~Sex doesn't solve problems~
Quando mi svegliai, Adrien era affianco a me e stava ancora dormendo, mi alzai facendo del mio meglio per non svegliarlo e mi rivestii velocemente, l'unico problema era che non riuscivo a trovare le scarpe, pensai che fossero finite sotto il letto, stavo per controllare, quando Adrien mi abbracciò da dietro facendomi sobbalzare leggermente per lo spavento.
-Non ti hanno insegnato che è maleducazione andare via senza salutare? Comunque, se cerchi le scarpe sono in soggiorno- mi sussurrò all'orecchio, ero talmente impegnata a cercare le scarpe nel caos della sua camera che non mi ero neppure accorta che si era svegliato.
-Scusa, non volevo svegliarti.- dissi girandomi e dandogli un bacio.
Mi disse che avremmo dovuto terminare il discorso, ma, mentre mi riaccompagnava in albergo, arrivammo all'ovvia conclusione che in realtà non c'era nessun discorso da continuare. Scappare da scuola era stata una decisione avventata e forse anche un po' stupida, ma in fondo in fondo non era tutta colpa mia: l'idea era di Hope, a me non sarebbero mai venute in mente idee del genere, quindi se non fosse stato per lei sarei stata ancora a scuola, ma, a dirla tutta, non potevo darle la colpa perché non era affatto una brutta idea, anzi era geniale, pericolosa, ma geniale ed io ero d'accordo. L'unico problema era che non avevo la più pallida idea di cosa fare in quel momento: il discorso che Adrien voleva fare, mi avrebbe dovuto convincere a tornare a scuola, il che avrebbe significato essere continuamente controllata a vista, anche durante le vacanze, e non escludo che mi avrebbero anche potuto mettere una cavigliera elettronica come quella che mettono ai criminali in libertà vigilata, ma la cosa peggiore in assoluto sarebbe stata non vedere Adrien per tipo un anno e mezzo, ovvero finché non avessi compiuto diciotto anni. Non appena riuscii a far capire a Adrien che non sarei mai tornata a scuola, o meglio non sarei tornata in quella scuola, a meno che la preside e il Consiglio non fossero tornati sui loro passi per quanto riguardava le loro stupide e assolutamente esagerate decisioni, gli fu subito chiaro che il discorso che aveva immaginato non aveva alcun senso di esistere.
Quando rientrai in albergo vidi Daniel che bussava alla mia porta, evidentemente si aspettava che sarei tornata in albergo a dormire e d'altronde era quello che pensavo anch'io, ma poi le cose erano andate in modo un po' diverso da quel che mi aspettavo, da quel che tutti ci aspettavamo. Salutai Daniel, che rimase visibilmente confuso nel vedermi fuori dalla stanza con ancora addosso gli stessi vestiti di ieri sera, ma non ci mise molto a fare due più due e capire cosa era successo tra me e Adrien.
Entrai in camera, chiudendo fuori Daniel, che aveva sicuramente intenzione di farmi una predica, glielo si leggeva in faccia, peccato che in quel momento non avessi alcuna intenzione di sentirla; le uniche cose che volevo erano fare un bagno bollente e rilassante e poi cambiarmi.Più tardi, Daniel tornò a bussare alla mia porta, devo ammettere che fui seriamente tentata dall'idea di aprire la porta e poi richiudergliela in faccia, insomma non avevo nessuna voglia di subirmi una predica, perché ero abbastanza certa che la conversazione sarebbe inevitabilmente finita con una predica; purtroppo il mio lato buono, troppo buono probabilmente, lo lasciò entrare. La prima cosa che mi chiese fu cosa avevo deciso di fare ora che avevo finalmente trovato Adrien, solo che non c'era una risposta a quella domanda, perché ancora non sapevo cosa fare e anche se sapevo che avrei dovuto trovare in fretta una soluzione, non mi veniva neanche un'idea, neanche una folle e impossibile, per quanto ci pensassi e ripensassi non mi veniva niente in mente, quella domanda stava iniziando a farmi impazzire.
-Rose, un domanda: tu e Adrien avete anche parlato? O avete solo fatto sesso?- mi chiese Daniel, visibilmente in preda all esasperazione.
-Certo che abbiamo parlato, stavamo discutendo, solo che poi mi ha baciato, mi ha portato in camera sua e...-
-Non mi interessano i particolari, vorrei solo sapere se avete trovato una soluzione- disse interrompendomi.
-Ecco... non esattamente, gli ho solo fatto capire che non sarei tornata in quella scuola e lui si è rassegnato- spiegai, lui mi guardò dubbioso per un po' e poi mi sorrise.
-Sono contento per voi, ma dovreste decidere cosa fare, perché la Grey non ci metterà molto a trovarci e trascinarci a scuola.- disse e purtroppo sapevo che aveva perfettamente ragione, la Grey non ci avrebbe messo molto prima di perdere la pazienza e iniziare a minacciare di espulsione tutti quelli che credesse coinvolti o che, perlomeno, potessero sapere qualcosa. E minacce del genere non lasciavano indifferente nessuno, dal quel che sapevo quella scuola era una delle migliori, forse la migliore in assoluto, essere ammessi era quasi impossibile: i posti erano pochissimi, la precedenza veniva data ai figli di ex alunni e i costi erano esorbitanti, non so quanto, perché mia madre aveva provveduto a iscrivermi quando io non sapevo niente di questo mondo sconosciuto, a quanto pare era sicura della mia trasformazione e, comunque, in caso contrario, l'intera cifra spesa per l'iscrizione sarebbe stata rimborsata.
-Io e Adrien troveremo una soluzione- dissi per tranquillizzarlo.
-Sei sicura che ne esista una diversa dal tornare a scuola?- bella domanda, l'unico problema era che anche questa, come un sacco di altre domande, non aveva una risposta. Daniel sbuffò un po' irritato, ma come biasimarlo, se fossi stata al suo posto mi sarei già presa a urla, probabilmente avrei anche fatto le valigie per tornare a casa, quindi gli ero infinitamente grata del suo aiuto e della sua pazienza. Qualcuno bussò alla porta, io e Daniel ci scambiammo uno sguardo dubbioso, non avevo la più pallida idea di chi potesse essere, aprii la porta, c'era una ragazza che lavorava in quell'albergo, mi porse un biglietto e mi disse che un ragazzo le aveva chiesto di consegnarmelo, la ringraziai e tornò al suo lavoro.
Lessi il biglietto, c'era scritto:Io e te. Cena insieme. Passo a prenderti alle otto.
P.S. Cucino io
P.P.S. Ti amo
AdrienSorrisi, Daniel mi guardava perplesso cercando di capire perché stessi sorridendo, gli passai il bigliettino mentre frugavo nell'armadio in cerca di qualcosa da mettere.
-Giocate pure ai fidanzatini felici, ma trovate in fretta una soluzione a questa situazione. Io vado- disse e se ne andò prima che avessi il tempo di salutarlo. Ultimamente era un po' strano, sembrava che Adrien non gli stesse molto simpatico.
Alle otto in punto qualcuno bussò alla porta, aprii e mi ritrovai Adrien davanti, mi baciò e mi chiese se fossi pronta, annuii, per la prima volta in vita mia ero pronta e in orario.
-Cosa cucinerai?- gli chiesi curiosa
-Zuppa ai frutti di bosco con panna acida e come dessert torta "Latte d'uccello", so che il nome è orribile, ma ti assicuro che ti piacerà.-
-Un po' insolito come menù, ma sembra buono-
-Cucina russa- spiegò lui.
Quando arrivammo a casa sua, notai subito la tavola apparecchiata perfettamente, con le candele al centro ancora spente; Adrien andò in cucina a preparare la zuppa, la torta l'aveva già preparata, e io lo seguii, era divertente osservarlo mentre cucinava e rubare qualche mora o lampone di tanto in tanto. Appena la zuppa fu pronta è servita ci sedemmo a tavola e Adrien accese le candele, era tutto così romantico, mi sembrava di essere in qualche sdolcinato film d'amore, ed era bellissimo. La zuppa era squisita e la torta era ancora meglio, non credevo che fosse così bravo in cucina.
-C'è qualcosa che non sai fare?- gli chiesi, aspettandomi un no come risposta, visto che ad Adrien non dispiaceva per niente vantarsi ogni tanto.
-Sì, starti lontano- mi disse baciandomi, mi prese in braccio e mi portò sul divano. Il mio telefono squillò, ma sia io che Adrien lo ignorammo. Lui continuò a baciarmi, passando dalle labbra al collo e mordendomi di tanto in tanto, iniziai a sbottonargli la camicia, il telefono squillò di nuovo, lo ignorammo ancora, ma, non appena ebbe finito di squillare, riprese nuovamente.
-Forse dovresti rispondere- mi suggerì Adrien passandomi il telefono. Era Daniel, risposi.
-Non tornare in albergo- mi avvertì, anche se potevo vederlo, capii dal suo tono di voce e dal respiro affannoso che era in preda al panico.
-Cosa sta succedendo?- chiesi preoccupata.
-Stavo rientrando in camera, quando ho visto la Grey e alcuni membri del Consiglio davanti alla porta della tua stanza, sono andato via prima che mi vedessero. Non tornare in albergo- chiuse la chiamata, ero in preda all'ansia e al panico, mi sentii improvvisamente travolta da un turbinio di emozioni, pensieri e sensazioni tutt'altro che piacevoli.
Fino a qualche minuto prima mi sembrava di essere in un film d'amore tutto rosa e fiori, ma ora la realtà mi era piombata addosso, Daniel aveva ragione: stavamo solo giocando a fare i fidanzatini felici e senza problemi, ma i problemi c'erano e noi li avevamo sottovalutati e ignorati.*Spazio Autrice*
Spero che il capitolo vi piaccia, so che vi ho fatto aspettare un po', scusatemi.
Farò del mio meglio per non tenervi sulle spine troppo a lungo 😘
Cosa pensate che succederà?
Grazie 1❤️❤️❤️ per tutti i voti, i commenti e le visualizzazioni.
Siete fantastiche/fantastici ❤️
Fatemi sapere cosa ne pensate😘
Ciaooo❤️
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Our Blood
Vampir"Sentii il cuore spezzarsi in mille frammenti, era come un puzzle che non sarei riuscita a ricomporre da sola, perché lui aveva i pezzi, glieli avevo dati io, perché senza di lui la mia vita era vuota. Avrei dato qualunque cosa perché tutto fosse di...