Capitolo terzo

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Grandi occhi pervinca. Non turchesi, non azzurri, non cerulei, non blu. Pervinca. Ho sempre adorato avere un tocco di questo colore sul mio volto,credo che mi renda particolare: come se i miei occhi fossero gemme brillanti e preziose che solo io posso possedere. Nessuno potrà strapparmeli via, al contrario di molte cose che mi sono state prese dalla vita. Nessuno potrà mai davvero afferrarli, perché sono lo specchio della mia anima; gli occhi sono l'unica parte del corpo che sia sempre stata solo mia.Mia! Nessuno ha potuto cambiarli e per questo sono ciò che preferisco di me. Quando ero una modella venivo costretta, praticamente, a seguire diete assurde, ad acconciarmi i capelli secondo le loro tendenze, dovevo indossare ciò che volevano loro per fare pubblicità; mi hanno anche obbligata a rifarmi il seno, se mai avrò un figlio non potrò allattarlo, e tutto ciò perché: «Con quei pizzichi di zanzara non andrai da nessuna parte. Cosa credi, che potrai sfilare per Victoria Secret così? Vuoi fare carriera o no?» dicevano.
Osservo la mia immagine allo specchio con soddisfazione, ora, mentre mi preparo per la serata al Sabotage. Ho tinto i miei capelli di bordeaux, come desideravo da tanto, e devo dire che mi donano assai. Passo un rossetto borgogna sulle mie carnose labbra, facendo attenzione a non sbavarlo. Mi sento davvero bella, dopo tanto tempo, e non c'è bisogno di dire che la cosa mi piaccia da morire. In effetti,questo vestito nero mi sta proprio bene: arriva fino alle ginocchia,è a fascia e sopra ci sono dei ricami di pizzo dorato. Per non sentire troppo freddo indosso un coprispalle abbinato, e lascio cadere i miei lunghi capelli mossi dietro le scapole. Dal piccolo portagioie di legno tiro fuori un bracciale brillantinato ed una collana con un ciondolo a forma di stella che cinge il mio magro collo. Prendo la pochette in tinta, le scarpe che hanno dei vertiginosi tacchi a spillo e sono pronta.
"Candice è qui, ci aspetta fuori l'entrata principale." ci avverte Clara dalla soglia della porta. "Arriviamo,Diana è in bagno a finire di mettersi il mascara" le dico. Io,Diana,Clara,Luisa e Andrea usciamo dal campus. Le mie amiche sono tutte molto carine oggi: vestitini corti e colorati, capelli piastrati meticolosamente, gioielli sgargianti, e persino Luisa si è truccata. È ovvio che sono eccitate all'idea di andare ad un party del genere, e di sicuro sperano di conoscere qualche bel ragazzo.
Fuori dal cancello ci aspetta Candice nella sua porche metallizzata :"Hey ! Salite forza!" ci dice sorridendo. Clara si siede davanti e scambia dei baci sulla guancia in segno di saluto con la sua nuova amica. Noi altri ci sediamo dietro, anche se siamo un po'stretti, per fortuna il tragitto è breve. Solo a vederla Candice sembra una ragazza molto benestante: abbigliamento firmato, gioielli con pietre molto grandi e preziose, unghia e mani perfette di chi va sempre dall'estetista, oppure ne ha una privata. E poi, beh, poi guida una porche. Non so se sia come Anastasia e Jessica, ma per essere diventata amica di Lala in così poco tempo dev'essere simpatica, spero.
"Io sono Candice, comunque. Ma questo già lo sapevate,immagino" scherza la nostra guidatrice alle prese con il volante. "Ovviamente, ad ogni modo sono Diana" "Allora piacere di conoscerti,Diana" " Io sono Andrea,so che mi trovi molto attraente ma sono già impegnato con questa coniglietta sexy" dice mentre cinge con il braccio le spalle della sua ragazza. Andrea è un tipo solare, scherza sempre e cerca di sdrammatizzare anche nelle situazioni peggiori, è innamoratissimo della sua fidanzata, ma anche troppo sdolcinato per i miei gusti. Tutti nel veicolo ridono per la sua comicità e prontamente Candice risponde: "Oh,sul serio! Che peccato. Ah, a quanto pare mi dovrò accontentare di rimorchiare qualche modello. Ma non saranno mai come te". Devo ammettere che mi sembra proprio simpatica. "E tu chi sei? Non hai pronunciato parola per tutto il tragitto" "Mi piace essere silenziosa. Comunque sono Samantha Chiaravalle, ma puoi chiamarmi semplicemente Sam" "Afferrato, Sam" mi sorride, in effetti lo fa spesso, ma è un piacere perché ha davvero un bellissimo sorriso,sembra emanare gioia a chi lo guarda. Inoltre i suoi occhi verdi e vispi, e i capelli lunghi e biondo fragola sono di una bellezza deliziosa.
Arriviamo al famoso locale londinese e subito brutti ricordi cominciano a tornare a galla nel mare delle mie memorie. Entriamo e un grande salone pieno di persone ci attende. Luci stroboscopiche, led colorati ad illuminare la sala, fiumi di alcool, persone che ballano e urlano prese dalla foga del momento, e forse anche di qualche sostanza. È un delirio e pensare che anche io ne facessi parte mi fa rabbrividire, provo del disgusto per me in queste situazioni. Ci addentriamo nella folla di giovani per raggiungere una stanza più tranquilla dove ci sono tavoli e divanetti in pelle; qui la musica è quasi assente e vedo molte persone che, in cerca di riservatezza, se così si può definire, pomiciano. C'è anche un bancone, quasi invisibile a causa della bolgia di gente che si trova in fila alla ricerca di un altro drink e di un po' più di sballo. Non mi piace stare qui, non voglio ribadirlo, ma Clara lo adora e mi dice : "Questo posto è una favola! Oddio voglio andare a ballare subito! Dai Sam vieni" "Ma mi fa male la testa" ecco un'altra bugia, detta a fin di bene, credo. "Eddai, non rompere e vieni a muovere un po' quel culetto sotto la postazione del DJ" e così dicendo mi trascina in mezzo a un mucchio di ragazzi sballati, sudati ed eccitati. Basta,devo andare via. Un tempo, magari, mi sarei strusciata addosso a qualcuno di loro, ma ora sono diversa, migliore, e non posso sopportare tutto questo. "Vado a prendere da bere, ci vediamo dopo" non so se la mia amica mi abbia sentito con tutto questo caos, in ogni caso vado nell'altra sala. All'improvviso lo vedo. Non avrei mai immaginato di rincontrarlo qui. Lo noto subito, proprio come avevo fatto lunedì nel bar. In effetti non avevo più molto pensato a quell'avvenimento, ma di certo non avevo dimenticato quel magnetismo emanato dalla notte dei suoi occhi. Non è solo : una biondina che indossa quello che in teoria è un vestito, anche se sembra più una maglietta, sta parlando con lui. Lo guarda incantata, di certo anch'essa subisce il suo fascino. Stanno scherzando, ridendo, seduti ad un tavoli mentre sorseggiano dei cocktail. Rimango delusa. Magari verrà a parlarmi se mi trova carina avevo pensato, ma non l'ha fatto, ha una ragazza,ecco perché. "Sam! Ma dove eri finita?" stranamente non è Lala a chiamarmi, ma Candice. "Ero venuta a prendere un drink" mentre mi giro per risponderle noto che affianco a lei c'è un ragazzo: ha degli occhi azzurri, non come i miei ma più chiari, piccoli, capelli biondi, non molto lunghi e delle labbra carnose. È un bel ragazzo, senza dubbio. "Ah capisco,comunque ti stavo cercando per farti conoscere Jonathan. Siamo amici di vecchia data e frequenta il quarto anno nella nostra facoltà." "Piacere, Samantha" dico sorridendo e porgendogli la mano "Piacere mio" dice rispondendo in modo educato e garbato al mio saluto. "Beh,ho pensato che avreste potuto fare conoscenza. Sai, dal primo momento che ti ho vista ho pensato che saresti andata molto d'accordo con John" Ma se ci conosciamo da nemmeno un'ora; ovviamente non le dico questo per non sembrare maleducata e mi limito a dire "Sul serio? Ma dai" sfoggiando il mio miglior sorriso falso "Sono sicura che frequentandovi capirai anche tu. A questo punto vi lascio soli, divertitevi" dice andando via. Rimaniamo un po' in piedi a crogiolarci nel silenzioso imbarazzo, poi lui decide di rompere il ghiaccio : "E così sei italiana" prevedibile. "Già, vengo da un piccolo paesino del Lazio ma studio a Roma" "Hai un' ottima pronuncia comunque, complimenti" "Grazie" cerco di rispondere nel modo più dolce possibile. Continuiamo a parlare dell'Università, di come mi trovi a Londra e di un mucchio di altre cose banali. Ora la mia vita è diventata questo: un mucchio di cose banali, ma se volevo davvero cambiare dovevo accettarlo. Jhon è molto carino e dolce, però noioso. "Vado a fare la fila per prendere un Cosmo. Ne vuoi uno anche tu?" "Oh no grazie, sono apposto" Menomale, almeno potrò fare la fila da sola, in pace.
" Hai già trovato un fidanzato Swelly? Complimenti, sei stata veloce. "
Swelly. Questa parola mi fa sussultare, una voce maschile e profonda la pronuncia alle mie spalle. Nessuno mi chiama così da almeno due anni. Chi poteva sapere che io fossi Swelly? Magari qualche modello del locale mi aveva riconosciuta. Mi giro per scoprirlo e la risposta alla mia domanda mi lascia profondamente interdetta. "Come,scusa?" chiedo allibita. "Mi riferisco al biondo con cui stai parlando da mezz'ora. " dice il magnetico ragazzo misterioso che incontrai lunedì. " John non è il mio fidanzato. E poi pensa alla tua ragazza " non so perché rispondo in questo modo,anche troppo sfacciato. " Sapevo che l'avresti notato, e comunque non è la mia fidanzata,Swelly " dice accennando un sorriso, dal tono della sua voce capisco che è divertito ma io voglio solo sapere come fa a conoscere quel nome. "Come fai a sapere chi sono?" "Esiste google, Swelly. " risponde freddamente, come se avessi chiesto un' ovvietà,ma io decido di replicare tenacemente: " E allora? Come hai fatto a rintracciarmi? Comunque smettila di chiamarmi così. " "Pensavo ti piacesse " e inclina nuovamente la bocca in quello che mi sembra proprio un sorriso sadico, poi aggiunge: "Ad ogni modo, per scoprire chi fossi ho usato i miei metodi." "E sarebbero? Poi si può sapere chi diavolo sei?" urlo esasperata,stufa delle sue vaghe risposte. "Mi chiamo Lucas Parker Wright " "E cosa vuoi da me?" sono impaziente di avere una risposta. In questo momento ho paura : paura che racconti tutto alle mie amiche, che tutti scoprano chi sono. Finalmente si decide a parlare, dopo aver indugiato un po': " Ti ho notata lunedì nel bar e volevo sapere chi fossi, così dopo aver ottenuto la lista degli studenti italiani ho cercato tutti i nomi su internet e poi ti ho trovata, al quinto tentativo. " "Questa sembra proprio una cosa da stalker " "Non sono uno stalker, sono solo molto curioso. " "Questo sembra ancora più da stalker." La mia affermazione lo fa ridere, ma sto dicendo esattamente quello che penso. "Poi, scusa, come facevi a sapere che fossi italiana? " "Oh, è stata la parte più semplice dato che le tue amiche stavano litigando proprio in italiano" " Non ti sfugge niente,eh." " Nemmeno a te,ti ho osservata in questi giorni, anche se non ci hai proprio fatto caso. Non è un errore tuo, sono io ad essere troppo scaltro. Comunque ho potuto capire dai tuoi atteggiamenti che sei estremamente attenta ai dettagli, e questo mi fa piacere Swelly." Il ragazzo si fa sempre più enigmatico, ma più parole aggiunge e più lo diventa in senso negativo: inquietante. Sono paralizzata di fronte a lui, mi sento absorta e la mia testa si riempie velocemente di tante idee : verrò scoperta, chi si fiderà ancora di me dopo tutte le bugie che ho detto? Mi ricatterà? Starò ai suoi giochetti? Mi ha seguita, pedinata di proposito e notato cose di me di cui nessuno si è mai curato. Come è possibile? Che sia davvero un maniaco? Ora che è di fronte a me e tiene gli occhi abbottonati sul mio corpo non provo più quell'attrazione e quel romantico incanto, ma solo terrore. Perdo il controllo di me,come se la mente non appartenesse più al mio corpo dato che non lo sento più come tale: è paralizzato,proprio come in un sogno, nel quale immaginano di fuggire ma le nostre game restano perennemente ferme, senza rispondere agli impulsi . "Hai paura,Swelly? " si avvicina al mio volto,i nostri nasi si sfiorano "Sí" rispondo con la poca forza rimasta in me. "Bene, perché devi averne " il sangue mi si gela nelle vene e perdo la connessione con la realtà all'idea di cosa potrebbe davvero farmi. "Signorina , il suo cosmopolitan" la voce del barista fa riconnettere i miei neuroni, affero la bevanda e poi Lucas si avvicina al mio orecchio e sento il suo respiro su di me, quando pronuncia: "Benvenuta a Londra, Swelly " con un tono perverso,quasi eccitato all'idea di tormentarmi.Sono esangue, sconvolta, soprattutto quando lo vedo sorridere palesemente compiaciuto nel vedermi spaventata.Va via e io rimango lì, con le gambe tremanti. Riprendo la cognizione della realtà: non so bene come definire ciò che è successo, ma di certo non è stato noioso.

Swelly the switch (#wattsy2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora