"Okay, qualcuno mi spiega?" dissi andando icontro alla mia ragazza.
Quest'ultima mi fulminó con lo sguardo e mi bloccai.
"Andiamo, Meg" disse poi prendendo il braccio della ragazza.
Ero totalmente in confusione.
"Cosa? Kelsey?" la chiamai toccandole il braccio ma si scansó.
"Che cazzo?" alzai la voce.
"Che c'é Justin? Volevi stare solo con lei?" gridó senza guardarmi.
"Ma di che cazzo stai parlando? Kelsey, che cazzo hai visto?" urlai.
Sì, ero fottutamente nervoso.
"Abbastanza" disse piano.
Presi un grande respiro e cercai di calmarmi un po'.
Dovevamo chiarire."Vieni con me" dissi calmo.
"No" replicó.
"Devo spiegarti" posai la mia mano sulla sua.
"Spiegarmi cosa? Che non riesci a resistere alla prima ragazza che ti trovi davanti?" gridó con voce rotta e una lacrima gli rigó il viso.
Capii allora che vederla piangere era l'ultima cosa che avrei voluto in assoluto, così me la caricai sulle spalle e iniziai a salire le scale.
"Mettimi subito giù! Meg fai qualcosa!" gridó.
"Tu non intrometterti" dissi rivolto alla ragazza.
"Oh, non ne avevo intenzione" rise e uscì di casa.
"Cosa? Meg!" strilló Kelsey.
Raggiunsi la mia stanza e la posai delicatamente sul letto, anche se continuava a dimenarsi.
Chiusi a chiave la porta e mi sedetti su una sedia di fronte a lei.Mi pregó a lungo di lasciarla andare, poi si arrese e non disse più nulla.
"Mi dici che ti é preso?" chiesi calmo, anche se non lo ero.
"Ah dimmelo tu, ti vedo prendere una ragazza e trascinartela dentro casa!" urló.
Mi fermai un attimo a riflettere.
"Sei gelosa" sorrisi.
Chiuse gli occhi e sospiró. "Sei un idiota".
Risi.
"Posso spiegarti?" chiesi.
Non rispose e lo presi come un sì.
"Credevo fosse un'altra persona" dissi.
Aggrottó la fronte.
"Aspettavo una persona e credevo fosse lei" aggiunsi.
"Aspettavi un'altra persona per portartela dentro casa e farci chissà cosa?" disse.
"Dio, no" sbuffai.
Dovevo dirglielo per forza, altrimenti avrebbe pensato ció che diceva.
"Kelsey tu non... non sai tutto di me" dissi, pentendomi per le parole scelte.
"Oh beh, grazie, non mi dici mai niente" disse lei.
"Riguarda il mio lavoro" dissi.
Aggrottó la fronte. "Lavoro?"
Annuii.
"Che lavoro puó fare uno come te?" rise leggermente.
"Prometti che non ti arrabbierai?" la guardai.

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Confident
Fanfiction"Non feci in tempo ad alzare lo sguardo per guardarlo, che mi ritrovai le sue labbra attaccate alle mie. Tracciò con la lingua il contorno delle mie labbra, poi si soffermò sul labbro inferiore picchiettando con la lingua, ed io socchiusi di poco le...