Waliyha's point.
La mia suoneria assordante mi fece svegliare di soprassalto.
Perché avevo messo questa come suoneria? Perché era assordante e tamarra, ecco perché.
Mi stropicciai gli occhi con le mani e poi mi alzai rispondendo al telefono che intanto torturava i l mio udito, non che mi facesse schifo quella canzone, ma da appena sveglia, è un inferno.
-Pronto? -brontolai.
-MOCCIOSA! DOVE CAZZO IL MIO RAGAZZO?!- ecco, ci mancava solo la oca Peralda. -Perché minchia mi rompi le palle da appena sveglia? Cosa c'è da urlare? Che problemi hai? - sbraitai volendo sembrare aggressiva ma i l risultato fu ben diverso, sembravo più una bambina che si lamentava perché i genitori non le compravano le caramelle. Già, genitori... in realtà non avevo tutto questo 'rapporto' con loro. Almeno non quanto gli altri
credessero.
Loro non c'erano mai.
La mamma faceva l'avvocato ed era sempre fuori casa, papà non sapevo cosa facesse e non intendevo saperlo.
Lo odiavo. Esattamente così. Finalmente l'avevo ammesso.
Lui, lui era quello che mi faceva soffrire più di tutti.
Lui mi aveva fatto così ma le, soprattutto in tenera età. Mi ricordo ancora quando mi umiliò davanti a tutta la scuola.
Uscii dalla classe con un'espressione, in volto, né troppo felice né troppo triste; normale, atona.
La cartella pesante, mi faceva camminare in modo buffo facendomi sembrare goffa e impacciata. I l tempo non migliorava le cose; eravamo ancora a Bradford, il mio vecchio paesi no e in quel giorno di inizio estate, il caldo si faceva sentire.
-Ciao papà. Salutai mio padre mentre mi incamminavo verso lui. Mi salutò con un cenno del capo, facendomi capire di non rompergli con i miei discorsi, da lui ritenuti 'stupidi'. Mi tolsi la cartella dalle spalle e gliela porsi come facevo con mamma. Lui guardò prima la cartella a mezz'aria, passando poi al mio braccio teso verso lui e, infine, al mio viso.
-Cos'è, ora sei così grassa che non riesci nemmeno più a portare la cartella? -quelle parole uscirono dalla sua bocca con una tale acidità che mi fecero venire la voglia di piangere. Era possibile che un padre se può definirsi tale, provasse così tanto ribrezzo verso sua figlia?
-Se continui così, diventerei tanto grassa che dovrò farti su misura. Devi dimagrire che mi costi già troppo. - in quel preciso momento tutti gli alunni che erano fuori da scuola fecero silenzio per poi scoppiare in una calorosa risata. Mi guardai intorno e l'unica cosa che vedevo erano i loro volti divertiti e qualche madre che mi guardava con compassione.
Facevo pena, ecco tutto.
Ero grassa e questo nessuno lo accettava.
Iniziai a correre quando sentii i miei occhi riempirsi violentemente di lacrime MOCCIOSETTA Ml STAI voce stridula di quell'oca della "ragazza" di mio fratello mi fece uscire dal mio stato di trans. -Non è qui. Dissi con la voce leggermente incrinata da quel nodo alla dola che mi era saluto ripensando a quel episodio. Intanto mi ero girata e ammiravo Zayn mentre dormiva coperto dal lenzuolo sino al bacino. Era un dio greco, semplicemente perfetto.
-Come non è lì?!-gracchiò quella rischiando di perforarmi un timpano- Se mi hai mentito ti distruggo -continuò quella.
Roteai gli occhi, sapendo che mi poteva vedere, e le staccai il telefono in faccia. Presi un respiro profondo e poi lasciai la stanza, scendendo le scale e andando in cucina. Presi un bicchiere e lo riempii d'acqua, lo bevvi tutto d'un sorso.
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Mi sono innamorata di mio fratello || z.m.
FanficZayn e Waliyha Malik, due fratelli. Lui fa parte della famosissima band dei One Direction. (Storia scritta prima che lasciasse la band). Lui ritorna finalmente dopo il tour mondiale, lei segretamente innamorata di lui. Cosa succederà? Riuscirà Waliy...