Chapter Ten.

27 8 3
                                    

Era rannicchiata su se stessa.
Era triste, ma non quella tristezza 'Ho preso 5 in matematica', no, quella tristezza che ti assale all'improvviso, ti fa tornare in mente i vecchi ricordi, i tuoi pianti, le tue grida.
Quella che ti fa diventare apatica, non riesci più a sorridere.

Isabelle aveva bisogno di Michael, aveva bisogno del suo ragazzo.
Ma semplicemente non c'era.
Il ragazzo non saprva la sua situazione in quel momento, stava suonando con i ragazzi.

Isabelle aveva iniziato a piangere.
Piangere disperatamente, senza sosta.
Il pianto che inizia per un motivo e poi finisce per un altro.
Non voleva più chiamare Michael, perché non voleva mostrarsi così fragile.
Il ragazzo era pensieroso, era da più di 30 minuti che Isabelle non scriveva.
Sentiva qualcosa di sbagliato.
'Io vado, devo fare una visita.'
Si inventò una scusa, altrimenti l'avrebbero preso per il culo per sempre.
Dopo vari 'ciao Michael', se ne andò, anzi, corse verso casa di Izzy.

Trovò la porta aperta, la ragazza si era dimenticata di chiuderla.
Il ragazzo corse verso la sua camera, in preda all'ansia, e li la trovò.
Fragile, sembrava di porcellana.
Rannicchiata su se stessa, si era addormentata.
Si avvicinò, vide la montagna di fazzoletti, le gote umide dalle lacrime.
Isabelle l'aveva sentito, aveva sentito le mani del ragazzo che accarezzavano i suoi capelli.
Si avvicinò al suo corpo.
Ricominciò a piangere silenziosamente.
'Izzy sfigati cavolo', una parte di Michael morì quella sera, con le lacrime e le urla della ragazza.
'Ti amo Michael.' Isabelle riuscí a dire quelle parole, anche se scossa dai singhiozzi.
Aveva detto quella frase semplicemente perché ne aveva bisogno, come noi.

Quando abbiamo bisogno di scrivere al nostro amico 'ti voglio bene', anche se stavamo parlando d'altro.
Semplicemente per ricordarlo.
Semplicemente per sentirsi dire un 'anche io, sempre.'
Semplicemente perché gli vogliamo un mondo di bene e non lo vogliamo perdere.

'Ti amo anche io piccola', dopo quelle parole Isabelle si calmò, un pochino per quelle parole e un pochino per guardare Michael senza la vista appannata.

'Scusa.'
Si scusava sempre, perché pensava di fare sempre qualcosa di sbagliato.
Lui si arrabbiava, perché per lei era perfetta anche se faceva casini, anche se non l'aveva chiamato perché i ricordi erano troppi e lei troppo fragile.
'Piccola stai tranquilla, ti amo okay?'
'Non andare via, per favore.' Isabelle non voleva rimanere sola, aveva paura.
'Non me ne vado più va bene? Rimango qua con te.'

Quella notte Isabelle dormí abbracciata a Michael, e un po' grazie a lui, un po' grazie al cielo sereno e pieno di stelle, riuscí a dormire senza incubi.

_____
Haloa!
Sono tornata, wattpad mi aveva DI NUOVO cancellato il capitolo e quindi l'ho riscritto DI NUOVO.
cacca wattpad.

Allora oggi ho fatto una simulazione di prove invalsi, matematica é stata epica perché facevo tipo :' boh prima ho messo C, quindi ora metto A.'
Oppure contavo fino a 15 e mettevo la crocetta LOL
sono bravissima in matematica.

Non é vero ma dettagli.

E quindi blblbl, ora vado a non fare nulla
(E a stalkerare i Five su snapchat)

Ve voglio una cifra di bene,
Ma proprio una cifra eh

Gaya:)

Guarda Le Stelle Nel Cielo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora