Quella sera sarebbero tornati i miei genitori.
Mi mancavano tanto.
Mio fratello era uscito da circa venti minuti, così ero da sola a casa, e riflettevo su cosa avrei dovuto fare.
Cioé, lo avevo già deciso, ma stavo trovando il coraggio.
Dovevo andare da Justin, volevo parlarci.
Ne avevo voglia, ne avevo bisogno.
Uscii di casa decisa, e percorsi la strada fino a casa sua.
Arrivai davanti alla sua porta, ma il coraggio ancora non ce l'avevo.
E se non era in casa?
E se era con qualcuno?
E se.. basta.
Dovevo farlo.
Presi un grosso respiro e suonai alla porta, le mie gambe iniziarono a tremare.
Aspettai circa due minuti, poi, finalmente, la porta si aprì, e apparve Justin davanti ai miei occhi.
Io osservai lui mentre lui osservava me.
Indossava solamente dei pantaloni di tuta grigi, fin troppo calati, sopra non aveva niente, così mi ritrovai a guardare i suoi perfetti addominali.
Poi lo guardai in faccia, e mi trasmise una strana sensazione, del resto, come tutte le volte.
Aveva i capelli un po' disordinati, ma risultavano comunque bellissimi.
"Che vuoi?" ruppe il silenzio in modo freddo.
Mi ripresi e lo guardai.
"Volevo..volevo solo parlare" abbassai leggermente lo sguardo.
"Non ho niente di cui parlare con te. E ora vattene" disse serio.
Perché cazzo faceva così?
"Ma Justin io.." venni interrotta di nuovo.
"Che cazzo fai ancora qui?" gridó.
Sentii gli occhi pizzicare e poi una lacrima rigarmi il viso, così mi allontanai di corsa, non mi sarei mostrata più debole di così.
#Justin's pov
Sbattei fortissimo la porta.
L'avevo trattata malissimo, ma non potevo fare altro.
Mi ero sorpreso molto che fosse venuta qui, aveva davvero trovato il coraggio di venire da me?
Questo mi stupiva di lei.
L'avevo fatta piangere, e avevo sentito una strana sensazione quando vidi delle lacrime bagnare quel suo dolcissimo viso, non saprei nemmeno come chiamarla, come un senso di colpa, ma no, non poteva essere, non doveva essere.
Restava comunque il fatto che mi aveva disturbato in un momento importante, e sperai che il mio cliente non avesse perso la pazienza.
Tornai di sotto nel garage, per fortuna era ancora lì.
"Allora, hai portato tutti i soldi o no?" lo guardai serio.
Annuì, passandomi una valigetta.
La aprii e mi assicurai che fossero tutti. Non conveniva a nessuno prendermi in giro.
Quando ne fui certo, gli lanciai il sacchetto contenente la roba.
"Fa che sia roba buona, altrimenti verró a cercarti" disse l'uomo.
"Tu torna di nuovo qui e sei morto, chiaro? Ora sparisci" ordinai.
Non avevo affatto paura, non mi sarei fatto problemi nemmeno ad ammazzarlo.
Senza aggiungere parola se ne andó.
Sì, spacciavo droga e non me ne dispiacevo affatto.
Guadagnavo un sacco di soldi senza far nulla, a parte rischiare la vita, ed ero miliardario.
E mi bastava questo, ero felice così. Lo ero sempre stato.
Qualcosa stava cambiando, peró, me lo sentivo.
Quella stronzetta non riuscivo proprio a togliermela dalla testa.
Avevo sempre la sua immagine in mente, e quando non era la sua immagine a distrarmi, era la sua voce.
Sapevo che c'era solo un modo per capire cosa stava succedendo, e di certo non mi sarei tirato indietro.
Justin Bieber non lo faceva mai.
#Kelsey's pov
Iniziai a correre con le lacrime che continuavano a scendere.
Non sapevo nemmeno dove stavo andando.
Lo odiavo, lo odiavo profondamente.
Avrei dovuto lasciarlo stare, sin dall'inizio, dovevo dargli ascolto, ma ora era troppo tardi.
Sì, era tardi, altrimenti perché piangevo?
Il modo in cui mi aveva risposto mi aveva fatto un male incredibile, volevo solo scappare.
Ed era quello che stavo facendo.
Entrai in casa sperando che James non fosse ancora tornato, e infatti era così.
Decisi di farmi una bella doccia per distrarmi un po'.
Si, come se fosse possibile dimenticare quegli occhi.
Dopo aver fatto la doccia ero sul divano ad aspettare che tornasse mio fratello e i miei genitori, li era andati a prendere all'aereoporto.
Appena sentii suonare alla porta corsi ad aprire.
Vidi mia madre e subito le saltai addosso.
Pure se spesso erano una vera rottura di palle, mi erano mancati davvero tanto.
**
"Papà non preoccuparti, vado io, voi siete stanchi andate a dormire" dissi prendendo la spazzatura.
"Sei sicura? Stai attenta peró" domandó.
Dio, dovevo solo andare a buttare la spazzatura.
Risi e uscii di casa.
Il cielo era completamente buio, e la strada era illuminata dai pochi lampioni che c'erano.
Raggiunsi i cassonetti e ci lanciai dentro la spazzatura, quando poi mi girai, andai a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno.
Riconobbi immediatamente quel profumo, e non potevo crederci.
Non feci in tempo ad alzare lo sguardo per guardarlo, che mi ritrovai le sue labbra sulle mie.
Tracció con la lingua il contorno delle mie labbra, poi si soffermó sul labbro inferiore picchiettando con la lingua, ed io socchiusi di poco le labbra.
Ci infiló immediatamente la lingua, così da entrare in contatto con la mia.
Non porevo crederci.
Mi aveva trattata una merda poche ore prima, e adesso mi stava baciando.
Perché stavo permettendo che lo facesse?
La verità é che non riuscii a staccarmi, perché non volevo.
Io volevo continuare a baciarlo, cazzo se era piacevole.
Continuammo a baciarci, quando poi ci fermammo e appoggió la sua fronte alla mia.
Fu strano baciarlo, strano quanto bello.
Mi ero innamorata del suo sapore.
E speravo non di lui.
"Perché..perché lo hai fatto?" riuscii a dire con l'affanno.
Sorrise.
"Dovevo farlo" disse semplicemente.
"Scusa per prima.." disse in modo quasi impercettibile.
Non gli piaceva chiedere scusa, non lo faceva mai.
"Come? Ho sentito bene? Justin Bieber sta chiedendo scusa? A me?" risi.
Mi avvicinó a sé e mi lasció un bacio sulla mandibola.
"J-Justin io.." provai a parlare.
"Ssh, non dire niente. Lo so cosa provi" disse.
Non lo sapevo nemmeno io cosa provavo, e lui lo sapeva?
"Tu cosa provi?" mi venne automatico chiedere.
Mi lasció un bacio sulla fronte.
Dio, stavo maledettamente bene fra le sue braccia.
"Ne parliamo domani, ok?" mi guardó accarezzandomi i capelli.
Riuscii solo ad annuire.
"Stavi..stavi facendo qualcosa prima?" gli domandai.
"No, niente. Ero solo un po' nervoso" disse.
Non gli credevo.
"Come mai non c'eri oggi a scuola?" domandai ancora.
"Non mi andava" rispose.
Non gli credevo.
"Verrai domani?" chiesi speranzosa.
"Sì" sorrise.
Ci speravo.
"Per vederti" aggiunse e arrossii, per fortuna era buio e quindi non poteva vedermi.
"Sei carina quando arrossisci, sai?" rise.
Come cazzo faceva?
Arrossii ancora di più, poi sentii una sensazione di vuoto quando le sue braccia mi lasciarono andare.
"A domani, Kels" sussurró prima di lasciarmi un bacio sulle labbra e sparire nel buio di quella notte.
Non potevo credere a ció che era appena successo.
Misi le mani in tasca e saltellai verso casa, con un sorriso a trentadue denti. C6q++rLl3wH/ALiEXjUdU3yYOLY08zBIyAyGtaf1w1PdCYsM++S6q2OTRNNGkGQGHCP3NqNe22NHUkGf3a/71PpaX0KZceqKXK/rmV98mCbnqPTf+djPYnbK9CfpJ2SoRtkoX6jR5RLVHap5YprUa78cr/C5GGwrbC2AEA

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Confident
Fanfiction"Non feci in tempo ad alzare lo sguardo per guardarlo, che mi ritrovai le sue labbra attaccate alle mie. Tracciò con la lingua il contorno delle mie labbra, poi si soffermò sul labbro inferiore picchiettando con la lingua, ed io socchiusi di poco le...