Capitolo 5

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Cammina per strada con passo leggiadro, attraversando le vie più affolate con una falcata lenta, ma ampia ed elegante. Con un braccio tiene stretto a sé un pacchetto, è importante per lui consegnarlo a xiansheng1 Wang visto che gli è stato affidato quel compito. Nonostante abbia quasi sempre svolto il proprio lavoro - e le rassicurazioni delle persone che, dopo due anni, son diventate la sua famiglia - ha paura di essere cacciato via. In passato ha commesso molti errori e tutt'ora continua, a suo malincuore, a sbagliare nelle maniere più impensabili e goffe, pressoché involontarie. Nonostante non stia agendo in modo strano o clamoroso, sente gli sguardi della gente su di lui. La maggior parte delle volte quegli sguardi sono affascinati, simili a sguardi adoranti, a volte velati con una punta di invidia o desiderio, altre volte son confusi e tutti passano dal suo viso al petto.
Ha sempre avuto un viso minuto, dai tratti delicati, con labbra e guance rosee simili a quelli di una bellissima fanciulla. Ogni tanto, cerca di darsi un'aura più mascolina, ma le labbra piene del colore delle pesche non lo aiutano minimamente, così come gli enormi occhi neri sommortati da lunghe ciglia.
Alla fine, è abituato ad attirare l'attenzione e con il tempo, deve ammettere, ha capito come sfruttare quella caratteristica diventata sia pregio che difetto ai suoi occhi.
Nonostante ciò, indugia nello sfruttare lo charmé naturale che cui il destino gli ha donato, bensì cerca i vestiti più stretti per sottolineare il petto magro e la totale assenza di curve femminili dal suo corpo snello. Eppure non è sicuro del perché i dubbi rimangano anche dopo aver visto le sue braccia muscolose o le gambe che, per quanto liscie e fine, non possono appartenere di certo a una donna.
Continua a camminare, ben coperto nei suoi vestiti di seconda mano dai colori leggermente sbiaditi. È da un po' di tempo che desidera comprarsi dei vestiti nuovi, ora che può permetterselo, ma non è sicuro che sia una buona idea e per il momento, la pigrizia ha vinto sulla sua vanità. Perso nei pensieri, accellera l'andatura, domandandosi perché xiansheng Wang abbia deciso di mandare lui invece che qualcun altro, magari il nuovo ragazzo, Xiao Bai.
Xiao Bai è stato assunto da appena due settimane, eppure ha già combinato molti casini; fosse lui al posto di xiansheng Wang, lo avrebbe lincenziato di certo.
All'improvviso, perde l'equilibrio e vede avvicinarsi pericolosamente la strada al suo viso, ma con decisione e gli ottimi riflessi che ha, riesce a tirarsi su e a recuperare la stabilità persa. Nel momento di panico, ha spalacanto le braccia e lasciato cadere il pacchetto che, grazie a Dio, sebbene abbia fatto un grosso tonfo per l'improvviso impatto con la terra, è sano, salvo e privo di crepature o rumori di qualcosa di rotto. Insomma, sia lui che il pacchetto sono interi.
Per fortuna, se si fosse rotto, probabilmente anche io sarei stato - come minimo - picchiato per ciò. Sembra essere importante, dopotutto.
Abbassa lo sguardo su quello che ha fatto tremare le sue gambe e perdere l'equilibrio. Non gli capita spesso di inciampare, soprattutto mentre sta solo camminando, anche se, deve ammettere, era piuttosto sovrappensiero. Spalanca gli occhi quando si accorge che quello su cui è inciampato non è il nulla né un oggetto, bensì una... gamba.
Segue con lo sguardo la gamba e, nella penombra di quello che sembra un piccolo vicolo, vede una sagoma. Essa si muove, ritirando la gamba con un gemito e iniziando a massaggiarla, poi si sporge in avanti, rivelandosi un ragazzo. Ha una coperta logora addosso, di un marrone chiaro, bucata, che gli copre il volto e impedisce a lui di capirne l'età o afferrarne gli zigomi. Lo osserva, chiedendosi cosa fare, se scusarsi per averlo urtato nella sua disattenzione, se scappare o rimproverarlo per aver steso la gamba in mezzo alla strada. In effetti, sul momento è l'ultima verso quella a cui più propende.
Alla fine, prima che si decida a far qualcosa, il ragazzo alza il volto verso di lui. Ha un volto allungato ed è certamente di originale orientale, ma non cinese. Il naso allungato e importante è particolarmente evidente sul suo viso, ma sono gli occhi, che si spalacano alla sua vista, a scioccarlo e colpirlo.
Sono sbarrati, confusi, mentre percorrono il suo viso come a esaminarlo. In quel momento, pensa che dovrebbe sentirsi a disagio e arrabbiato, ma l'emozione che ha dominio sulle altre è l'imbarazzo, così distoglie lo sguardo per primo e si scosta, sentendosi troppo esposto sotto quegli occhi che lo incuriosiscono e indispettiscono allo stesso tempo. Cerca di ritrovare la calma e il silenzio del ragazzo davanti a lui, lo aiuta.
- Stai bene? - mormora dopo un po'. Finalmente ha il coraggio di guardarlo, ha una maglietta a maniche lunghe addosso, dei jeans sporchi e strappati in alcuni punti ed è coperto da un telo marroncino che ora, senza alcun motivo, ha scostato sulle spalle, come se fosse un mantello.
- Sì, ma dovresti stare attento a dove guardi - risponde l'altro, massaggiandosi la gamba, con il volto rivolto verso un'altra direzione.
- Sei tu che stavi dormendo in strada. -
- Non mi ero addormentato! - Nega l'altro, ma il volto stanco fa pensare a tutt'altro e il suo accento straniero si sente chiaramente in quella frase.
- Sei coreano? - Gli domanda, senza pensarci. Il ragazzo si zittisce e lo guarda con una serietà che lo mette a disagio nuovamente, chiedendosi se abbia fatto bene ad aprire bocca per dare fiato ai suoi pensieri.
- Sì. - Risponde l'altro, dopo un breve lasso di tempo.
- Senti - e non sa nemmeno lui dove vuole andare a parare con l'idea che gli è appena venuta in mente - vuoi mangiare qualcosa di caldo? -
- Cosa vuoi in cambio? - Gli chiede sospettoso il ragazzo.
- Niente - ed è sincero, non vuole nulla in cambio. - Prendilo come una specie di pegno per la mia disattenzione, se vuoi. -
Per qualche minuto sostiene lo sguardo dell'altro, per assicurargli che non ha cattive intenzioni.
- Non mi venderai a qualche trafficante d'umani? - Lo interroga il ragazzo, ma dalla piega della sua bocca, capisce che sta scherzando.
Scoppia a ridere.
- Figurati! -
Gli porge una mano per aiutarlo ad alzarsi, ma il ragazzo la evita e, con una certa fatica, si alza da solo.
- Seguimi - gli dice sorridendo. Solo quando gli si affianca, nota che il ragazzo è più alto di lui di qualche centimetro, ma non troppo. Non è particolarmente basso, anzi, è quasi fuori dalla media. Procede e lo vede barcollare un po'.
- Vuoi una mano? -
L'altro scuote la testa in cenno di diniego. Quanto è orgoglioso.
Continua a osservarne il passo claudicante cercando di non farsi notare, probabilmente, se lo vedesse guardarlo, lo prenderebbe come un insulto.
Lo conduce davanti al negozio in cui lavora, una locanda piuttosto alta in un quartiere povero di Tientsin, ma da un bel colore rosso e decorata in vecchio stile. Il nuovo impiegato sta spazzando per terra con una faccia piuttosto scocciata che lo fa ridere.
- Ehi! Xiao Bai! - Lo chiama alzando una mano.
Il ragazzino lo nota e subito fa una smorfia, che nasconde prontamente anche se lui ormai l'ha già vista. Dentro di sé, ride dell'evidente antipatia che il ragazzino prova nei suoi confronti.
Velocemente, Xiao Bai si avvicina a loro.
- Che c'è? - Chiede, ma il suo tono è tutt'altro che rispettoso o sottomesso.
Con un ghigno sul volto, si avvicina velocemente al viso dell'altro, così tanto che, se si sporgesse, probabilmente potrebbe baciarlo. Il ragazzino arrossisce immediatamente e si allontana.
Scoppia a ridere vedendolo nel panico, dimentico della persona affianco a lui che, una volta che se ne ricorda, lo trova intento a fissarlo imbronciato.
- Andiamo dentro - mormora, mordendosi le labbra per nascondere un sorriso. In effetti, ha già dimostrato due brutti lati del suo carattere davanti a quello sconosciuto e non è esattamente da lui. Lo conduce all'interno della locanda, il cui piano inferiore è una specie di bar-ristorante dove le persone possono mangiare o bere semplicemente. Al bancone c'è un uomo piuttosto giovane, dai tratti fin troppo spigolosi e capelli neri tagliati in una piega semi-militare. Un orecchino d'argento brilla sul lobo del suo orecchio sinistro. È impiegato nel ripulire con uno straccio i bicchieri, eliminando ogni gocciolina d'acqua dalla superficie di vetro.
- Guo Jian, dove è Xiansheng Wang? -
L'uomo alza lo sguardo e, dopo qualche secondo, gli risponde.
- È in cucina, sta parlando con nüshi Yun Yi. -
- Grazie! Vado a consegnarli questo! - Esclama, mostrando il pacchetto che teneva fra le braccia. - E tu - dice, girandosi verso lo sconosciuto - aspettami qui. Fra poco arriverò con una bella zuppa, va bene? -
Non ascolta né guarda il ragazzo, in attesa di una sua risposta, si volta e corre velocemente verso la cucina.
Delle voci calme vengono da dietro la porta marrone che non esita ad aprire, rivelando i mobili della stanza e due figure, una un po' attempata.
- Xiansheng Wang, nüshi Yun Yi. - Li interrompe. I due si girano verso di lui, guardandolo in modi differenti, seppure con un certo affetto nello sguardo, specialmente in quello di xiansheng Wang.
- LuHan, sei tornato! - Afferma l'uomo con un sorriso. - Hai portato a termine il tuo compito? -
Annuisce e, orgoglioso di sé, gli porge il pacchetto. L'uomo lo afferra prontamente e lo passa alla donna dietro di lui.
- Ecco, vecchia megera, così non strepiterai più, ora che hai i tuoi ingredienti! - Borbotta.
A quelle parole concise, insieme all'espressione arcigna della donna, trattiene le risate, non volendo finire nel mezzo delle solite scaramucce fra i due.
- Come osi! - Esclama lei, agitando il mestolo di legno che tiene in mano.
Nüshi Yun Yi è una donna di circa cinquant'anni, con lunghi capelli scuri, appena intaccati dall'età, trattenuti in uno stretto chignon. Ha una forma rotonda, quasi a clessidra, eppure non la si chiamerebbe grassa, bensì grossa. Tutto di lei da un'idea di calore e autorità e lui si è sempre sentito intimorito dal suo sguardo severo, come se si trovasse davanti a una forza delle natura, cosa non del tutto falsa, vista che è l'unica che può strepitare con xiansheng Wang.
- Xiansheng Wang, c'è una persona di là... - li interrompe, ricordandosi la promessa.
- Hai invitato un'amica? - chiede la donna con un sorriso bonario.
- È un ragazzo - specifica. Incerto sul come interpretare il tono che l'uomo aveva usato per dire amica.
- In questo quartiere non facciamo distinzioni, per quelle cose, lo sai. -
- Non è così. - Mette in chiaro, sentendosi arrossire sotto lo sguardo dell'uomo, che scoppia in una risata rumorosa e tonante.
Xiansheng Wang ha circa sessant'anni, ma ne dimostra molti di meno. Per la sua età, ha un fisico straordinariamente in forma e statuario, così tanto che i capelli bianchi sembrano i suoi, come se un tempo non fossero stati di un nero pece. Gli occhi scuri invece son contornati da rughe di espressione e trasmettono una gran forza di volontà e la furbizia vi è nascosta dietro di essa. Si è sempre chiesto come un uomo così possa essere anche gentile, è convinto abbia a che fare con qualcosa successo nella sua vita; ma fin'ora non ha mai scoperto niente sul suo conto né sul suo passato, per quanto ci abbia provato.
- Nüshi Yun Yi, potrebbe preparare della zuppa? - Le chiede.
- Certo, ma raccontami, com'è questo tuo amico? Non hai mai portato qualcuno qui. -
- Sono... inciampato su di lui. - Ammette, sentendosi come un bambino che confessa ai suoi genitori la marachella fatta.
- LuHan... -
- Era seduto in un vicolo e la sua gamba sporgeva in strada. Io ero sovrappensiero, così non l'ho vista e son quasi caduto. Mi sono scusato, ma... - i suoi occhi... - mi è sembrato stanco, affamato, così gli ho offerto un pasto caldo per sdebitarmi. Inoltre, qui serve sempre una mano, vero? Magari potrebbe lavorare qui, visto che sembra abbia bisogno di un impiego. - L'ultima parte di quel discorso gli è venuta sul momento, all'inizio non aveva minimamente pensato di proporlo come aiutante, ma nella sua mente quella figura claudicante continua ad alternarsi al ricordo di occhi confusi e a parole piene d'orgoglio.
- Va bene, va bene. - Gli dice la donna, appoggiando una mano sulla sua spalla. - Sei proprio un bravo ragazzo, LuHan. -
Eppure non è così. Non era così. Sta in silenzio, tormentandosi le labbra con i denti.
Vi nascondo più di quello che dovrei. Vi nascondo me stesso.


Note:

Xiansheng¹: Mister, Signore.
Nushi²: Madam, Signora.

La copertina è la versione HunHan.


Angolo autrice:
Ciao a tutte!
Vi è piaciuto il trailer? Spero di sì. Mi son dimenticata di specificare che è il trailer vers. Taoris solo, ma prima di fare il secondo trailer, per la Hunhan, volevo sapere se il primo vi è piaciuto. Allora? È un sì o un no?
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che non mi odierete troppo per avervi lasciato la suspance della Taoris.


On my skin {Taoris/Hunhan}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora