7: "Acqua."

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12:30, dormitori stanza 93.

Ritorno nella mia stanza e quando apro la porta vedo Rachel sbraitare e fare avanti indietro al telefono.
Cerco di entrare in punta di piedi per evitare di disturbare la chiacchierata amichevole che sta avendo.
R:«Ancora? Perché! Dimmelo! Non ha senso stare insieme se... basta finiamola qua. Io non... non posso più soffrire così. Addio David.» dice in lacrime lanciando il telefono sul letto e mettendosi su quest'ultimo a piangere. Rachel alza poi lo sguardo e nota che in quella stanza, non è più da sola ma che ci sono anche io, così cerca di farmi una spiegazione per quello che ho appena assistito.
R:« Era io mio ragazzo da 2 anni, ma in verità non si è mai comportato bene. Cercava sempre di rifilare una scusa quando si parlava di quello che avesse fatto la sera prima e che ogni persona che mi stava accanto, mi avvisava sempre di quello faceva, dicendo che io non ero la sua unica ragazza. Nonostante io lo ami, non posso farcela più in questo modo e finalmente forse oggi ho gettato una volta per tutte la spugna. Ho fatto bene, vero Jo?" mi chiede tra le lacrime e io non posso far altro che stendermi sul letto e abbracciarla.
J:"Se fa il disgustoso, allora non ti merita. Non puoi stare al suo gioco, non sei una bambolina e per questo hai fatto bene a troncare i rapporti. Mi dispiace davvero, su vieni qua, col tempo passerà." Cerco di rassicurarla facendole notare quanto bene abbia fatto a lasciare una persona che non la meritava.
R:" Jo, se non ti dispiace potresti andare da sola a mangiare? Vedi.. mi è passata la fame e non riesco proprio ad accompagnarti, scusami tanto." Cerca di spiegarmi lei mente ancora qualche lacrima le percorre le guance.
J:" Certo stai tranquilla, stai qua e riposati. Andrò a mangiare con due mie compagne di classe non ti preoccupare. Ci vediamo stasera." Le dico che a pranzo, avrei avuto sicuramente compagnia  perciò di stare tranquilla, e che le faccio presente della mia speranza di rivederla ben presto con tutte le forze, anche se so quanto sia difficile dimenticare una persona.

Appena usciti dalla stanza lasciando Rachel al suo pisolino per riposarsi un po', sentii il telefono vibrare in continuazione e dentro alla mia testa si accese il panico: 29 messaggi e varie chiamate perse dai miei genitori.
-mamma-8
-papá-6
-Dan-7
-Ava-4
-Samantha-3
Bene.

Non faccio nemmeno in tempo a cliccare su uno di quei tanti messaggi che io mio telefono si accende, dando luce al nome di "Mamma".
J:"Pronto Mamma?"
"Josie.. mio Dio ma dove sei finita? chiamare i carabinieri? Non ci sentiamo da ieri mattina da quando ti abbiamo abbandonato lá! Cosa ti hanno fatto figlia? Sei rinchiusa in qualche strana prigione?" Chiede mia madre con un tono ansioso e ironico, e io non posso far altro che ridere, fino a quando la sento dire seriamente:"Robert chiama i carabinie..."
J:"Nono mamma sono viva! Sono sana e salva tranquilla, ho avuto solo pochissimo tempo per guardare il telefono, sai con tutti i preparativi e le conoscenze che ho dovuto fare qui.. e pensa che non ho ancora finito." Cerco di raccontarle tutto quello che ho fatto da ieri mattina fino ad adesso, includendo l'incontro con Rachel, del quale sapevano già tutto e volevano che fosse una sorpresa, all'incontro delle due ragazze e della mia nuova stanza.
La chiacchierata al telefono con mia mamma però si interrompe (fortunatamente) al suono della campanella, la quale indica che è il momento di pranzo. Per questo pretesto salutai mia madre con la promessa di chiamarla o di inviarle un messaggio tutte le sere e così chiudo la chiamata.
Il mio stomaco non ci vedeva piu dalla fame anche perche quella mattina non avevo fatto neanche colazione.
Sul gruppo whatsapp mio di Ava e di Sam, creato precedentemente da Samantha, le chiedo di trovarci a pranzo, e in men che non si dica ottengo un "si, vieni giù, 1 pianto porta gigante vicino alle scale" con tutte le informazioni necessarie per vivere dentro a questa gigantesca università.
Scendendo le scale e percorrendo, come mi avevano detto loro, il primo piano, le trovai sedute a mangiarsi un bel piatto di lasagne, che mi fece decisamente venire l'acquolina per quanto era bello. Prendo il vassoio e mi fiondo alla mensa, portando poi le mie due porzioni di lasagna al loro stesso tavolo.

Così freddi, quasi come il ghiaccio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora