Oh, oggi sarà una giornata bellissima. E non solo perché mancano solo otto giorni al ritorno di Justin e perché mi salto un giorno di scuola ma perché oggi è il compleanno di Jill e ho chiesto un piccolo aiuto all'amore mio, che nel frattempo è tornato negli USA, a New York, per farle un regalo FA-VO-LO-SO.
Così lui ha chiamato un paio dei suoi amici, ha spedito Alfredo a casa mia e oggi...beh, Jill, amore mio, preparati che oggi incontri il tuo futuro marito.
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Sono le 08.05 di mattina e sono dentro la limousine che "Justin" (AHAHAH no, scommetto che l'ha pretesa Fredo) ha prenotato per me e per la mia Jill. Oggi, dopo tanto tempo, sarà una mattina dove ci saremo solo noi due, le "Annilian" che in teoria sarebbe il nome della nostra sismance.
Per la prima volta in tutto l'anno scolastico sono io che l'aspetto davanti a casa sua con le cuffie nelle orecchie mentre per tipo la millesima volta ascolto "Red" di Taylor Swift e la canto a fior di labbra. Proprio mentre inizia il ritornello Jill esce di casa e la porta della limousine si apre, facendo entrare il freddo che c'è fuori. Boh, ma è normale che a maggio, a Los Angeles faccia così freddo?
Comunque, dicevo. Quella scema entra in macchina e dopo esserci salutate ci guardiamo complici.
"Fredooo, Fredinoooo" cinguetto rivolta al caro caro caro Alfy, seduto davanti a noi.
"Qualunque cosa sia, per me è no."
"Ma.."
"Non puoi essere così ruffiana con me, non attacca."
Sbuffo.
"Volevamo solo chiederti se potevamo mettere musica..." faccio un faccino triste.
Alfredo ride e indica l'impianto stereo della limousine.
"Se sai come funziona..."
Sorrido maleficamente.
"Oh, non preoccuparti Fredo. Justin me l'ha insegnato."
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"Sono morto!" esclama il povero martire, aka Alfredo, scendendo dalla macchina.
Poverino, abbiamo passato un'ora e mezza cantando canzoni a squarciagola, assordandolo, ci credo che sta così...
Mi avvicino e lo guardo con compassione.
"Poooovero piccolo dolce Alfy, dove dobbiamo andare ora?"
Mi guarda male e mi indica una porta.
Jill intanto non è ancora scesa dall'auto e mi guarda dal finestrino con aria interrogativa.
"Ma lei sa cosa siamo venuti a fare qua?" Alfredo si gira verso di me.
Faccio cenno di no con la testa e vado da Jill.
"Jillet, scendi dai." sorrido.
Lei scende e mi da un colpo.
"Ma che caz...?!"
"Questo è per avermi chiamato Jillet. Non sono un rasoio da barba, ok?! Ok."
"....Va bene"
La prendo a braccetto e torniamo da Alfredo che intanto ha bussato alla porta.
"Pronte ragazze?"
"Pronte per cosa?!" chiede Jill spaventata.
Io ridacchio e non rispondo.
"Annie Cooper, che cazzo vuoi farmi fare?! Io non mi prostituisco, mi rifiuto!"
Rido e la spingo dentro.
"Sono sicura che dopo aver visto chi è il cliente, ti vorrai prostituire."
Entriamo in una stanza dove è tutto allestito per un servizio fotografico. E, oh, chi è quello in mezzo alla stanza? Sì Jill, non è la tua immaginazione, è l'unico, inimitabile, fantastico, meraviglioso e basso, Joshua Ryan Hutcherson!
"Jill?"
"L-lui...è...J-Josh...s-sto...m-ma...."
"Jillian, stai sbavando."
Non mi caga. Ma fanculo.
"Comunque...buon compleanno....Jillet."
Lei sorride e mi abbraccia.
"Picci, te l'ho mai detto che ti adoro tanto tanto tanto tanto tanto?"
"Jill, te l'ho mai detto che sei tanto tanto tanto tanto ruffiana?"
"Credevo dicessi "odio farmi chiamare picci" come fai sempre."
Ridiamo e l'abbraccio.
"Anche quello. Ora, vuoi conoscere quel nanetto?"
"Sì, certo!"
Ci avviciniamo a Josh che si sta riposando e lui mi saluta.
"Ehi Annie!"
Spalanco gli occhi. Oddio, sto per morire, Josh Hutcherson conosce il mio nome.
"M-mi...mi conosci?"
"Certo, Justin mi ha parlato di te per ore quando mi ha chiesto se ero libero per poter fare un regalo alla tua amica...Jillian, giusto?"
Si gira verso Jill che lo guarda come se volesse mangiarlo.
"Jillian!" sussurro.
"Cazzo vuoi?!" mi risponde sussurrando anche lei.
"Josh ti ha fatto una domanda!"
"E...cosa mi ha chiesto?"
Qua ci sta bene un bel facepalm mentre Josh che ha ovviamente sentito tutto se la ride.
"Ti ha chiesto se sei Jillian!"
"E non si vede?!"
"Cretina, lui non ti conosce!"
"Ragazze, non è stupido, vi sente." Oh, ecco che Alfredo si intromette. Antipatico.
"Vabbeh, è il regalo di Jill e io qua sono di troppo, quindi...beh, Josh, un giorno ci rivedremo, spero!" sorrido e trascino via Fredo, lasciando soli Jill e Josh.
Spero solo che quella pazza non lo stupri.
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Sono le dieci di notte e Jill, che rimane a dormire a casa mia, continua a blaterare su quanto sia fantastico, bellissimo, simpatico etc etc...Josh mentre io mi chiedo se Justin si sia dimenticato la sua lettera quotidiana quando a un certo punto squilla il campanello e mia mamma inizia a urlare.
"Annie! E' per te!"
Scendo velocemente le scale, sperando di trovarmi davanti Justin che è riuscito a liberarsi dai suoi impegni prima dei fatidici 22 giorni e invece è solo l'onnipresente Alfredo.
"Oh, sei tu." dico con un po' di delusione."Che ti aspettivi, mr Bieber? Nah, però ho una cosa per te da parte sua. Te la dovevo dare prima ma l'ho dimenticata." sorride imbarazzato.
"Grazie Fredo" sorrido e lo abbraccio.
"Aw, oggi sei dolce Annie, che ti succede?"
"Non lo so..." faccio spallucce.
Fredo ride e mi scompiglia i capelli.
"Vabbeh, io vado. E...Annie?"
"Sì?" alzo lo sguardo dal pacchetto che ho in mano.
"Sono solo otto giorni...ce la farete entrambi."
Sorrido e lo guardo salire in macchina, rientro in casa e chiudo la porta.
Salgo in camera e mi siedo sul letto vicino a Jill.
"Uh, chissà cosa ti ha scritto oggi!" esclama lei.
Apro il pacchetto, dentro ci sono solo due fogli.
Leggo il primo, il solito biglietto.
"Sai, quando sei lontana soffro un po' di insonnia e quindi la notte non dormo. Ma sono del parere proprio di notte nascano le canzoni migliori, quindi ho scritto questa per te. Ti amo Annie. Tuo, J.""Non ci credo, mi ha scritto una canzone." sussurro.

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22 Days
Fiksi PenggemarCome fai a rimanere 22 giorni senza la persona che ami, che sia un cantante di fama mondiale o il barbone vicino al supermercato? *Questa storia non è mia,ma mi è piaciuta molto quando l'ho letta quindi ho deciso di pubblicarla*