Capitolo 13

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~Overthinking kills your happiness~

Pensai di chiamare Hope, avevo bisogno che mi tranquillizzasse, ma se così non fosse stato? Se la situazione a scuola era critica? Insomma, come ormai accadeva troppo spesso, non sapevo cosa fare. Alla fine mi decisi e la chiamai, il telefono squillava, ma lei non rispondeva, e io non sapevo se sperare che rispondesse o che mi ignorasse, decisi di chiudere la chiamata e magari riprovare più tardi, ma proprio in quel momento rispose, era allegra e solare come sempre è questo mi tranquillizzò.
-Ti ha chiamato Chris, vero?- mi chiese dopo avermi salutata.
-Indovinato- dissi annuendo, non aveva senso annuire dato che lei non vedeva e infatti davanti a me c'era Daniel che mi guardava come se fossi pazza, probabilmente anche perché stavo camminando nervosamente avanti e in dietro per la stanza.
-Non ti devi preoccupare di niente penserò io a tutto- disse e tirai un sospiro di sollievo, poi sentii una voce in sottofondo: «Tesoro, chi è al telefono?» disse e capii di aver interrotto qualcosa. Hope gli rispose e poi tentò di riprendere la conversazione con me.
-Mike? Perché c'è Mike a scuola?-le chiesi, con un pizzico di malizia, prima che lei potesse di qualcosa.
-Non siamo a scuola, sono a casa sua, è vacanza, è Pasqua, non guardi il calendario?- chiese come se fosse più strano il fatto che io non guardassi il calendario del fatto che lei fosse a casa di Mike. Hope e Mike, ero felice che stessero insieme e che Mike avesse finalmente trovato una ragazza che non lo friendzonasse come avevo fatto io e anche altre sue amiche dopo di me, ma ora aveva trovato Hope e conoscendoli erano perfetti l'uno per l'altra.
-Scusami tanto per avervi disturbati, ora è meglio che vi lasci in pace- dissi
-Già. Comunque, datti una mossa a trovare Adrien e un'ultima cosa, che mi è venuta in mente da poco: cosa hai intenzione di fare quando l'avrai trovato?- bella domanda, peccato che non ci avevo mai pensato.
-Beh...ecco...io...-
-Tu non lo sai- disse interrompendo la mia lista di monosillabi.
-Già, ma ci penserò, mi inventerò qualcosa.- risposi anche se in realtà non credevo per niente a quello che avevo appena detto.
-Buona fortuna- disse e poi mi salutò.
La conversazione, che all'inizio mi aveva tranquillizzata, ora mi aveva fatto venire più ansia e più dubbi di prima: grazie mille Hope.
Continuavo a camminare aventi e indietro per la stanza e Daniel continuava a guardarmi, credo che stesse decidendo se farmi rinchiudere in un manicomio o no. Dopo un po' mi afferrò il braccio, io mi girai verso di lui, che guardandomi dritta negli occhi mi disse che dovevo fare un respiro profondo e darmi una calmata, mi disse che non c'era bisogno di mettermi tanti problemi, perché quando avrei visto Adrien avrei saputo da sola cosa fare. Probabilmente aveva ragione, ma c'erano mille altre domande che continuavano a tormentarmi. Ad esempio: cosa avrei fatto dopo aver trovato Adrien? E se si arrabbiasse? Se mi rimandasse a scuola? O ancora peggio, se mi lasciasse? Insomma, lui era fissato col fare sempre la cosa giusta, ma non capiva qualcosa che alcuni ritengono giusta può essere sbagliata, non capiva che tutto era relativo e circostanziale. E poi c'era la sua assurda paura di rovinarmi la vita, quando lui poteva solo migliorarla.
-Rose...Rose!- Daniel mi richiamò alla realtà -Hai bisogno di distrarti. Sei mai stata a Mosca?- mi chiese
-No, ma cosa c'entra adesso?- chiesi confusa
-Beh, io si e ora andiamo a fare un giro. Vado a cambiarmi, hai dieci minuti per prepararti- disse, uscendo dalla camera, senza darmi il tempo di ribattere. Iniziai a prepararmi e inutile dire che ci misi molto più di dieci minuti, ma avrebbe dovuto aspettarselo,insomma come si può chiedere a una ragazza di prepararsi in dieci minuti, non ci sarei riuscita neanche impegnandomi e quindi non ci provai neanche ad impegnarmi.
-Rose muoviti, ci sei un'ora per prepararti e ti avevo detto dieci minuti. Chiamami se finisci prima di domani.- disse stufo di aspettare e continuando a bussare, forse avrei dovuto avvisare prima di aprire la porta visto che per poco non perse l'equilibrio.
Mosca era splendida, Daniel mi aveva fatto vedere la Piazza Rossa, il teatro Bolshoi, il Cremlino e tantissimi altri posti, sembrava una guida turistica, lo pregai di accompagnarmi a fare shopping, ma su questo punto fu irremovibile, così continuammo a camminare senza meta per le strade di quella bellissima città.
-Parlami un po' di te- gli dissi curiosa, Per quanto cercasse di nasconderlo credo che fosse molto timido, non sapevo praticamente niente su di lui.
-Di me? Non c'è molto da dire- disse sorridendo e passandosi la mano tra i capelli.
-Beh allora dimmi quel poco che c'è.- insistetti.
-Allora... sono nato qui a Mosca, e mi sono trasferito a New York quando ero ancora troppo piccolo per ricordarlo, ma ho sempre trascorso qua le vacanze.
Ho avuto una vita normale e mi sono laureato in lettere.- spiegò molto brevemente, a quanto pare non c'era veramente niente di particolarmente interessante nella sua vita, anzi era normalissima e per questo molto strana, insomma tra storie di persone che avevano fatto a botte per una ragazza, di dinastie segrete di streghe, di fratelli psicopatici o più semplicemente la scoperta dell'esistenza dei vampiri e del fatto di essere un vampiro, quello che prima avrei considerato strano, impossibile o esagerato ora era normale e quello che avevo sempre ritenuto normale, ora era diventato strano. Il tempo era passato senza che ce ne accorgessimo, quando guardai l'ora erano le dieci di notte e così proposi di tornare in albergo, ma secondo Daniel avevo ancora bisogno di distrarmi.
-E cosa vorresti fare?- chiesi incuriosita
-Andare a ballare mi sembra ovvio- era impazzito? Me lo avrebbe dovuto dire prima, mi sarei vestita meglio.
-Ma prima torniamo in albergo. Vero?- scoppiò a ridere mandando in frantumi la speranza che avesse un po' di cuore. Gli feci notare come ero vestita e lui mi disse che andava bene, che era perfetto, e cose del genere, insomma le solite cose che si dicono alle ragazze in queste situazioni sperando che smettano di lamentarsi. Alla fine riuscì a convincermi e dopo qualche minuto di camminata ci ritrovammo davanti a un locale, che a quanto pareva era uno dei più rinomati della città. Mi guardai intorno e all'improvviso vidi Sam, così presi Daniel per un braccio e provai a trascinarlo via di lì, prima che lei mi vedesse ma fu inutile.
-Ehi Kate- mi chiamò Sam mentre cercavo di svignarmela, purtroppo non potevo più scappare così mi avvicinai e le presentai Daniel e lei mi presentò il ragazzo che era con lei, Ryan, che fortunatamente era americano e quindi parlava inglese. Passammo la serata insieme a loro, fortunatamente senza che lei parlasse di vampiri o cose del genere, poi quando ci stavamo salutando mi disse che l'indomani sarebbe rientrato suo fratello e ci chiese di incontrarci di sera allo stesso posto, così ce lo avrebbe potuto presentare, visto che io non conoscevo nessun altro a parte loro a Mosca, accettai volentieri l'invito e poi finalmente tornammo in albergo.

*Spazio Autrice*
Ecco il nuovo capitolo, ho fatto del mio meglio per non farvi aspettare troppo😘
Vi potrà sembrare strano che Sam chiami Rose Kate, ed è colpa mia perché avevo sbagliato nello scorso capitolo, che ora ho corretto.
Grazie sarina_testi_ per avermelo fatto notare❤️
Ho in serbo tante sorprese per voi😘❤️
Grazie 1❤️❤️❤️ per tutte le visualizzazioni, i voti e i commenti.
Per favore continuate a leggere, votare, commentare ed avere pazienza❤️
Ciaooo❤️
*Spazio Pubblicità*
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GAF - Il Migliore Amico Del Mio Ragazzo     di LaBugiarda
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