5: "Che ci fai qui?"

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22:40 confraternita "North Lions".

Finalmente abbiamo trovato parcheggio. Ci abbiamo messo almeno 20 minuti perché ogni posto vicino alla casa era occupato.
Scendo dalla macchina di Samantha , e tutte e tre insieme ci avviamo per il piccolo vialetto che conduce alla casa.
A:" Entriamo!" Dice entusiasta.
Appena apriamo la porta notiamo molte persone e musica pop ad alto volume. Vedo da tutte le parti ragazze con dello scotch addosso che si agitano, starnazzando come galline, è da qui capisco che tipo di festa possa essere.
Io Ava e Samantha, dopo aver messo le giacche e le borse nel guardaroba, ci fiondiamo subito nella massa e iniziamo a ballare, scatenandoci a suon di musica. Improvvisamente sento qualcuno toccarmi la spalla, e quando mi giro di scatto per vedere chi sia, due occhi blu ghiaccio incontrarono i miei verdi.
« Che ci fai tu qui?» Mi chiede sgarbatamente quel ragazzo di stamattina.
J:« Mi diverto forse?» Dico mettendo le mani in alto in segno di ironia.
Distolgo lo sguardo e mi rivolgo alle mie due amiche che si stanno divertendo come due matta:
J:«Ragazze vado un attimo a bere qualcosa, torno subito.» Dico evitando di guardarlo: ho bisogno di calmarmi, e non so perché ma questo ragazzo mi manda a fuoco.
Inizio a vagare senza sosta alla ricerca della cucina e di qualcosa da bere, ma non ottengo nessun risultato così lascio perdere e chiedo ad un ragazzo moro, appoggiato al muro.
J:«Hei, scusami potresti dirmi dov'è la cucina? Non riesco a trovarla e vorrei bere qualcosa.» Chiedo con gentilezza.
E:«Certo, e qui dietro ti ci accompagno io. Sei nuova vero? Non ti ho mai vista qui. Io sono Ethan Parker, piacere.»
E guardandolo bene, questo Ethan é davvero un bel ragazzo: ha la mascella ben scolpita e gli occhi sono castano scuro con pagliuzze dorate.
J:«Piacere io sono nuova... c'è nel senso sono Josie Foster e sono nuova..»
Si mette a ridere e rido anch'io di rimando.

Mentre mi accompagna alla cucina, vedo diversi ragazzi fissarmi e ridacchiare in modo malizioso, e questa cosa mi mette parecchio a disagio. Quando anche lui se ne accorge, mi mette un braccio intorno alle spalle e mi stringe a lui accompagnandomi in quella che deve essere la cucina.
Parliamo per un po' di tempo e beviamo 1,2,3,4 drink fino a perdere il conto. È un ragazzo molto sveglio e gentile, ha fatto un bellissimo gesto per proteggermi da quegli arrapati e questo lo apprezzo.
Poi tutto a un tratto mi guarda e mi dice:
E:«Scusami per prima è solo che ho visto come ti guardavano e ho visto anche come hai reagito quindi ti ho avvicinata a me ma non era mia intenzione..»
J:«Tranquillo, anzi grazie mille.»
Gli sorrido e lui ricambia. Ad un tratto la testa inizia a girarmi e cosi cerco di aggrapparmi al bacone della cucina.
Ho bevuto un po' troppi drink, forse.
E:«Hei tutti apposto? Non sei abituata a bere... aspetta ti accompagno fuori.»
Accetto e d'istinto gli metto un braccio al collo, facendomi accompagnare.

Una volta fuori ci sediamo su un piccolo divanetto a due posti. Prendo il telefono dalla borsa e guardai l'orario: 00:22, e un senso di ansia mi assale. Dove sono le mie amiche?
E:«Ti piace il tuo nuovo college?» mi chiede poi spezzando il silenzio e facendomi spostare la mia attenzione su di lui.
J:«che domanda è? Ovvio che mi piace la Coca cola.» rispondo alla sua domanda stupida sbiascicando e senza capire il vero senso di quella domanda.
Il ragazzo di fianco a me scoppia in una risata fragorosa, e vedendolo anche io mi faccio trasportare.
E:«Vuoi che ti riporti nella tua stanza? Non sembri molto lucida..»
N:«No sto bene qua grazie Ethan. Fra poco tanto me ne vado.»
E:«Allora come vuoi tu
J:«perché tu non rientri? Io posso stare qui tranquillamente. Fra poco tanto dovrebbero venire la mie amiche..»
E:«Nah, starmene là a vedere anatre starnazzare e ragazzi arrapati guardarle? Preferisco stare qui a parlare con qualcuno di intelligente!» Dice facendomi un grandissimo complimento che non posso far altro che apprezzare.

Continuiamo a parlare per un po' di tempo quando il mio cellululare inizia a suonare. Cerco di sfilare dalla tasca con scarsi risultati ma alla fine ci riesco e rispondo.
J:«Pront..»
A:«Ma dove sei finita? È da 20 minuti precisi che ti stiamo cercando. Dove diamine sei?»
Guardo l'orario. 1:20. Porca l'orca.
E:«Devi andare?» mi bisbiglia Ethan e io faccio cenno di sì, chiudendo la chiamata, non rispondendo alla domanda appena fatta da Samantha.. o forse da Ava.
J:«Si, le mie amiche mi stanno aspettando.. ci rivediamo a scuola?» chiedo sperando in un si.
E: «certo anzi, se vuoi ti do il numero cosi ci sentiamo.» Lo dice senza alcun doppio fine, e ne sono sicura. Così gli consegno il mio telefono e lui mi consegna il suo con i quali ci scambiamo i numeri di telefono.
J:« D'accordo! Ci sentiamo domani, grazie Ethan, ciaoo!» prendo la borsa e lo saluto allegramente ringraziandolo per la serata, e poi mi dirigo verso l'uscita.

Inizio a camminare tra la folla quando mi scontro brutalmente con qualcuno e cado a terra.
Mi alzo prendendo velocemente la borsa recuperata un attimo prima dal guardaroba, per poi sentire una mano prendermi per il braccio e farmi voltare.
«Hei ma guarda dove..» mi dice bruscamente il ragazzo dagli occhi blu ghiaccio guardandomi.
«Dove stai andando tu così di fretta?»
Mi perdo ancora una volta nei suoi occhi, ma quando mi accorgo che devo muovermi mi volto decisa, scansando la sua mano dal mio braccio e lasciandolo li.
Finalmente vedo Ava e Sam, ma proprio in quel momento un giramento di testa mi colpisce e quando le mie amiche se ne accorgono mi portano velocemente in macchina.
A:«Beh direi che possiamo anche andarcene.» Dice stufa Ava e io mi sento una merda.
S:« Gia, metto in moto e andiamo.»
Saranno incazzatissime con me, le ho rovinato la serata, non sono stata neanche tanto con loro..
J:« Ragazze.. vi chiedo tremendamente scusa, scusatemi per avervi rovinato la serata. Se volete posso chiamare un taxi e andare da sola..»
Samantha e Ava si guardano in faccia e iniziano a ridere.
S:« Josie, la festa è stata noiosa, davvero. C'erano troppe ragazze e pochi vestiti.»
A:«Concordo pienamente con Sam. Tranquilla Josie, volevamo andarcene anche noi da quella festa. Ora dormi. Fra poco saremo in stanza.»
Sospirai un sollievo, e mi misi a dormire.

Così freddi, quasi come il ghiaccio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora