno di tenere bassa la voce.
"Volevo vederti."
Ma che...
Sehun, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, sapeva di non essere il baccello più intelligente del gruppo, ma quando qualcuno lo evitava lo notava.
"Eccomi" dice con enfasi, allargando le braccia e sa che il tono della sua voce non è accogliente né gentile.
È rimasto... ferito, si rende conto senza tanta sorpresa.
"Ora, se non ti dispiace, torno a dormire: sono sotto l'occhio di nüshi Yun Yin a causa di un piccolo incidente."
"No" lo blocca LuHan. "Per favore..." aggiunge vedendo la sua espressione.
SeHun sospira, indeciso sul da farsi. L'istinto dice di andare da lui - è la sua fottuta anima gemella, d'altronde - mentre la mente gli dice di allontanarsi, di ripagarlo con la stessa moneta, anche a costo di sembrare infantile.
"Dimmi un solo motivo per cui dovrei farlo" lo provoca.
Gli occhi del ragazzo si fanno grandi mentre la sua mano raggiunge l'orecchio: devono essere lo sguardo e la posa di quando sta pensando.
Sehun qualche secondo, l'aria gelida della notte lo investe e lui rabbrividisce dal freddo.
"Mi... Mi dispiace" mormora LuHan o almeno è questo quello che Sehun crede abbia detto, visto il tono basso con cui sono state pronunciate. Eppure hanno il potere di colpirlo come un masso e non può impedirsi di rabbonirsi.
"Scendo subito" dice a LuHan, "aspettami."

On my skin {Taoris/Hunhan}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora