La morte non è che un nuovo inizio

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Layla aveva sempre considerato i suoi genitori due persone bellissime, non solo caratterialmente, ma anche fisicamente.
Elaine, la madre, era alta, magra, con il seno non troppo prosperoso ma nemmeno troppo poco, i lunghi capelli mossi come quelli di Layla, ma verdi fluorescenti, come quelli di Erick; gli occhi, invece, erano proprio come quelli della figlia, due grandi occhi affusolati color ambra, anche se lei preferiva considerarli color topazio.
Suo padre, Lucas, era un uomo grande e muscoloso, con la solita bellezza, finezza e fierezza dei vampiri. Gli occhi erano rossi come rubini, e i capelli azzurri come il cielo in una giornata soleggiata d'estate.
Layla ricordava bene il giorno in cui le avevano parlato di quello che aspettava lei e suo fratello: aveva quindici anni. Lei era in camera sua e stava leggendo un libro con Erick, quando sentì i passi leggeri dei suoi genitori indirizzarsi verso la sua stanza; difatti qualche istante dopo suo padre aprì la porta e, con eleganza, fece passare sua madre, che prese la sedia della scrivania e ci si sedette sopra. Appoggiando le mani sulle spalle del figlio, Lucas, invece, si sedette accanto a lei, sul suo letto, con un'aria seria. Layla voleva molto bene ad entrambi, ma con suo padre aveva un rapporto speciale. Egli tirò fuori da una borsa due bambole di porcellana: una rappresentava una ragazza bellissima, ma molto pallida, e l'altra era una ragazza con addosso un leggero e semplice abito bianco, immacolato. Layla guardò prima sua mamma, poi suo papà, con fare interrogativo.
"Siete abbastanza grandi per sapere la verità e sopportarne il peso- iniziò Lucas, accarezzandola con uno sguardo dolce.- Io e tua madre, prima di avere voi, ci siamo informati su quali fossero i rischi e i pericoli di creare un bambino da una strega e un vampiro. Miei giovani figli, dovrete fare una scelta importante. Questo è quello che ci fu profetizzato:
"Due gemelli avrete,
una bambina, forte e leale,
e un bambino, pieno di sete.
La prima, della sua vita farà uno studio maniacale
Il secondo preferirà fama e potere,
sembreranno far parte di uno spettacolo teatrale.
Prima dei vent'anni fare una scelta sarà il loro dovere,
ma fra il mondo dei vivi e quello dei morti intrappolati dovranno rimanere.
L'uno non può vivere se l'altro muore, questo è l'importante da sapere."

Layla rifletté sulle parole della profezia per qualche istante, concentrandosi sui versi che aveva udito e memorizzato, poi spostò il suo sguardo sulle due bambole, e realizzò.
"Fra il mondo dei vivi e quello dei morti intrappolati dovranno rimanere..- sussurrò appena quella frase, sgranando gli occhi e fissando suo padre.- Vampiri o fantasmi. È questa la scelta, non è vero?"
Sua madre la osservò con fare triste, e Lucas annuì grevemente. "Sì piccola mia, hai indovinato."
Ma Layla aveva già scelto quello che sarebbe diventata, non le serviva altro. Scoccò un'occhiata a suo fratello, che le sorrise e disse:"Insieme, per sempre."
"Cosa dobbiamo fare per diventare vampiri?" chiese la figlia, con convinzione.
"Dovrete uccidere una persona e berne il suo sangue. "dichiarò Elaine, dopo un momento di silenzio, con un sorriso amaro.
Entrambi i gemelli ci rimasero male, deglutendo a vuoto e lanciandosi occhiate nervose, ma avevano scelto, e non si sarebbero tirati indietro.

Il primo che diventò vampiro fu Erick, ma le circostanze in quel momento la ragazza non voleva ricordarle, erano troppo sgradevoli. Non che la trasformazione di Layla fu migliore.
Stava tornando a casa dagli allenamenti di scherma, li frequentava facendo finta di essere un ragazzo, quando un uomo l'aveva aggredita in un vicolo scuro e male illuminato, puntandole contro un pugnale. Lei si era girata di scatto, prendendo l'arma e pugnalandolo al cuore, senza alcuna esitazione. Era rimasta a guardarlo morire, poi aveva fatto l'unica cosa che l'istinto le aveva suggerito di fare: bere il sangue dell'uomo. Così aveva reciso suo polso e aveva bevuto, fino all'ultima goccia. Era tornata a casa, e subito dopo aver messo piede nell'immenso castello, la trasformazione iniziò. Fu lunga e dolorosa, durò ben quattro giorni, le sue urla riecheggiavano lungo tutte le mura, ma alla fine ce l'aveva fatta.
Era diventata una vampira.


Quando Layla si svegliò, la prima cosa che fece fu capire dove fosse e raccogliere più informazioni possibili senza aprire gli occhi. C'era uno strano odore di vecchio, ma sentiva anche l'odore di.. Cane. E sangue. Aveva i polsi legati ai braccioli di una sedia, con delle corde nemmeno troppo resistenti. La sedia aveva lo schienale, ed era in legno, e le caviglie erano libere. L'unico suono che riuscì a udire fu il suo respiro, regolare, falso, ma nella stanza percepiva la presenza di qualcun altro.
"Lo so che sei sveglia, sorellina, non fingere con me." La voce di Erick echeggiò nelle orecchie della ragazza.
Aprì lentamente gli occhi, e vide suo fratello seduto per terra, dall'altra parte della stanza; si guardò intorno e capì subito dove si trovasse. "Cosa vuoi, Erick?" chiese infine con voce stanca. "Non ho più voglia di scappare, di nascondermi. Da te poi! Dimmi cosa diavolo vuoi e facciamola finita qui."
Il ragazzo sorrise, ma non fece il solito sorriso beffardo che lei era abituata a vedere, era un sorriso amaro, triste. "Sorellina..- sospirò.- Questa è l'ultima volta, lo prometto. Non è che io mi diverta poi così tanto a torturarti."
"Non ci scommetterei. " replicò lei, storcendo il naso.
Erick rise, di gusto. "Davvero credi che faccia tutto questo di mia spontanea volontà?" chiese con fare scettico.
Layla lo guardò di sottecchi. "Sbaglio, forse?"
Erick rimase in silenzio, poi si strinse nelle spalle, avvicinandosi alla sorella. "In effetti, no. Per tutto questo tempo ho fatto tutto da solo, sai quanto amo vederti soffrire. Ora lavoro per qualcuno che la pensa come me, però odio il fatto che possa comandarmi come gli pare e io non posso minacciare di ucciderlo, perché devo ancora capire come fare. Capisci ora perché mi servi tu? Sono sicuro che lo sai, tu sai sempre tutto, Effie."
Il diminutivo le provocò un istinto di vomito. Odiava sentirsi chiamata così da lui, non aveva alcun diritto di farlo. Lo guardò disgustata. "Sei davvero così stupido? Ancora non l'hai capito?" gli chiese con un sopracciglio inarcato.
"Illuminami, allora." Le rispose lui con un mezzo sorriso.
"Morirai con questo dubbio, fratellino -sottolineò con disprezzo la parola- dato che non ti dirò nulla."
Erick le si avvicinò ancora, aggirandola, e posizionandosi dietro di lei. "Oh ma io sono qui proprio per questo. Devi dirmi dove sono."
"Non imparerai mai, vero? Questa volta non hai niente con cui ricattarmi."
Lui era in piedi, dietro la sorella. Con un gesto veloce le strappò la maglia e le mostrò il palmo della mano destra. "Vedi questo? Oh, non sei un'ingenua. Sai cos'è, e sai quanto farà male. Ultima possibilità, Layla."
La vampira sorrise amaramente. "Ci siamo già passati trecento anni fa, puoi torturarmi quanto vuoi, non ti dirò assolutamente niente."
Prima che succedesse il peggio, mandò un messaggio mentale a Cameron; non voleva che venisse a salvarla, voleva solo fargli capire che lo amava, più di qualsiasi altra cosa, anche della sua vita stessa.

La storia di un Weasley e di una MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora