La sera, sebbene con gran diffidenza da parte mia, lasciammo dormire Cameron e Jeremy a casa nostra. Gli lasciai la mia stanza ed io dormii a malincuore sul divano. Pensai a lungo quella sera, riflettei su quante cose avrebbe potuto avermi nascosto mio padre, a chi davvero fossi e se minimamente somigliassi a mia madre. Volevo sapere il motivo per la quale ci avesse abbandonati, il perché di tanto astio nei miei confronti da non venire lei stessa da me, soltanto per dirmi "Sono tua madre e sono una grandissima stronza" e più domande mi ponevo, meno risposte sapevo darmi. Il mio flusso di pensieri fu però interrotto, a tarda notte, dalla vibrazione del mio telefono che mi avvisava di una chiamata: Ethan.
"Amore, sono nei guai." merda. "Ethan, cos'hai combinato?" risposi senza piagnistei "Avevo parlato con Jeremy per vederci, senza che nessuno sapesse niente, ma credo si porti dietro Cameron ed entrambi sono più grandi e grossi di me e temo che finirò per l'ennesima volta in ospedale." Presi un grosso respiro e risposi con tutta la calma che riuscii a trovare, in un momento in cui la rabbia era l'unica cosa che potessi trovare attorno a me "Dimmi dove sei e verrò da te" dissi alzandomi e infilando le scarpe. "Sono al parco della quercia" disse chiudendo la telefonata. Svegliai Sivar e le misi la pettorina, uscii di corsa ed andai il più velocemente possibile al parco e rimasi bloccata per un'istante vedendo Ethan da una parte mentre spiegava tranquillamente che voleva soltanto parlare del fatto che Jeremy non apparteneva più a quel posto e che io non potevo essere sua mentre, dalla parte opposta, Cameron e Jeremy, partiti con l'intenzione di picchiarlo. Sivar mi si avvicinò e mi spinse la gamba in avanti come per farmi segno di andare da loro e così feci, senza pensarci due volte. Mi sentirono arrivare e mi guardarono attraverso l'ombra. "Serve davvero picchiare questo ramoscello quando voi due insieme formate un solido tronco? Ethan sta soltanto dicendo che io sono la sua ragazza e che le avance di Jeremy sono inutili." dissi facendo segno a Sivar di restare ferma dov'era. Mi avvicinai lentamente al biondo, arrivandogli a pochi centimentri dalla faccia e gli sussurrai, piano "Se credi che i tuoi occhi color ghiaccio mi streghino mi dispiace deluderti, ma non sono una puttanella" mi allontanai e rimasi al centro rispetto ai tre ragazzi e proposi, pacificamente, di tornare a casa mia e prendersi una buona tazza di the e di farsi una bella chiacchierata.
Il giorno seguente i due amici, pel di carota ed il biondo dagli occhi di ghiaccio, raccimolarono le proprie cose e tornarono da dov'erano venuti. Cameron mi sorrise amorevolmente e mi disse che ci saremmo reincontrati molto presto, fui molto felice di sentirmi dire questa frase da mio fratello che wow, mi fa ancora strano poterlo dire! Finalmente tornò la meritata armonia nella nostra dimora. Andai subito a farmi una doccia rinfrescante, approfittando per lavarmi i capelli soltanto che, sbadatamente dimenticai di prendere i vestiti puliti così, strizzati i capelli e inseriti nel cappuccio dell'accappatoio, mi affrettai a raggiungere la stanza, dove trovai una busta sulla quale c'era scritto "alla mia cara sorella" la aprii subito, la curiosità mi stava divorando ma preferii tenermi sulle spine, così prima di leggerla mi vestii e mi asciugai i capelli e, adagiata sul mio comodo letto, iniziai a leggere:
"Cara sorella,
sembra incredibile, non credi? Per me è ancora strano pensare di avere una sorella e mica male! Diventerai una donna con le palle, fidati del fratello Cam. Comunque, non sono qui per elogiarti (credo che Ethan non manchi occasione per ricordarti che persona magnifica tu sia) ma, sono qui per raccontarti di noi due. Ci ho pensato a lungo, ci ho impiegato tutta la notte per raccontarti quanto segue, ma è giusto tu sappia.
Quando nostro padre arrivò in Italia non sapeva nemmeno dire "Ciao" e non appena scese dall'aereo nostra madre si offrì per fargli scoprire la nostra amata penisola, un luogo pieno di cultura e di buon cibo, l'Italia. Robert imparò in fretta l'italiano ed ogni giorno che passava lo sapeva meglio e, al contempo, l'amore per la mamma cresceva sempre di più. Così decisero di concepire un bambino, me. Proprio così, nacqui anch'io in Italia e la tua nascita fu un evento straordinario, credimi! Quando tu nascesti finalmente non fui più solo, avevo qualcuno con cui giocare e mamma e papà avevano finalmente la famiglia che avevano sempre desiderato.
Un giorno d'estate però, le cose cambiarono. Vidi la mamma parlare al telefono di un certo biglietto ma non dissi niente, non feci la spia e tacqui. Se ne stava per andare e pensai stesse per farlo da sola ma, ahimè, non fu affatto così.
Il giorno dopo mi svegliò così presto che l'alba non aveva nemmeno accennato a mostrarsi e mi portò con sé, su di un'aereo. Viaggiammo per molte, lunghe, infinite ore e venimmo qua, senza dire niente a nessuno, papà non seppe nulla. Ti starai chiedendo perché mamma l'abbia fatto ed io ti risponderò con un'altra domanda: secondo te la depressione bipolare da chi l'abbiamo presa? Esatto, proprio così: l'ha fatto perché le andava di farlo, senza pensare alle conseguenze, senza pensare a nulla.
Mi dispiace per tutta la sofferenza che tu hai dovuto passare da sola, per la tua malattia e per il fatto che tu abbia dovuto scoprire da te come gestirla, controllarla e nasconderla. Mi scuso per la mia assenza, mi scuso per la negligenza di non essermi mai fatto vivo prima d'ora, umilmente ti chiedo perdono perché so di esser stato un grandissimo coglione e non potrò mai redimermi per questo, ma ora ci sono e ci sarò finché vivrò, perché meriti di avere qualcuno che sappia consigliarti, come l'ho avuto io.
con grande amore fraterno, Cam
P. s ho scordato di dirti che se agiti un po' la busta troverai qualcosa che sono sicuro ti piacerà e non chiederti chi abbia l'altro pezzo, sai già la risposta sorellina.
Comunque, ti allego il mio indirizzo, il luogo in cui lavoro e i miei orari, non sia mai che tu abbia voglia di farti un giro con tuo fratello."
Rimasi quasi sconvolta ma consapevole di essere finalmente a conoscenza della verità, di sapere ciò per cui mi ero tanto stressata, avevo finalmente qualcuno al mio fianco capace di consigliarmi ed aiutarmi così, asciugate le lacrime, non mancai occasione per fare ciò che chiunque dopo una grande scoperta farebbe: recarsi dal mittente!
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Pack Leader / / Ethan Cutkosky
FanfictionNon capirò mai quanto il genere maschile possa essere impulsivo in ogni gesto. Io sono una banale sedicenne Italo americana che dall'Italia torna in America in un sobborgo di Chicago e timida e troppo matura per la sua età. Lui invece è un ragazzo...