I giorni passarono veloci ed arrivò il tanto atteso sabato, chi lo aspetta per ubriacarsi e chi, come me, lo aspetta per poter passare del tempo in famiglia e a riposarsi.
Mi svegliai intorno alle 10 con Sivar che mi leccava la faccia, mi sfregai le mani sugli occhi e, in preda al panico che defecasse o urinasse sul letto (comprendetemi, sto cercando di non essere volgare) presi il cane in braccio, e lo portai esattamente davanti l'ultimo gradino dopo il portico, correndo. "CAZZO SI" (un urlo di felicità me lo concedere, vero?) urlai e, lasciando Sivar ai suoi bisogni, rientrai facendo colazione con una mela ed un bicchiere d'acqua, poi misi sopra la tavola il latte, l'orzo, lo zucchero e qualsivoglia dolce. Tornai al piano superiore e, dopo essermi fatta una doccia, indossai dei pantaloncini corti ed una canotta dei Lakers larga a dismisura.
Uscii e, unendo con il gancio il guinzaglio al collare, portai a spasso Sivar per il quartiere "O'Connell buongiorno" "Buongiorno signor Cutkosky" dissi sorridendo. Finito il giro dell'isolato tornai in casa, liberando Sivar che iniziò a correre per il piano cercando una coperta da avvolgersi attorno.
Trascorsi il pomeriggio a dormire e, giunta cena mi misi a tavola "Scusa papà, avrei dovuta restare sveglia e lasciarti riposare" mise le medicine sul palmo della mia mano che deglutii con un sorso d'acqua, mio padre sorrise, mi baciò la fronte e posizionò una pizza davanti a me "stasera si festeggia" disse sedendosi.
Sentii zampettare Sivar, così gli lasciai una fetta di pizza che gustò scodinzolando velocemente.
Finita la cena mio padre salì al piano superiore per prepararsi ed io lavai i piatti. Misi il detersivo sulla spugnetta e, nel momento esatto in cui iniziai a sfregare con forza la teglia per scrostarla il mio cellulare squillò "Pronto?" Il numero non era presente nella mia rubrica "O'Connell giusto?" Disse una voce femminile, capiamoci, era l'incrocio tra una gallina ed un'oca "Si?.." chiesi con un voce che puntava sull'interrogativo ed il seccato "Sai, sono con Cut, il tuo ragazzo." Rimasi sbalordita, non ero al corrente di essere impegnata, tanto meno con Ethan "Sai, scopa davvero bene, il suo bacino si muove in modo divino" così chiuse la chiamata. Non sapevo se essere più arrabbiata per il fatto che iniziavo a tenerci sul serio a Ethan o per il fatto che devo andare a recuperarlo.
Sivar era cresciuto, dalle dimensioni di un cucciolo di chihuahua era diventata della stessa grandezza di un cocker spaniel adulto perciò per sicurezza decisi di portarlo con me a recuperare Ethan. Con una rabbia immensa dentro me, lavai i piatti con una velocità che Usain Bolt può solo tacere in confronto.
Indossai le creepers nere, unii guinzaglio e collare e batuffolo. "Papà io.." mi aveva lasciato il suo solito biglietto "Non volevo disturbati, a domani, tuo pa' " sorrisi ed uscii, accesi la mia solita canna che ormai di solito aveva soltanto il sapore e mi incamminai verso la musica che si sentiva come se fosse dietro di me. Chiamai Ethan ripetute volte, non rispose mai, provai a chiamare Moonlight ma prima che rispondesse mi ricordai che era andata fuori città durante il fine settimana.
Vidi un messaggio di Ethan che interpretato diceva "bettola sullivan" così chiamai Logan "Hai deciso che ne valeva la pena, non meriti Ethan" credo che durante quelle parole Hulk si sia impossessato di me "Dove sta Ethan? Sullivan non vorrai tornare alla Monster University?!" Quasi urlai "Siamo qua della bettola, piccola puttana italiana" chiusi la chiamata ne avevo abbastanza delle sue parole dette unicamente a sproposito. Mi abbassai, feci annusare a Sivar il braccialetto che Ethan aveva dimenticato a casa mia dopo aver vomitato qualche sabato prima e il cucciolo iniziò a correre ed in 5 minuti ci ritrovammi davanti la bettola. Lui non c'era. Andai con passo determinato verso Logan, lo presi per il collo e lo feci indietreggiare fino a scontrarsi con la parete della bettola "Ora tu mi dirai dove si trova Ethan altrimenti oltre a toglierti il respiro ti toglierò anche la possibilità di procreare" udii un rumore di tacchi mentre il ragazzo dai capelli color biondo cenere sorrideva, Sivar iniziò a ringhiare e Logan iniziò a piegarsi dopo una ginocchiata nei "gioielli" (diciamocelo, i suoi di prezioso non avevano nulla) "Con il buio sembri quasi carina O'Connell" riconobbi subito la voce "Dimmi subito dove sta Ethan in questo momento lurida puttana" si pulì la bocca "Avevo ancora un po' del suo sperma sulla bocca, perdonami. Prova a chiamarlo comunque. Ohw, forse il suo telefono ce l'ho io.." disse sventolandolo, lo presi stringendolo forte "Devi solo vergognarti e tu, Sullivan, credevo avessi più resistenza" dissi andandomene. Pensai a dove potesse essere, cercai a casa sua ma non c'era nessuno, andai davanti casa mia e non c'era, approfittai però per lasciare a casa Sivar, sarebbe stato più al sicuro lì.
Optai per il parco, l'ultimo luogo che mi veniva in mente. Mi incamminai verso lo scivolo giallo, quando sentii uno sforzo di vomito, mi fermai un istante a bere, ero totalmente fatta ma dovevo mettere da parte la mia mente dormiente per aiutare Ethan, ero certa fosse lui. Andai verso lo scivolo, lo trovai su una panchina seduto a gambe aperte con una pozza di vomito sotto di lui "Sei fatta vero?" Non risposi, lo presi sotto braccio "Natasha mi ha fatto un pompino, sul mio telefono ci sono delle foto mentre scopiamo" nuovamente tacqui "Ho io il tuo telefono" e così non parlai più fino a casa.
Lo feci sedere sul divano "Perché lo fai?" Mi chiese mentre slacciavo le spighette delle sue scarpe, togliendogliele. Non risposi, non avevo nulla da dire a riguardo. Slacciai poi la cintura ad Ethan e gli tolsi i pantaloni, lo stesso feci con la maglia, piegai tutto e lo misi sul tavolino davanti al divano poi, presi nuovamente sotto braccio il ragazzo è lo portai al piano di sopra "Sivar" dissi con voce normale, come se non avessi emozioni, piangeva. Mi si strinse il cuore, ma feci dormire Ethan sul mio letto, aveva bisogno di riposo, così nel dubbio gli lasciai un'aspirina sul comodino alla destra del letto e un secchio nel caso dovesse vomitare nuovamente. Avevo visto che aveva chiuso gli occhi, così andai verso la porta "No aspetta, io devo parlare con te" quasi sussurrò, la sua voce roca era forse l'unico suono che avrei potuto sentire per sempre. "Sei ancora ubriaco Ethan, riposa" inventai, avrei voluto tanto stare con lui, coccolarlo finché non si addormentasse, ma non posso. Per lui, per la sua incolumità. "È proprio per questo che dobbiamo parlare, perché da sobrio non potrei mai dirtelo" la rabbia non era controllabile quel giorno, le pastiglie per tenere sotto controllo il bipolarismo non erano servite "Hai parlato poco oggi? Non dovresti essere contento dei servizi svolti sul tuo corpo?" Dissi uscendo. Dio, cosa stavo facendo? Stavo torturando quel ragazzo. Andai nella stanza di mio padre e indossai una maglia larga a maniche corte, uscii al piano inferiore e sotto il portico fumai una sigaretta. Rientrai e vidi Sivar, sul divano a orecchie basse, lo coccolai un po' ed iniziai a piangere, presi il mio cellulare e lessi un messaggio che mi aveva scritto mio padre tempo prima "Se avrai qualcuno che saprà accettarti per come sei tienitelo stretto, lui ti scalderà l'anima e tu sarai felice" adoravo Ethan, ma l'unica cosa che volevo era piangere, sentii dei passi e non mi importò che fosse Ethan "Vattene" dissi solo questo. "Mi hanno tenuto fermo, io non volevo, l'unica cosa che voglio è abbracciarti, sentire il tuo profumo, poter dormire con te mentre tu passi le tue unghie sul mio petto. Io voglio te Sama, voglio soltanto te" rimasi in silenzio per un istante "Tu non capisci proprio?! Non recepisci in che guaio ti stai cacciando?! Io non sono normale! Ficcatelo in testa" mentre parlavo lo vedevo avvicinarsi, chiusi gli occhi e abbassai la testa. La luce era spenta e faceva freddo, io avevo freddo, era tutto avvolto dalle tenebre tranne qualche riquadro colpito da un spiraglio di luna misto alla luce dei lampioni. Mi abbracciò, io piansi sul suo petto, mentre lui mi stringeva forte, sentivo la puzza di vodka e qualsivoglia sostanza altamente alcolica provenire dalla sua bocca, ma non ci feci molto caso mentre mi lasciava piccoli baci sulla fronte. "Sappilo io ti voglio bene" cercai di dire piangendo. Mi accarezzò i capelli, più volte "Sento finalmente il tuo profumo, vorrei restare così per sempre". Mi tolsi da quell'abbraccio asciugandomi il viso, facendogli cenno di salire mentre presi il cucciolo in braccio "Io dormirò sul divano" "Dormi con me" affermò, sgranando gli occhi sembrava un bimbo piccolo. Andai con lui, mi misi seduta e iniziai a passare le mie unghie su tutto il petto scolpito lievemente e sulle braccia ben delineate finché non si addormentò e ammetto che il sonno stava prendendo possesso di me quando Sivar mi tirò la maglia che mi arrivava a metà coscia. "Shh" dissi prendendolo e scendendo, presi qualche coperta trovata per casa e mi addormentai, accarezzando Sivar come se fosse un bambino.
Mi svegliai presto, Sivar e le sue leccate credo siano la cosa più bella che mi sia capitata dal trasferimento.
Gli aprii la porta, non avevo la fretta di scendere le scale, lo chiusi in giardino e andai di soppiatto al piano superiore, aprii la porta di camera mia e trovai Ethan a dormire come un bambino, il secchio era pieno a metà e l'aspirina non c'era più.
Portai via il secchio, lo svuotai nel water e lo lasciai pieno d'acqua nella vasca. Scesi poi al piano inferiore prendendo un'altra aspirina e un bicchiere d'acqua che riposi sul comò accanto al mio letto. Aprii la finestra, quella puzza di vomito era nauseante, ma chiusi la porta altrimenti tutto avrebbe iniziato a sbattere ed Ethan si sarebbe svegliato, scesi e avvolgendomi in una coperta calda mi diressi in cucina e riempii un bicchiere con del succo di frutta ed in seguito uscii sorseggiandolo e fumando una sigaretta. Sbloccai lo schermo e trovai molti messaggi su facebook "È solo un traditore" "Merita qualcuno migliore di te" "Che lupo alpha, un vero maschio" messaggi perversi, cattivi, non ci badai fino a quando vidi vari video del "branco" di Ethan "bel lavoro capo" era la descrizione di vari video dove Ethan era il protagonista barcollante che andava da una ragazza all'altra, mentre alcune persone lo deridevano, forse le stesse che hanno commentato il video. Chiusi, poggiando il bicchiere sul tavolino alla destra rispetto la mia sedia e avendo ormai finito la sigaretta la spensi nel posacenere, mettendomi in seguito le mani fra i capelli, non sapevo cosa fare con quel ragazzo. Mi ripresi velocemente feci un fischio a Sivar che corse verso di me, aprii la porta e lo feci entrare ed io feci lo stesso. Chiusi la porta e girandolo vidi Ethan andare verso la cucina con uno sguardo più simile a quello di uno zombie che ad uno umano "I vestiti ed il buongiorno sono un optional Cutkosky" avrei dovuto essere comprensiva, lo so bene, ma una parola non te la toglie nessuno. Si voltò, sorrise e continuò a camminare verso la cucina ed io lo seguii, non si sa mai cosa combinano gli altri nella propria casa ed io ci sono particolarmente affezionata all'ambiente casalingo. Mi avvicinai a lui che si trovava davanti la dispensa sopra il lavandino "Dimmi cosa vuoi e farò io" lui continuò a cercare. Misi le mie mani gelide sul suo addome, abbassò le braccia "Buongiorno piccola, ti sono graditi" feci una piccola pressione sul suo addome per spostarlo indietro quando mi prese le mani "E adesso?" Sorrise ancora.
STAI LEGGENDO
Pack Leader / / Ethan Cutkosky
FanfictionNon capirò mai quanto il genere maschile possa essere impulsivo in ogni gesto. Io sono una banale sedicenne Italo americana che dall'Italia torna in America in un sobborgo di Chicago e timida e troppo matura per la sua età. Lui invece è un ragazzo...