Capitolo primo

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È arrivato il momento. Dai microfoni ci avvertono che il volo partirà fra venti minuti, così tutti ci accingiamo a salire. Vedo molte persone intorno a me qui a Fiumicino: chi torna e chi va. Io faccio parte di quelli che vanno via, con la paura di aver dimenticato qualcosa indietro e  di scoprire cosa riserva il futuro. Dei babmini in fila dietro di me piangono all'idea di dover affrontare un viaggio in aereo per la prima volta, anche se relativamente breve : Roma-Londra. La madre cerca di tranquillizzarli, dicendo loro che nella capitale dell' UK vedranno molte cose nuove e si divertiranno in vacanza, potranno comprare anche dei giocattoli . Non sono mai andata nella città di Backingam Palace soltanto per una visita turistica : qualche anno fa ci feci delle sfilate,ma poi tornai subito in Italia. Ora ci sto andando per motivi scolastici insieme a pochi altri studenti di medicina della Sapienza di Roma; grazie ad un progetto dell'UE potremmo stare a Londra da febbraio a giugno ( il tempo che mi serve per finire gli esami del secondo anno) e alloggiare  gratuitamente nel campus universitario. Soltanto gli allievi migliori hanno potuto prender parte al programma anche se, alcuni, sono passati grazie a raccomandazioni. Tipico dell'Italia.

L'aereo è appena decollato, ho sentito un vuoto nello stomaco e delle persone che urlavano, ovviamente per loro è la prima volta. Viaggio con gli altri studenti in economica, la cosa non mi dispiace e, anzi, sono felice di essere vicino al finestrino così da poter ammirare il panorama sottostante. Vedo la grande e imponente Roma, un tempo città egemone in tutto il vecchio continente, farsi sempre più piccola sotto il mio sguardo e la osservo perdere tutta la sua maestosità per poi divenir soltanto una chiazza lontana,ora ricoperta dalle nuvole. Nuvole bianche, sembrano soffici,sembrano formare delle figure, ma forse è solo la mia immaginazione. Ho volato spesso a causa del mio precedente impiego, ma l' entusiasmo in me non è scemato mai, neanche un po', quando guardo dalla piccola fessura di vetro lo scenario sottostante che scorre.

Affianco a me c'è Diana e dalla sua parte sinistra è seduta Clara. Sono assai felice di essere qui vicino a loro, sono le mie migliori amiche all'Università insieme a Luisa che,però, è seduta di fianco al suo fidanzato Andrea dietro di noi. Diana e Clara sono molto diverse : Diana è profonda,riflessiva e appassionata d'arte e musica colta e ricercata; Clara è un'amante dello sport e snobba le cose troppo "raffinate",ha dei modi a volte quasi rozzi ed è impulsiva e sfrenata. Sono differenti anche nell'aspetto : Diana è alta, ha la carnagione leggermente scura, gli occhi di un castano intenso e i capelli a caschetto color nero; Clara è minuta, ha i capelli che le toccano fino le spalle e sono di un biondo paglia,anche  i suoi occhi sono castani ma di un castano diverso, più tendente al verde e al grigio. A volte litigano, ma sommariamente vanno d'accordo e si fidano l'una dell'altra, direi che si compensano a vicenda. È questa la cosa bella dell'amicizia: si colmano reciprocamente le proprie lacune; infatti senza di loro non sarei la stessa, mi sentirei incompleta. Certo, anche con loro ho dei segreti, molti segreti, ma mi piace pensare che lo faccio per noi, per non rovinare la nostra bella amicizia. Ho paura che non si fidino più di me se scoprissero ciò che nascondo.

È mezzogiorno e finalmente l'areo è atterrato, ero impaziente di arrivare a Londra; sento che qui posso iniziare una nuova vita e lasciare andare tutti gli sbagli del passato.  "Oh mio Dio! Quello è un autobus rosso a due piani, ma proprio uguale a quello dei film!" esorta Clara, che si trova in questa città per la prima volta. "Non ti esaltare troppo" replica Diana "Sono un po' scomodi e per raggiungere l'Università andremo comunque in taxi" "Ma li dobbiamo prendere qualche volta" "Eh va bene" sospira Diana, già esasperata dalla nostra amica. Io rido per i loro atteggiamenti e nel frattempo mi guardo intorno, non ricordavo che la capitale fosse così grande e piena di persone di tante culture diverse; è davvero una città affascinante nella quale posso arricchire di molto il mio bagaglio di sapere.  Vengo distratta dai miei pensieri quando Lala ( soprannome affibbiato a Clara sin dai primi tempi di scuola) mi chiede "Sei mai stata a Londra Sam?" "No,mai." sorrido mentendo, non voglio che sappiano chi ero e comunque non penso lo scopriranno mai,se non l'hanno fatto fin'ora. "La trovo stupenda" aggiungo per non destare eventuali sospetti. Prendiamo un taxi e attraversiamo Londra osservando grandi edifici assai imponenti, parchi verdeggianti; da lontano notiamo il London Eye ed il fiume Tamigi, non può mancare la vista del Big Bang, simbolo di Londra, che personalmente, però, ritengo solo un grande orologio non più interessante di altri monumenti. "Non vedo l'ora di rimorchiare qualche inglese carino e visitare i pub di qui, secondo me ci si diverte da morire" dice Lala "Ne sono sicura, ma siamo qui per studiare ed acculturarci e non per ubriacarci e scopare,ricordatelo cara" la fredda la mia amica, per sdrammatizzare prendo parte al discorso"Diana sta tranquilla! Lei non ha bisogno di aprire nemmeno un libro,il sapere è già tutto nella sua testa. Potrebbe laurearsi anche ora,per quanto mi riguardi" ridiamo. Era una battuta, sì, ma Clara Pietrangeli è davvero un genio, sarà anche una pazza con troppa passione per l'alcool e i bei ragazzi, ma è davvero intelligentissima.

Arriviamo al campus che si potrebbe definire immenso: due grandi dormitori,ciascuno delle dimensioni di un palazzo di dieci piani; vari bar,  club di confraternite; al centro di tutto c'è un grande giardino con molti alberi e panchine; dietro i dormitori c'è una biblioteca che, stando a quanto scritto sugli opuscoli, è stata costruita duecento anni fa, insieme all'Università  St. Geremy. Ci accoglie un uomo abbastanza anziano, sulla sessantina, il professore di cardiologia. Ci illustra la zona,ci fa vedere le classi e ci da molte altre nozioni su regolamenti . Non lo seguo assai, dato che sono troppo impaziente di visitare la mia stanza.
"Signoria Chiaravalle?" chiede il professor Mc Hungry "Sì" "Questo è il badge della sua stanza. Interno 13,terzo piano. Alloggerà con la signorina Alfonso" "Perfetto, grazie" mi dirigo subito da Diana " Tesoro! Saremo nella stessa stanza!" "Favoloso! Non potevo chiedere di meglio!" dice mostrandomi un sorriso a trentadue denti. Entriamo nell'abitacolo, grande abbastanza per due letti, due armadi, una scrivania e un piccolo bagno. Diana rimane delusa nello scoprire che non abbiamo una vasca,e un po'anche io; d'altronde, però, non è così importante: la vera fortuna è essere qui a Londra, avere una seconda chance, avere l'opportunità di essere migliore di ieri e finalmente dimenticare il passato.

Swelly the switch (#wattsy2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora