Capitolo 7

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" They've promised that dream can come true,
But forgot to mention that nightmares are dreams too"

Mi svegliai di soprassalto, ma contenta di essere tornata alla realtà e soprattutto contenta che fosse solo un sogno, o meglio un incubo, un incubo orribile. È sempre così: quando la realtà si sistema e inizia ad andare tutto bene, gli incubi iniziano a tormentarmi, come se volessero ricordarmi che la felicità può essere come un castello di carte, un soffio e tutto cade a terra. E nonostante sapessi che era solo un incubo, ormai era troppo tardi, mi aveva turbato più degli altri, mi aveva lasciato uno strano senso di inquietudine che continuò ad assillarmi impedendomi di dormire.
Di mattina sembravo uno zombie e il trucco non migliorò di molto la situazione. La giornata era decisamente iniziata male e non sembrava che sarebbe migliorata.
Fortunatamente avevamo dopo scienze avevamo due ore buche e ne approfittai per dormire un po', o meglio, quella era la mia intenzione prima che Hope iniziasse a blaterare. La guardai male, perché qualsiasi cosa stesse dicendo, io volevo solo dormire, ma purtroppo non accennò a smettere, anzi si fece molto più seria.
-Dico sul serio Rose, sto iniziando a preoccuparmi, non è la prima volta che passi la notte in bianco questa settimana. Guardati: sembri uno zombie!- già, non era la prima volta che rimanevo sveglia tutta la notte a causa di quell'incubo, ma cosa potevo farci se continuava a tormentarmi.
-E poi sei sempre un po'....non so..... strana, distratta. Non prenderla male, ma credo che potresti fare un salto dalla psicologa della scuola- non riuscivo a crederci: Hope, un delle persone più strane che conoscessi aveva appena detto a me di andate dalla psicologa.
-Sei mia amica, non dovresti dirmi queste cose. E poi io non sono strana, capita a tutti di avere periodi in cui si anno difficoltà a dormire.-
-Lo so, ma è diverso, tu sei anche stata delusa da una relazione che era diventata importante per te, insomma... Con lui hai perso la verginità- in quel momento volevo sotterrarmi, ringraziai il cielo che in classe non ci fosse nessun altro, tutti avevano preferito andare in biblioteca o al bar o semplicemente vagare senza meta per i corridoi della scuola.
Finalmente suonò la campanella che non solo segnò la fine delle lezioni, ma anche la fine di quei discorsi insensati che ormai mi ero stancata di sentire.
Per quanto le parole di Hope mi infastidissero, ogni volta che pensavo al suo consiglio mi convincevo sempre di più che forse non aveva tutti i torti; ma decisi che avrei chiesto anche a Adrien. Finito il pranzo, corsi in camera a prepararmi visto che, da quando avevo proposto a Adrien di fare ginnastica, lui si era messo in testa di correre. Così presi un paio di leggins neri e una canottiera dall'armadio e mi cambiai, infine raccolsi i capelli in una coda ed andai in palestra per fare un po' di riscaldamento prima di iniziare a correre. Quando Adrien mi mostrò il percorso che avremmo fatto per poco non mi venne un infarto: erano dieci chilometri! Non sarei mai sopravvissuta, la mia resistenza era praticamente inesistente quando si trattava di correre.
-Tranquilla, se non ce la fai possiamo fare delle pause ogni tanto- mi disse un attimo prima di avviare il cronometro.
-Credi che ultimamente sia strana o pazza?- chiesi un po' preoccupata
-No, e poi non credo che i pazzi si chiedano se sono pazzi o no- mi rispose ironico, non credo che avesse capito che la mia domanda era seria.
-Hope dice che dovrei andare dalla psicologa della scuola, in poche parole credo che lei creda che io stia impazzendo- dissi in un misto di esasperazione e preoccupazione.
-Rose, non sei pazza- mi disse tranquillamente, come se volesse infondere anche a me tutta la sua calma, ma ero troppo testarda per ascoltarlo e ormai la mia mente pensava già al peggio.
-Il termine pazzo è molto generico, insomma la classificazione è molto ampia e la maggior parte dei disturbi mentali sono molto specifici e presentano sintomi precisi. Magari non rientro in nessuno o magari ne tu ne io sappiamo in quale collocarmi- dissi parlando a macchinetta, ormai la preoccupazione era stata spazzata via dalla paura. Adrien mi prese e mi fece girare verso di lui, cercai di sfuggire al suo sguardo non volevo che vedesse i miei occhi pieni di lacrime, ma mise due dita sotto il mento perché io lo guardassi negli occhi.
-Rose, tu non sei pazza, non stai impazzendo e non hai nessuno genere di disturbo mentale, sei solo stanca, stanca dei segreti e delle bugie per coprirli- disse abbracciandomi per farmi calmare, i suoi abbracci mi facevano sentire sicura e protetta.-E non credo tu abbia bisogno di una psicologa, e in ogni caso non vorrebbe dire essere pazza, ma semplicemente aver bisogno di aiuto per trovare le risposte che cerchi- disse abbracciandomi ancora più stretta per poi liberarmi e darmi un bacio, non c'era pericolo che qualcuno ci vedesse: eravamo in un piccolo bosco attorno alla scuola, lontano da sguardi indiscreti.
-Lo dici sul serio o solo perché ti sei stancato di sentirmi blaterare?- chiesi asciugando le lacrime con il dorso della mano.
-Sono serio, ma soprattutto non voglio più vederti piangere- mi diede un ultimo bacio e riprendemmo la nostra corsa suicida.
Quando tornai in camera mi feci un doccia e mi cambiai. Adrien aveva ragione andare da una psicologa non voleva dire essere pazzi ma solo aver bisogno di aiuto per trovare risposte, magari a domande che neanche sapevo di avere: così decisi che avrei potuto provare. Lo studio si trovava nell'edificio dell'amministrazione, che ospitava anche l'ufficio della preside e quello della segreteria; mi aspettavo di trovare un divano in cui sdraiarmi, una sedia e una scrivania: come in TV; ma quando entrai mi resi conto che non era per niente così. Era un piccolo salottino, molto ben arredato con le pareti tappezzate da diplomi e attestati di ogni genere di psicoterapia; seduta su una poltrona c'era una ragazza, sulla trentina, bionda e con due occhi come il ghiaccio, come mi vide si alzò.
-Con chi avrò il piacere di trascorrere quest'ora?- chiese sfoggiando un sorriso smagliante.
-Rose Montgomery-
-È la prima volta che vieni?- chiese porgendomi dei moduli da firmare, segno che sapeva già la risposta, annuii, mi fece segno di accomodarmi e iniziai a leggere i moduli, nel frattempo si era avvicinata a un mobile e scorreva con il dito tra varie cartelle. Secondo i moduli che avevo firmato tutto quello che le avrei detto era confidenziale e lei non lo avrebbe potuto dire a nessuno a meno che non diventassi un pericolo per me stessa o facessi qualcosa di illegale. Tradotto: non avrei potuto dirle niente di me e Adrien.
-Che sbadata, io sono Richelle- disse, non che avesse bisogno di presentazioni, con tutti quei diplomi e attestati il suo nome era praticamente ovunque. Si sedette davanti a me e aprì la cartella.
-Rose, mi chiedevo quando saresti venuta, anche se ormai, dopo tutto questo tempo, ci avevo perso le speranze- la guardai dubbiosa. Perché mi aspettava? Perché sarei dovuta andare da lei?
-Insomma i rapimenti lasciano sempre un segno, soprattutto quelli a scopo sessuale. Vuoi parlarne?- chiese spostando gli occhiali sulla punta del naso, sicuramente li usava solo per leggere.
-Credo di essermi ripresa dal rapimento, in fondo non mi è successo niente, cioè Jason non mi ha fatto niente.- dissi
-Si, ho letto. Adrien ti ha salvata. Ma credi che quell'esperienza ti abbia causato problemi col contatto fisico?- continuò guardandomi dritta negli occhi, come se non avesse sentito che il rapimento ormai l'avevo superato da un pezzo.
-Cosa?...No- risposi dopo che fui riuscita ad assimilare la domanda.
-Hai mai fatto sesso con qualcuno dopo il rapimento?- le domande stavano diventando sempre più intime e la cosa non mi piaceva; anche se alla fine avevo deciso di andare dalla psicologa non avevo pensato a quanto potesse infastidirmi l'idea che qualcuno cercasse di entrare nella mia testa.
-Si- risposi
-Hai o avevi una relazione o è stato un rapporto occasionale?-
-Avevo iniziato una relazione con un ragazzo che abita nella città dove sono cresciuta, ma ho deciso di finire la storia, avevo perso interesse- risposi inventando tutto di sana pianta, ma non potevo permettere che sospettasse di Adrien e serviva una storia che reggesse.
-Capisco. E che mi dici di Adrien?- quelle parole mi misero sull'attenti, mentre una miriade di pensieri iniziò a tormentarmi.
-Beh...Adrien è la mia guardia del corpo e il mio insegnante privato- dissi sperando che non notasse la mia leggera indecisione nel rispondere.
-Certo, questo lo so, ma in che rapporti siete? Insomma passate molto tempo insieme- iniziavo a pensare di aver fatto una scelta disastrosamente sbagliata.
-Siamo amici....più o meno, ci siamo riappacificati da poco.-
-Perché avete litigato?- chiese cercando di indagare sempre più affondo.
-Non ricordo, per qualcosa di stupido. Sa com'è, si litiga per cose banali, ognuno rimane sulla sua convinzione e si finisce per dimenticare il perché- le avevo appena dato una spiegazione falsa ma plausibile; la seduta stava risultando più inutile di quanto credessi.
-Ti senti attratta da lui mentalmente o fisicamente o entrambi?- Perché avevo deciso di andarci? Perché??
-Tutte sono fisicamente attratte da lui- risposi
-Ma io ti ho chiesto se tu sei attratta da lui- insistette ancora
-Non lo so, non ci ho mai pensato-
-L'attrazione è una cosa istintiva, non c'è bisogno di pensarci. Io credo che tu non mi voglia dare la risposta. Che c'è? Ti imbarazza non provare attrazione verso uno che suscita, invece, attrazione in tutte le altre o credi che si sbagliato essere attratta da uno molto più grande di te?- chiese guardandomi con attenzione con quei suoi occhi di ghiaccio che ora mi incutevano timore. -Sta insinuando qualcosa?- chiesi sospettosa.
-Credi che stia insinuando qualcosa?-Mi alzai di scatto.
-Credo che la nostra ora si finita- dissi fredda.
-Si hai ragione- disse controllando l'orologio appeso alla parete. -Ci vediamo- continuò
-Non credo, la terapia non fa per me, non mi piace che qualcuno cerchi di entrare nella mia testa.- spiegai frettolosamente e ansiosa di andarmene.
-È comprensibile tu in realtà hai già tutte le risposte, anche se magari non te ne rendi conto, ma soprattutto hai segreti che non vuoi che qualcuno scopra.- mi spiegò porgendomi la mano per salutarmi, la strinsi e feci per uscire dallo studio ma la sua voce mi fermò.
-Rose, io starei attenta se fossi in te. I tuoi segreti hanno l'aria di essere pericolosi e non poco- disse in tono quasi minaccioso. Avevo appena rovinato tutto, avevo combinato un casino e avevo la sensazione che gli incubi avrebbero solo potuto peggiorare, così come le domande di Hope vista la mia sparizione durata quasi un ora e avrei dovuto trovare una scusa oppure avrebbe iniziato a farmi più domande di quante non me ne avesse già fatte Richelle.

*Spazio Autrice*
Ecco a voi il nuovo capitolo spero che vi piaccia, scusate se vi ho fatto aspettare ❤️😘
Quale sarà l'incubo che tormenta Rose?
Avrà fatto bene ad andare da Richelle?
Ho visto che l'ultimo capitolo non ha raggiunto molti voti come gli altri, so che probabilmente è perché molte si sono stancate di aspettare i miei aggiornamenti secolari, e capisco.
Se invece è perché non vi piace più la storia, potreste darmi consigli su come migliorarla.
Comunque, grazie 1❤️❤️❤️ a tutte le persone che continuano a leggerla a votarla e commentarla.
Per favore leggete e votate e soprattutto scrivetemi cosa ne pensate, accetto anche le critiche purché siano costruttive😘

*Spazio Pubblicità*
Per favore leggete queste storie:
• Someone like you di mirpar
• Amami. di sara___1
• Die For You di Roxy333Ana
• la pantera nera di baio19g
Spero di non aver dimenticato nessuno.

Ciaooooo❤️

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