Sveglia alle 8, colazione, lezioni, pranzo, quattro chiacchiere con le amiche, studio, cena, vado a dormire. Monotone azioni quotidiane che scandiscono la mia esistenza. In tutto questo emozioni contrastanti si affollano, imperversa sempre molta agitazione. Ansia di essere scoperta, ansia di ferire Jon, ansia di non sentire Lucas. Sì, non si è fatto sentire, ormai me lo aspettavo. Tutto quello che gli ho detto, l'ho tenuto dentro troppo a lungo. Ero una mina pronta ad esplodere, ora è successo, in silenzio, non ho fatto del male a nessuno, se non a me stessa. Mi sto preparando per l'esame di psicologia generale, sono sola in camera, quando ritorna Diana. "Sam! Devo parlarti." sembra contenta ed entusiasta. "Dimmi" si siede sul suo letto, poggia le mani sul materasso soffice con molta delicatezza, come se premerle troppo forte potesse ferire quello strato di lenzuola inanimate. "Jon e Candice hanno organizzato una gita per il weekend, partiremo sabato mattina e torneremo domenica sera." vedere quel ragazzo non mi esalta, soprattutto per come sono scappata la settimana scorsa. L'idea di visitare l'Inghilterra, però, m'intriga: "Dove si va?" "È un giro per i boschi. Non ricordo bene il nome della località, è a circa tre ore da qui. Ti va di venire?" come amante della natura non posso rifiutare un invito del genere, andare via e visitare posti del genere mi rilasserà di sicuro. Non ci sarà soltanto Jon, e non credo ci proverà con me davanti ad altre persone, è un tipo riservato. "Sì, con piacere." "Fantastico!" mi rivolge un sorriso pieno di gioia, mi conforta. "Chi ci sarà?" "Emh... Saremo in otto. Allora: io, tu, Clara, Luisa, Andrea e ovviamente Jon e Candice. Ah sì, Jon porterà un amico." so che ha fatto molta fatica ad elencarmi questi nomi, non ha una memoria di ferro. Sono felice di avere l'opportunità di staccare la mente da tutto l'infero che scoppia nella mia testa, iniziato il giorno in cui Lucas mi ha parlato al Sabotage, almeno per un po'.
È arrivato finalmente il sabato mattina, ci svegliamo di buon'ora, ieri sera siamo andate a letto presto. Finiamo di preparare i bagagli ed usciamo. "Eccovi!" esulta Luisa, appena mi vede giungere con Didi e Lala. Andrea le sta affianco, si stropiccia gli occhi assonnato. "Dove sono gli altri?" domando "Stanno arrivando" mi informa il ragazzo. Passano dei minuti e Clara e la mia compagna di stanza iniziano a chiacchierare: "Se l'amico di Jon è carino, lo prendo io." esorta risoluta la bionda "Cosa?! Assolutamente no." risponde fredda Diana. "Ragazze! Non iniziate a litigare, per favore. Passiamo un weekend in pace." le fermo, non voglio sentire ancora discussioni. Ecco entrare nel parcheggio l'Opel e la Porche. Candice scende e ci da il buongiorno, Jon fa lo stesso. È seguito da un ragazzo alto, muscoloso, carnagione mulatta e capelli neri ricci. "Ciao, piacere, sono Mason." le mie amiche rimangono a bocca aperta, per poco non vedo la bava colare. È un tipo molto attraente, se lo litigheranno, le conosco bene. "Clara, piacere." gli va a stringere la mano, la sua voce si è fatta più suadente. "Diana." stranamente ha un tono dolce, sorride e scosta i capelli di lato. Le due pretendenti si rivolgono sguardi di fuoco, mi viene da ridere, sono così palesi."Beh, io sono Samantha" mi metto in mezzo prima che scoppi una guerra. "Ti conosco, Jon mi ha parlato di te." che imbarazzo. Il biondino gli tira una gomitata, l'ho visto e quando se ne accorge arrossisce teneramente. "Come ci dividiamo?" "Vengo in macchina con Jon e Mason" esclama Clara "Anche io" controbatte la rivale tenacemente. "Allora io, Luisa ed Andrea andiamo con Candice." sono felice di non dover passare tre ore in uno spazio così ristretto con quel biondino. "Nessun problema." detto questo, la nostra amica mette in moto la Porche.
Siamo partiti da due ore ormai, in questo lasso di tempo i due fidanzatini sono stati sempre abbracciati a sbacciucchiarsi. Sono teneri, ma li reputo fin troppo smielati per i miei gusti, forse è per questo che mi dicono sempre di essere algida. Ho impiegato i tanti minuti messaggiando con Clara, che si è sempre lamentata di Diana "È mio! L'ho notato per prima! Perché si mette in mezzo?"; l'altra a sua volta mi ha detto: "Quella bambina superficiale! Non si accontenta mai, vuole avere i ragazzi tutti per sé". Incredibile quanto siano andate entrambe fuori di testa: è solo un bel giovane, nulla di più, ce ne saranno milioni come lui. La solitudine, e il desiderio di trovare qualcuno, le sta facendo impazzire. Si comportano come due infanti che si contendono il medesimo giocattolo, due iene che hanno adocchiato la stessa preda. Le conosco, so che tra qualche giorno sarà tutto finito e si renderanno conto di quanto stiano esagerando, faranno pace; proprio per questo non voglio perdere troppo tempo immischiandomi nei loro litigi puerili. Parlo un po' con Candice degli esami, del meteo, persino di fiori: i suoi preferiti sono i denti di leone, perché soffiandoli puoi esprimere un desiderio, e, forse, si avvererà. Sono anche i miei preferiti. Iniziamo così un discorso riguardo i nostri sogni, il futuro che vorremmo. "Mi piacerebbe diventare cardiochirurgo come mio padre, ma che dico, diventerò cardiochirurgo." nel suo sorriso ci abitano gioia di vivere e speranza. Il mio, di padre, era un muratore, non voglio essere medico per assomigliare a lui, ma per aiutare le persone. I sensi di colpa mi dilagnano ogni giorno, questo è l'unico modo per equilibrare le cose, per sentire la coscienza meno pesante. Tutto ciò non lo dico alla mia amica, lo tengo dentro, come tutti i segreti inconfessabili. Non la conosco da molto, ma mi sento a mio agio con lei, è simpatica, si fida di me; un'altra persona che mi vuole bene a cui mento. Voglio andare via, via. Non posso scappare dai miei pensieri, in ogni istante mi tornano a cercare. Guardo le nuvole muoversi rapidamente, o almeno così sembra, lo scenario scorre veloce. Asfalto grigio e catrame in contrasto con i verdeggianti campi, con l'indaco cielo. Questo cielo, sì questo cielo, ha qualcosa di strano: è affollato dalle nubi, non è rischiarato dalla luce del sole, ma non piove, l'azzurro si intravede ancora, è solo più spento. Mi sento così anche io: non lascio scatenare la tempesta, non perdo l'amore per la vita, si affievolisce semplicemente. A volte, sì, mi chiedo cosa vivo a fare, mi chiedo se sia più facile morire, ma non posso farlo, non ancora, devo ancora aiutare le persone, pareggiare i conti: questo è il mio compito.
"Siamo arrivati, grazie a Dio! Non riuscivo più a guidare." esclama la mia compagna di viaggio. Percheggiamo in uno spiazzo, da qui partono varie sentieri brecciati. "Allora dove si va?" domanda impaziente Diana "Non lo so, ma ho fame" Clara ha già iniziato a lamentarsi "Se hai portato i panini mangiateli!" l'ammonisce Didi. "Okay ragazze, calmiamoci! Andremo a visitare il bosco di Westor, è a trenta minuti da qui." ci informa Jon"E ci si può arrivare soltanto a piedi." aggiunge Candice. Così ci mettiamo in viaggio, scambiando quattro chiacchiere fra un passo e l'altro. La natura qui è così rigogliosa, un posto fantastico, pieno di alberi, fiori, animaletti che cercano di sfuggire ai nostri sguardi curiosi. Sento parlare qualcuno dietro me, sento delle risate, ma non ci bado: sono troppo presa ad osservare il panorama meraviglioso. I riflessi della luce illuminano le foglie in svariati modi, rendendole tutte diverse fra loro, che cosa affascinante. Mi sento come entrata in un universo parallelo, dove non esistono preoccupazioni, segreti, bugie, ma soltanto serenità; vorrei poter vivere sempre in questo stato, ma so bene che non è possibile. È passata una quantità di tempo indefinito per me, però è ancora giorno, la luminosità è diminuita: saranno circa le due. "Che ne dite di fermarci un po' per mangiare?" chiede Mason, nessuno si oppone. Ci sediamo a cerchio per mangiare, mi posiziono fra Clara e Diana per evitare che si prendano a pugni: non hanno smesso di bisticciare e punzecchiarsi. "Sam, ti piace questo posto?" domanda Jon, è di fronte a me, mi guarda con occhi ridenti e gioiosi, sembra diventare felice semplicemente guardandomi. "Molto, come lo conoscevi?" "Ci venni in gita al liceo, ricordi Candice?" "Oh, sì! Che bel weekend quello." sospira con nostalgia. "In ogni caso, sono contento che ti piaccia." il biondino mi sorride, contraccambio.
Passiamo così un pomeriggio a passeggio, immersi nella natura. Abbiamo visto uno scoiattolino tutto nero, ma è fuggito via appena Clara si è avvicinata per provare a dargli delle noccioline. Si era riarrampicato con incredibile velocità su un albero, e saltellando fra i rami è sparito. È stato una fantastica giornata, non ho più pensato a Lucas e a tutti i miei problemi, mi sono solo goduta un po' di tempo con gli amici, come una persona normale. È giunta la sera, siamo tutti stanchi e decidiamo di andare nel bad&breakfast prenotato da Jonathan. "Dove si trova?" domando a Candice mentre guida "A St.Vincent, è un villaggio qui vicino. Non è molto conosciuto, ci sono pochissimi abitanti, ma il pernottamento costava poco." non avevo mai sentito parlare di questa cittadina, sarò felice di visitarla domani mattina, con più calma e meno stanchezza. Arriviamo e percheggiamo davanti una casa che sembra abbandonata. "Ma è una bettola!" esorta così Lala "Non fare sempre la schizzinosa!" l'ammonisce Luisa scherzosamente. "Era il posto più vicino, e poi dobbiamo solo dormirci." dice Jon pacatamente. "Questo posto è deserto, tutto buio. Ho un po' paura." Diana stringe le spalle, si massaggia i gomiti con le mani e si avvicina a Mason:"Per fortuna ci sei tu." gli fa gli occhi dolci. Ci sta provando spudoratamente, la cosa fa adirare Clara che le lancia un'occhiata inquietante: "Allora entriamo." aggiunge, fulminandola con lo sguardo. Candice chiede le chiavi delle stanze ad una signora sulla sessantina, con i capelli brizzolati raccolti in una treccia. La pelle chiara e grinzosa del viso si contrae in una smorfia: non sembra assai accogliente. Ci incamminiamo verso il secondo piano, spero vivamente che le stanze puzzino di meno del corridoio. Capisco perché abbiamo pagato poco per venire qui: muffa ovunque, nessuna decorazione, finestre mezze rotte. Ci sono cinque porte, tutte di un bianco giallognolo: due a destra, due a sinistra e una in fondo. "Ogni camera ha un letto matrimoniale" "Che bella notizia" sorride Andrea mentre afferra una chiave; insieme alla fidanzata si accomoda nella prima stanza a destra. "Io e Mason ci mettiamo qui" annuncia Jon, entrando nella stanza affianco a quella di Luisa. "Cosa?!" Clara è delusa, sperava di poter avere la possibilità di passare la notte con l'amico di Jon. "Prendo questa stanza" Diana intende proprio quella di fronte i due inglesi, ammicca alla sua preda. La seguo, immagino saremo compagne di stanza anche oggi."Oh no no, cara! Ho capito il tuo piano: pensi di poter sgattaiolare di là mentre dormo. Non mi freghi." sussurra rabbiosa la biondina "Dormo con te!" esclama, sfoderando il sorriso più falso che conosca. Posiziona con autorità le sue valige nel mezzo della camera. "Non bastavano i topi, ti ci metti anche tu nel letto" scherza Didi, è chiaramente scocciata. "A quanto pare, ti tocca stare con me. Due rosse nella stessa stanza!" mi chiama Candice. Non mi dispiace passare la notte con lei, stiamo impiegando il weekend a conoscercici meglio. La camera ha uno strano odore, le pareti sono piene di crepe e sembrano voler cadere da un momento all'altro. "Sono troppo stanca per lamentarmi" afferma la mia amica. Si infila il pigiama rosa che raffigura orsetti e cuoricini "Carino" la stuzzico "È sexy, non trovi?" ridiamo. Entrambe siamo sfinite, ci mettiamo nel letto dopo esserci cambiate. "Se qualcosa ti mordicchiare la gamba chiamami." sbiascica queste parole, credo sia ironica, ma con lei nulla è sicuro. Non faccio in tempo nemmeno ad augurarle la buonanotte: si volta, stringe a sé il sottile cuscino e si addormenta. Provo ad imitarla, non ci riesco, questa stanza è troppo angusta. Decido di uscire, mi siedo di fronte la porta. Il rumore delle lampade a neon è l'unico suono percettibile. La luce è flebile, a intermittenza. La tappezzeria arancione è sporca, ha uno strano odore, forse sangue. Probabilmente, però, è solo la mia fervida immaginazione. Sento qualcosa scricchiolare alle mie spalle, dei passi pesanti, e per un attimo credo di essere la protagonista di un film horror. Mi rigiro di scatto, salto in piedi, presa dall'angoscia. "Ehi, tranquilla" è semplicemente Jonathan, tiro un sospiro di sollievo. "Ah, ciao" "Che ci fai qui?" "Non riuscivo a dormire" ammetto con dell'imbarazzo "Tu?" "Cercavo il bagno". Cala nuovamente il silenzio, ma Jon decide di dirmi qualcosa: "La scorsa settimana sei scappata..." "Non mi sentivo bene" lo interrompo in modo irruente "Non ci siamo più visti, oggi c'erano tutti gli altri." la sua voce è bassa, dovrebbe sembrare ammaliante, ma per me non lo è affatto. Si avvicina, sfiora i mie fianchi con fin troppa delicatezza e mi bacia, di nuovo. Come posso respingerlo adesso? Che scusa invento? "Scusa, sono stanca. Buonanotte." lo allontano freddamente, e ritorno con velocità in camera. Sarei voluta essere più gentile, sono risultata brusca. L'ho ferito, mi dispiace. Non voglio fargli del male, non voglio rovinarlo, siamo amici. Come posso rimediare? Ecco fatto, sono sempre la solita stronza; semplicemente stronza.
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Swelly the switch (#wattsy2016)
Ficción GeneralUna bugiarda per eccellenza nasconde incredibili segreti, senza che nessuno la scopra. Un giorno, però, la vita di Samantha viene sconvolta: Lucas conosce la verità. Giochi psicologici manipolatori, umilianti, mistero e attrazione legano i due prota...