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Mi sveglio con un mal di testa lancinante e la sgradevole sensazione che qualcosa non vada. Quando apro gli occhi, mi rendo conto di non riconoscere la stanza in cui mi trovo. Le pareti sono dipinte di grigio chiaro e le tende sono tirate, lasciando entrare solo una luce tenue. Mi metto lentamente a sedere, con la testa che mi gira un po'. In quel momento lo vedo. Asher, il migliore amico di mio fratello, è sdraiato accanto a me e dorme tranquillamente.

Il cuore mi batte forte e un'ondata di panico mi assale. Come sono arrivata qui? Che cosa è successo ieri sera? I ricordi sono confusi, frammenti di conversazione, risate, poi il nulla. Mi rialzo in piedi, con la mente in allerta. Devo andarmene da qui prima che si svegli. Raccogliendo i miei vestiti sparsi, cerco di vestirmi in silenzio, con le mani tremanti che tradiscono la mia agitazione.

Senza fare alcun rumore, scivolo fuori dalla stanza, pregando che nessuno mi veda. Una volta fuori, presi un respiro profondo, l'aria fresca del mattino mi colpì il viso. Camminai velocemente, quasi correndo, verso casa mia.

La casa sembra essere stranamente silenziosa, come se mi stesse dando lo spazio di cui ho bisogno per mettere in ordine i miei pensieri.

Una volta dentro, mi chiudo la porta alle spalle e mi dirigo subito verso il bagno. Ho bisogno di lavarmi, di eliminare l'odore di alcol e di sudore, di liberarmi del senso di confusione e di colpa. Preparo un bagno caldo, aggiungo dei sali rilassanti e mi infilo nell'acqua fumante. L'acqua avvolge il mio corpo e chiudo gli occhi, cercando di ricordare la serata di ieri.

Le immagini iniziano a riaffiorare a poco a poco. La serata con Cora, la musica ad alto volume, un bicchiere dopo l'altro. Io e Asher che ridiamo e chiacchieriamo. Poi il suo sorriso, il calore della sua mano nella mia, il suo sguardo intenso. È successo tutto così in fretta. I baci, l'ondata di desiderio incontrollabile e poi... la camera da letto. Mi sento arrossire ripensando a tutto questo.

Un'ondata di senso di colpa mi investe. Ho mentito ad Asher. Ho finto di essere qualcun altro. Non sono orgogliosa di quello che ho fatto.

Non volevo nemmeno che la mia prima volta fosse così. Ma allo stesso tempo, provo una certa soddisfazione. È stato con Asher, la mia cotta di lunga data. Una parte di me non può fare a meno di sentirsi felice.

Sospirando, l'acqua calda mi aiuta a calmare i muscoli tesi. So che dovrò affrontare Asher, dovrò parlargli, spiegargli le cose. Ma per ora mi accontento di restare qui, in questa vasca, cercando di rilassarmi e di fare pace con quello che è successo.

Chiudo gli occhi, lasciando che l'acqua mi conforti, sperando che questo momento di calma mi aiuti a trovare la forza di affrontare le conseguenze delle mie azioni.

La cena si conclude in un silenzio teso, ogni rumore di forchetta sul piatto sembra un campanello d'allarme. Ho lo stomaco annodato, sento che qualcosa non va. Ethan mi lancia occhiate furtive dall'inizio del pasto, e so che il confronto è inevitabile. Quando mia madre annuncia che andrà a dormire e mio padre la segue subito dopo, la tensione nell'aria diventa quasi insopportabile.

« Gwen, puoi fermarti un attimo? » mi chiede Ethan appena i nostri genitori spariscono dalla vista. Annuisco, cercando di nascondere il nervosismo. Ci spostiamo in salotto, mi siedo sul divano incrociando le braccia per nascondere le mani che tremano. Ethan rimane in piedi, con le braccia incrociate e lo sguardo fisso su di me.

« Ieri sera eri a quella festa, vero? » spara senza giri di parole, il tono accusatorio.

Il cuore mi salta in gola. « Quale festa? » provo a rispondere con un'aria innocente, anche se dentro di me mi sento morire di vergogna.

Ethan stringe la mascella, visibilmente irritato dalla mia risposta. « Non prendermi in giro, Gwen. Ti ho vista. »

Mi mordo il labbro, sentendo il senso di colpa crescere. « Devi esserti confuso, Ethan. Non c'ero. »

Il suo sguardo si fa più duro, gli occhi scuri di frustrazione. « Non mentirmi, Gwen. Perché non vuoi ammettere che c'eri? »

Perché non posso. Dirgli la verità significherebbe rovinare tutto. Come posso confessargli che ho infranto le regole dei nostri genitori, che ero ubriaca e ho dormito con il suo migliore amico, anche lui fuori di sé dall'alcol? È troppo rischioso, troppo imbarazzante. Non posso distruggere la fiducia di Ethan, né quella dei nostri genitori.

« Te lo giuro, Ethan. Non ero lì. » Lo guardo negli occhi, sperando che creda alla mia bugia.

Sospira, passandosi una mano tra i capelli, frustrato. « Va bene. Se lo dici tu. » Ma so che non mi crede del tutto. Il dubbio aleggia nell'aria, e sento che qualcosa tra noi si è incrinato.

È passata una settimana. Una settimana in cui non ho visto Asher, ma il ricordo di quella notte continua a bruciarmi dentro. Non ne ho parlato con nessuno, e questo segreto diventa ogni giorno più pesante. Ho bisogno di sapere cosa pensa lui, se si ricorda, se prova quello che sento io.

Decido di agire. Stamattina, ho preso di nascosto il portafoglio di Ethan prima che andasse all'università. Ora ho una scusa per andare lì, per vederlo, per parlare con lui. Il cuore mi batte forte mentre arrivo al campus, scrutando l'ambiente alla sua ricerca.

Alla fine lo trovo, seduto su un prato con alcuni amici, il suo sorriso che risuona nell'aria. Prendo un respiro profondo e mi avvicino, sentendo il cuore accelerare a ogni passo. Quando mi vede, il suo sorriso si allarga, ma nei suoi occhi non c'è niente di diverso dal solito affetto amichevole.

« Ciao, Gwen! Cosa ci fai qui? » mi chiede, visibilmente contento di vedermi.

« Ciao, Asher. » Sforzo un sorriso. « Ho portato il portafoglio di Ethan, l'ha dimenticato stamattina. »

Si alza e mi abbraccia velocemente, poi mi lascia andare. « Sei la miglior sorellina al mondo, davvero. Senza di te, sarebbe perso. La vorrei anche io una sorella come te »

Le sue parole mi colpiscono come un pugno. La sorellina. Niente di più. Si sta comportando come sempre, come se tra di noi non fosse cambiato niente, come se quella notte non avesse mai esistito. Non si ricorda nulla, e anche se lo facesse, per lui sono solo la sorella del suo migliore amico. Realizzo, in quell'istante, che se non mi ha riconosciuta quella sera, non mi vedrà mai in modo diverso.

La consapevolezza mi travolge. Se voglio che mi consideri come qualcosa di più, devo mettere una parrucca e dei vestiti con quinon mi sento ad aggio, essere qualcuno che non sono. Ma è davvero quello che voglio? mi giro e torno sui miei passi con il portafoglio di Ethan in mano e un senso di sconfitta nell'anima. Le lacrime minacciano di scendere, ma le ricaccio indietro. Non posso permettere che Asher o chiunque altro mi veda così.

incinta del miglior amico di mio fratello [in Correzione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora