Capitolo settimo

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Le sue labbra sulle mie: un pensiero che mi fa rabbrividire. Ho passato gli ultimi due giorni a struggermi cercando di capirne il motivo. Gli piaccio e sta provando a conquistarmi in qualche modo? È un folle che vuole  divertirsi? Soltanto parlandoci potrò rispondere a queste domande. In ogni caso,  non ho gradito il suo gesto. No, a me non interessa Lucas Parker Wright. In lui, però, vi ho trovato qualcosa: qualcosa che mi ricorda Edoardo, qualcosa che mi accende, qualcosa che mi fa sentire viva come un tempo, qualcosa che stavo sperando di trovare. No,no! È solo un maniaco, nulla ci lega, nulla!  Attendo fuori l'aula di psichiatria, so che la lezione sta per finire e che presto uscirà. Non voglio rivivere un altro traumatico lunedì, così m'impegneró per essere il più pacata possibile. Una slanciata figura maschile varca la grande porta di legno, si ferma di fronte a me. Indossa un cardigan blu in tinta con i panataloni. La camicia bianca, che si intravede dalla stoffa scura, è dello stesso colore della pelle. È a circa due metri da me, non si muove,  non lo faccio neppure io. Nonostante la distanza, e tutte gli studenti che passano fra noi, riusciamo a gurdarci negli occhi. Per qualche momento sono totalmente rapita da quella oscurità e non mi curo di ció che accade intorno. Rimaniamo così per poco perché Lucas va via. Mi ha vista, perché va in un'altra direzione? Vuole che gli corra dietro nuovamente? Aveva un'aria sorpresa quando mi ha notata, forse non gli piace essere colto alla sprovvista. Cammino dietro di lui, non si ferma. Perdo la pazienza: “Lucas! Vuoi fermarti?!” “No.” risponde serio senza rallentare. “Non credi di dovermi delle spiegazioni? ” “No.” nessuna emozione trapela dalla sua voce “Beh, creso di sì! ” si blocca improvvisamente e si gira verso me “Senti, erano soltanto due stupidi bacetti, non farne un dramma. Non lo farò più okay?” Per me non erano soltanto due stupidi bacetti , vorrei dirgli questo ma mi trattengo. Dovrei essere felice ma sono delusa.“Perchè l'hai fatto allora? Cosa hai provato? Ti è piaciuto almeno? ” “È stato insignificante, come te. Non avevo mai provato tanto disgusto nel baciare qualcuna. Mi sembravi un cadavere. ” Anche io ho provato questo, dovrei dirgli, non ci riesco. Sento sempre più tristezza dentro me; gli occhi mi diventano lucidi, i suoi restano impassibili. “Allora perché cazzo l'hai fatto? ” gli urlo “Faccio quello che voglio con te. Mi lasci fare tutto. ” dice, come se fosse una cosa ovvia. Sta mentendo, non volevo niente di ciò che ha fatto, mi ha praticamente costretta. O forse no? Forse no. Forse mi piace. Forse mi sfrutta per questo. Troppi i dubbi, troppe delusioni, troppa rabbia chiusa dentro. Agisco e subito dopo già me ne pento. Ho alzato la mia mano destra in uno scatto, con vigore l'ho portata sul visto di Wright colpendolo. Gli ho tirato uno schiaffo. La sua guancia diventa sempre più rossa, i suoi occhi sembrano prendere fuoco dall'ira. Vorrei scappare, ma la paura mi impedisce di usare le gambe. Ci sono altri studenti intorno a noi, sono al sicuro, credo. Mi afferra saldamente il braccio,  mi ringhia nell'orecchio: “Dentro la classe di psichiatria. Muoviti! ” eseguo gli ordini, sono troppo spaventata per trasgredire. Entriamo nella grande aula vuota. È uguale a tutte le altre, solo che in questa respiro l'odore del terrore. Lucas chiude la porta a chiave, si butta sopra di me spingendo la mia fragile schiena contro il legno duro della cattedra. Non ho la forza di urlare, mi sento troppo umiliata. Le lacrime salate scendono sul viso e poi vengono assaporate dalle labbra. Respiro affannosamente, non vedo bene, la ragione mi abbandona e riesco solo a singhiozzare: “Non farmi male. Non farmi male, per favore. Me l'avevi promesso. ” “Infatti, in questo problema ti ci sei messa da sola.” è freddo come le mani che stringe attorno al mio collo. La testa inizia a girare, sento l'aria nei polmoni scarseggiare. È colpa mia, non avrei dovuto mancargli di rispetto. È pericoloso, quanto tempo ci metterò a capirlo? La morsa gelida si fa più stretta. Ora mi uccide, morirò, ne sono sicura. Le mie amiche, la mia famiglia, non gli rivedrò mia più. Piango, non riesco a respirare,una pressione sempre maggiore mi schiaccia il petto. Chiudo gli occhi, è finita. “Swelly non piangere, così non puoi immettere bene l'aria ” perché mi da un consiglio se mi sta uccidendo? “Non uccidermi ” dico con la poca forza rimasta. Subito le mani algide si staccano dal collo, scende dalla cattedra. Ha funzionato sul serio? Non sono in grado di reagire, ho troppa paura. Affera le mie spalle, le tira su e mi aiuta a rimettermi in piedi “Swelly! Non ti volevo ammazzare! Che idiota che sei!” dice esasperato. Sono scioccata da tali parole: “Se non volevi uccidermi che volevi fare? ” chiedo tremante, impaurita dalla mia stessa domanda. “Spaventarti, punirti.” dice con sufficienza, poi continua: “Non permetterti mai più di picchiarmi. Sono superiore a te. Tutto chiaro?” annuisco sgomenta. “Bene. Ciao Swelly. ” asserisce con fermezza per poi andarsene. Ecco, ho rovinato un'altra giornata a causa della mia insolenza. Devo controllarmi, gestire le mie emozioni; anche Lucas, però, dovrebbe farlo. Basta. Non penserò più a lui, gli starò lontana, chissà potrei anche rimetterci la vita.

Bussano alla porta, vado ad aprire e trovo Clara, Luisa e Diana ridere a crepapelle. "Che succede?" "Come non ti sei accorta di nulla?" chiede Lala stupita "Veramente no."dico con dell'imbarazzo, ultimamente sono molto presa dai miei pensieri e dallo studio. "Che ti sei persa!" urla Luisa ridendo. Continuo ad osservarle sempre più incuriosita. "Facci entrare e ti raccontiamo tutto!" asserisce la biondina mentre la sua pancia continua ancora a contrarsi per il divertimento. Si siede sul letto di Didi affianco a quest'ultima, Luisa si accomoda su una sedia. Dopo qualche affannoso respiro si calmano e Clara inizia a raccontare: "ti ricordi quando ti ho detto che mi sarei vendicata di Jessica e Anastasia?" "Sì..." ci metto poco a realizzare cosa sia avvenuto: "Oh mio dio! Che avete combinato?!" subito riprendono a ridere fragorosamente. "Allora, ti racconto io, visto che sono la più seria qui." dice la mia compagna di stanza "Negli ultimi due giorni ci siamo incontrate per mettere in atto il piano perfetto, e ci siamo riuscite." una vena d'orgoglio si percepisce nella sua voce "Cosa comprenderebbe questo suddetto piano?" "Innanzitutto abbiamo capito come abbiano fatto ad entrare in camera di Clara e Luisa: hanno rovistato nella borsa di Lu quando era con Andrea prendendo la chiave; abbiamo agito allo stesso modo rubando momentaneamente il borsellino di Jessica, che stava pomiciando con Andrea nel giardino." sembrano delle spie quando fanno queste cose,  mi chiedo come, nonostante la loro acutezza, non mi abbiano mai scoperta, evidentemente sono brava a mentire. "Ma non è questa la parte migliore!" continua Clara "Siamo entrate nella stanza quando erano ancora a lezione, abbiamo sostituito il bagnoschiuma con la crema depilatoria e sparso una colla a lunga tenuta sugli asciugamani, ma fin qui tutto normale" certo, perché chiunque fa questi scherzi puerili, incollando asciugamani. "Fatemi capire, quindi questa è la parte 'soft'"? Chiedo basita "Ovviamente, poi abbiamo fatto qualcosa di ancora più machiavellico" mi informa Diana "Grazie ad un piccolo e rudimentale sistema di carrucole, abbiamo appeso un secchio pieno di vernice blu pronto a rovesciarsi sulla prima persona che apre la porta." Sono sgomenta, le mie amiche devono avere dei problemi psicologici di qualche tipo. "Ragazze! Siamo all'università  non alle medie! Vi siete abbassate al loro livello così facendo." "Che ci importa! È stato divertente ed ha funzionato, non ci scocceranno più d'ora in poi." le parole di Luisa mi rendono ancora più curiosa: "Come fate a sapere che abbia funzionato?" ricominciano ad allargare le bocche, diventano tutte rosse e ridono, ridono come ubriache. Diana decide di darmi delle risposte: "Eravamo nascoste in fondo al corridoio e le abbiamo viste rientrare, c'è stato un urlo subito dopo. Passati dei minuti Jessica è uscita con indosso l'asciugamano, da cui non riusciva a staccare le mani. Era tutta blu e aveva delle parti della testa calve! Andava in giro su e giù urlando con Anastasia che cercava di calmarla." hanno tutte un'espressione soddisfatta "Avete esagerato!" "Nah" risponde Clara sorridente "Aspettate, come avete potuto mettere un sistema di carrucole?" "Oh, l'abbiamo costruito ieri pomeriggio con delle corde." dice Luisa come se fosse un' ovvietà. Pensare che un giorno saranno dei medici, che avranno fra le loro mani la vita delle persone mi terrorizza.

Swelly the switch (#wattsy2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora