Mio padre ci fissa negli occhi e io vi giurerei che non ho mai visto i suoi di una sfumatura tanto dorata, nemmeno nella sua forma di lupo. Era così diverso:irriconoscibile.
- Lui è qui - ripete e usa ancora quel epiteto
Lui
Lui
LuiNon mi esce dalla testa: quella piccola e insignificante, usuale parola mi sconquassa la mente, mi ronza dentro come una fastidiossissima zanzara che vorrei schiacciare e uccidere.
Avrà pure un nome?! O no?!
Il mio pensiero è così forte che i miei genitori lo sentono: non è così strano per noi, ma non avviene spesso, beh, non fuori dal mio controllo, ma ero davvero furiosa, esasperata e quell'urlo partorito dalla mia mente si era connesso alle altre. Era accaduto pochissime volte, ma succedeva solo con i membri della mia famiglia.
Solo con i membri della mia famiglia
Famiglia
Una strana sensazione si impossessa improvvisamente di me, il tempo si ferma e congela. Guardo mia madre: ha avuto anche lei la mia stessa sensazione ed è solo un attimo, ma il suo viso cambia espressione, gli occhi si spalancano increduli e poi come un nulla le labbra le si schiudono
- Elijah... - la voce le esce come un sussurro. Pone i suoi occhi rubino in quelli di mio padre, le viene da piangere - non è possibile- dice e scuote la testa, i capelli lunghi e biondi si muovono sinuosi e le ricadono in avanti - non è possibile- ripete e il suo è un altro mormorio strozzato.
- mamma? - chiedo io, che oramai non sto capendo più nulla. Nessuno mi risponde.
Silenzio
Pesante e straziante silenzio.
Tutti si sono ammutoliti, paiono quasi statue di freddo e trasparente ghiaccio.-papà?- chiedo e lo guardo. Deve rispondermi. Lui deve farlo. Mi guarda.
- Scarlett-
Il mio nome esce in modo strano, quasi anormale dalle sue labbra. Nasconde qualcosa. Ma cosa?
- piccola - dice - c'è una cosa che devi sapere... - e abbassa lo sguardo, quasi colpevole e mi chiedo perché, perché lo fa? Perché ha quell'aria da pentito? Perché sembra mortificato, frustrato?
Un enorme e ingombrante perché è l'unica cosa che ho adesso, è tutto quello che mi rimane.
Mille domande e zero risposte.
Nessuna cetezza, ma solo dubbi.
- che cosa dovrei sapere papà? Cosa? - domando e quell'ultima parola mi esce dalle labbra quasi come un urlo, un urlo esasperato e stanco. Continuo a guardalo e lui abbassa gli occhi dorati. - cosa?!- ripeto e questa volta grido furiosa e spazientita: non ne posso davvero più, la tensione è troppa e palpabile, oserei dire che si taglia con la lama di un coltello.
- piccola - dice e questa volta alza lo sguardo su di me e poi lo sposta su mia madre: lacrime, tante perle di dolore liquido gli velano gli occhi.
È la prima volta. La prima volta che lo vedo piangere in quel modo: perfino quando mi raccontava di come io e mia madre ci eravamo trasformate riusciva a trattenerle
Che succede?
Il mio pensiero esce calmo dalla mia mente e sono certa lo abbiano sentito.
Papà si avvicina, ha ancora parecchie lacrime che gli rigano le guance, si china un poco e appoggia la sua fronte sulla mia. So cosa sta facendo: vuole condividere un' immagine, un ricordo.Ed ecco che quella rimembranza parte ed è come assistere ad un vecchio film dalla pellicola strappata
Posso vedere due bambini. Sono identici. Sono gemelli. Sono minuscoli e indifesi, la loro pelle è candida e hanno degli stranissimi capelli nero-grigi. Gli occhi non si vedono, sono ancora troppo piccoli e li tengono chiusi. Una donna bionda giace lì vicino, è su un letto, neanche glieli fanno toccare: è una scena straziante, non ce la faccio a guardare, non voglio! Il ricordo però va avanti...
Un'altra donna, più anziana, discute con quello che sembra il padre dei gemellini; non posso sentire neanche una parola, ma percepisco che non è nulla di buono e infatti alla fine uno dei neonati viene tolto impunemente dalle braccia del padre. La madre, ora ne sono certa, dal suo giaciglio urla: non la sento, ma il suo viso e i suoi occhi mi parlano.Mamma
Papà
Il ricordo svanisce via. È meno di un battito cardiaco. Ritorno lentamente alla realtà.
Sento la fronte di mio padre staccarsi dalla mia. Lo guardo per l'ennesima volta, ma questa volta la mia bocca si apre e inaspettatamente non ne esce nulla, assolutamente nulla.
- era tuo fratello gemello - dice e quella affermazione mi congela.
Ho un fratello. Un fratello gemello.
Provo a ribattere, ma ancora non ce la faccio: questa cosa mi ha colpito come un macigno, mi ha scombussolato, non percepisco più nulla intorno a me, ogni cosa mi arriva come ovattata. Diversa. Mio padre se ne accorge. E così prova a darmi una carezza, ma io non ce la faccio e mi tiro indietro.
- no- dico lentamente, poi spalanco gli occhi - no!- questa volta urlo e quasi ringhio - come avete potuto farlo?! Come?!-
- Scarlett... - mia mamma prova a intervenire, ma sono troppo arrabbiata e così, girandomi verso di lei, mostro i canini e le grido di starmi lontana. I miei occhi devono essere diventati di quello strano color rosso misto oro, quasi arancio: il colore che prendono quando mi arrabbio molto. - statemi lontani! - esclamo - entrambi! - dico e me ne vado, corro via e mi rinchiudo nella mia stanza.
- Scarlett!- sento urlare, ma me ne frego.
Fanculo.
La giornata non poteva andare peggio.
Mi butto sul letto, anzi mi ci lascio cadere e la testa mi affonda nel cuscino. Vorrei potermici soffocare.
Cosa ho che non va? Cosa?
La porta della stanza però era rimasta aperta. Mio padre entra, ma non ci penso neanche per un secondo ad alzare la testa dal cuscino: non voglio vedere niente, non voglio sentire niente.
Rimane in piedi e mi fissa, sento i suoi occhi su di me. Il suo sguardo è pesante, troppo, non lo sopporto, proprio non ci riesco. Non lo reggo.
- va via - dico e la mia voce arriva ovattata per colpa del cuscino.
- Scarlett-
Proprio non capisce
Mi irrito ancora di più. Mi giro di scatto e alzo la mia stupida testa dalla morbidezza piumosa dalla quale avrei tanto voluto esser soffocata e lo guardo esasperata e stanca; non voglio sentire più nessuna parola, non voglio condividere più nessun ricordo, non in quel momento. Non ora.
- va via- gli dico a denti stretti - non voglio parlarne-
Lui continua a guardarmi, poi abbassa lo sguardo, si volta ed esce dalla mia stanza. Posso percepire quanto è mortificato: lo vedo nei suoi occhi, nella sua schiena curva in avanti mentre esce,ma non so se mi importa. Proprio non lo so.
Alla fine la porta si richiude dietro di lui con un leggero tonfo e sarei pronta a scommettere che poco prima il mio udito finissimo aveva captato un sussuro spezzato-ci dispiace Sleepy -
Mi viene da piangere. Ora mi viene solo da piangere e lo faccio, lo faccio senza ritegno e mi butto di nuovo sul letto sperando di addormentarmi e di risvegliarmi il giorno dopo per scoprire che in realtà è stato tutto un brutto, orribile sogno.
Ma così non è, per cui illudersi non mi serve a nulla.
Che compleanno di merda
Questo è uno degli ultimi pensieri che mi accompagnano prima di sprofondare, sfinita, nel sonno più buio
Elijah. Mamma ha detto che ti chiami Elijah.
Poi un'oscurità senza sogni mi prende e i miei occhi si chiudono.
Spazio autrice :
Eccomi! Piaciuta la sorpresa? Ve lo aspettavate? (Sinceramente io no XD) e spero, vivamente, che la cosa non vi abbia sconvolto troppo! Insomma, che vi sia piaciuta come (folle?) Idea!
Bene bene, questo capitolo, non si fosse capito, è stato mooolto difficile da scrivere, mi ha dato un bel po' da pensare... ma tranquilli, le nostre avventure non sono ancora giunte al termine! ;)Ps: so che qualcuno voleva sapere di più sulla ciccatrice di Elijah... eheh non temete, più avanti lo scopriremo!
Alla prossima miei cari! :)
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Hybrid [Completo]
Paranormal[Prima parte della saga - Alla fine della trama troverete le indicazioni per la lettura delle altre storie (se mai vi andasse di continuare!)] [Storia completa, da revisionare ] Trama: La diversità fa sempre paura e ancor di più in un mondo dove l...