Capitolo 18

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Tao stringe nervosamente le mani coperte da guanti di pelle nera, intrecciando le dita fra loro, in un gesto simile a quello di una preghiera. Kris è seduto davanti a lui, a gambe spalancate, non lo sta guardando da quando lo ha spinto a forza in macchina e, se fosse per lui, non chiederebbe altro. Vorrebbe scappare da lui, dal loro legame e lasciarsi alle spalle la prigionia a cui è sottoposto.

La vita che conduceva precedentemente non era facile, anzi, ma almeno era dignitosa.

Guarda fuori dal finestrino della macchina, mentre le strade e gli edifici scorrono veloci davanti ai suoi occhi. Non sa dove stanno andando, l'unica cosa che gli ha detto l'altro - ordinato - è stata: "Non parlare se non interpellato da me, non farti notare, cammina dietro di me, non allontanarti troppo e non guardare nessuno negli occhi."

Da quello che ha potuto comprendere, si stanno dirigendo verso un incontro importante. A quale scopo, con chi, dove, perché... non gli è dato sapere né è riuscito a capirlo.

Forse se avesse finto di essere mansueto Kris avrebbe allentato il guinzaglio con cui lo tiene in pugno e lui sarebbe riuscito a scappare, raccogliendo pure qualche informazione importante prima di farlo, come garanzia per la sua vita... Purtroppo non riesce a mascherare così bene il suo carattere, troppo impulsivo e privo di razionalità quando si trova in preda alle emozioni.

E Kris gli rende tutto più difficile. Ha sopportato tante volte la sua arroganza e i modi prepotenti, giusti per il capo mafioso che è, ma nell'ultimo paio di giorni il tentato approccio fisico - l'ultimo la sera scorsa, quando si era risvegliato con il suo corpo premuto sopra, a cavalcioni sul suo stomaco - lo destabilizza.

Sa che il motivo è il loro legame: la sente anche lui, sottile come un serpente che striscia, quell'attrazione fra loro. Non è qualcosa che vuole, la sente così estranea e allo stesso tempo sua che si ritrova confuso e spaventato ogni volta che ci pensa.

La odia. Odia ogni singola cosa di quello che è successo fra loro.

E continua a odiarla, forse più di prima, perché è qualcosa che non vuole e vuole allo stesso tempo. Non era così che si era immaginato avere un'anima gemella, a questo punto pensa che sarebbe stato meglio se non si fossero mai incontrati.

Probabilmente Kris pensa lo stesso.

Il loro viaggio continua per qualche altra decina di minuti, nel frattempo il cielo si è scurito, la sera è sopraggiunta una volta tramontato il sole e tutto sembra essersi fatto più freddo. La macchina si è addentrata bene in una zona grigia della città, piena di negozi, ristoranti e persone.

Le zone grigie non sono letteralmente grigie, ma sono luoghi neutrali oppure che cambiano così spesso fazione da non risultare terra di nessuno.

La macchina si ferma davanti a un enorme ristorante, Kris aspetta che i suoi gli facciano un cenno, prima di scendere ed essere attorniato da loro.

Lui lo guarda scendere, senza muoversi. Kris si volta a guardarlo e l'espressione sul suo volto è glaciale, chiaramente non accetterà nessuna cazzata da lui stasera e ricevendo il messaggio, decide di affrettarsi a seguirlo. Per quanto ami testare la lunghezza del guinzaglio a cui è incatenato, non intende rischiare l'ira dell'altro più del dovuto.

Nessuno dei due sa quanto lontano potrebbe spingersi il loro legame.

- Stai dietro di me, sempre. -

- Non serve ricordarmelo - mormora scocciato a bassa voce, ma dallo sbuffo irritato dell'altro, sa che è stato sentito.

Non saprebbe dire quello che lo irrita di più del comportamento della sua anima gemella, ci sono così tante cose che non vanno.

On my skin {Taoris/Hunhan}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora