Capitolo 12

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Cercavo di vedere Justin più o meno tutti i giorni nel pomeriggio, solo a scuola non mi bastava.
Avevo sempre più bisogno di lui, era diventato indispensabile per me, e non avrei mai lasciato che niente e nessuno me lo portasse via.

Ogni volta che eravamo da soli, specialmente in una stanza da letto, mi ripetevo: "Ecco, é il momento. Posso farcela".
Ma poi vedevo Justin impazzire per riuscire a controllarsi, e non succedeva mai.

Era divertente, e parecchio anche, peró iniziavo a sentirne il bisogno anche io.
Lo volevo il più vicino possibile, lo volevo e basta.

Mentre camminavo per i corridoi della scuola, una bionda tettona mi si piazzó davanti.
La riconobbi dopo un istante, era Lydia.

"Che diamine vuoi?" le squadrai la minigonna che lasciava scoperta praticamente tutta la coscia.

Ma dico, era normale vestirsi così a scuola?

"Justin" rispose sorridente.

Venni pervasa da una rabbia quasi incontrollabile.

"Che vuoi dal mio ragazzo?" la guardai schifata.
"Lo rivoglio indietro" fece il broncio. "Ci divertivamo tanto prima che arrivassi tu".

Presi un grosso respiro per evitare di strapparle tutti quel capelli tinti che aveva.

"Adesso ci sono io, quindi vedi di sparire" dissi sorpassandola con una spallata.

"Tanto tornerà da me, come ha sempre fatto" gridó con quella voce da gallina.

Chiusi gli occhi, non ne potevo più.

Come cazzo faceva Justin a farsi una come quella?
Era insopportabile, e terribilmente stupida.

Mentre continuavo a camminare, cercando di non pensarci, venni presa per un braccio e portata in un laboratorio qualsiasi, come succedeva tutte le mattine a scuola.

"Buongiorno piccola" sussurró.

Socchiusi le labbra per rispondere e lui ne approfittó per infilarmi la lingua in bocca.

Risi e gliela morsi leggermente.

Justin si staccó e fece il broncio.

"Cattiva" rise.

"Scusa, diciamo che non sono di un ottimo umore" dissi.

"Che succede?" chiese subito.

"Ho incontrato la tua amichetta" dissi con una smorfia.

Sospiró. "Chi, Lydia? Cosa ti ha detto?"

"Lasciamo stare ti prego" dissi raccogliendo lo zaino da terra.

Mi fermó. "Cosa? Ti ha fatto del male?"

Scoppiai a ridere. "Ma chi? Quell'ochetta?"

Trascinai Justin nella mia risata, poi mi spinse contro la porta chiusa.

"Qualunque cosa ti abbia detto...no" disse.

Posó le labbra sulle mie e non persi tempo a baciarlo.

Mi capiva sempre, ed era difficile farlo.

Mi sollevó le gambe facendole incrociare attorno al suo bacino, e intensificó il bacio.
Gli tirai le punte dei capelli e lui gemette, io di seguito a lui.

Quella volta fui soprattutto io a dovermi trattenere, desideravo solo lui in quel momento.
Maledii mentalmente la scuola e gemetti di nuovo quando sentii la sua lingua sulle mie labbra.

Si spinse contro di me senza pensarci, e la porta fece un rumore che sicuramente da fuori si era sentito.

Lui riuscì a trattenersi per l'ennesima volta, io ero sul punto di spogliarlo, ma la sua voce mi riportó alla realtà.

"Mi dispiace" disse.

Aggrottai la fronte, aspettando che continuasse.

"So che non vuoi, ma mi sono trattenuto, no?" sorrise.

"Justin..." feci per parlare ma suonó la campanella.

"Sì?" mi guardó.

Sperava in qualcosa, ma ovviamente non fu accontentato.

"Devo andare in classe" dissi.

Non lo dava a vedere, ma sapevo che c'era rimasto male.

Annuì semplicemente e si chinó per lasciarmi un bacio sulla guancia.

"Uhm...tu esci dalla finestra, non voglio che pensino male di te per colpa mia" disse.

Non sapevo se ringraziarlo o sentirmi in colpa.

"Ci vediamo dopo, ok?" mi guardó.

Annuii.

"Justin?" lo chiamai e lui si giró.

Avrei rimediato quel giorno stesso.

"Voglio davvero vederti" dissi e lui sorrise ampiamente, uscendo poi dall'aula.

Sospirai e mi misi le mani tra i capelli per la frustrazione.

Mi sentivo fottutamente stupida, e forse, alla fine, era meglio quella Lydia.
Forse Justin preferiva le tipe come lei, forse aveva ragione.
Forse mi avrebbe lasciata come se nulla fosse e, appunto, sarebbe tornata da lei.

Dio, mi sembrava di impazzire.
Quella storia mi stava facendo diventare completamente pazza, eppure non c'era un solo momento in cui non pensassi a lui.
Pensavo al suo sorriso e allora cazzo, ne valeva la pena di impazzire.

Iniziai a paragonare Justin ad ogni persona, cosa o emozione che avessi mai vissuto.
E capii ancora meglio che era una delle cose più belle della vita, che per qualche strano motivo mi aveva scelta ed io ero più che fortunata.

Un sacco di cose mi separavano da lui, questo era innegabile, ma avrei lottato fino alla fine.
Perché quando pensavo al mio futuro c'era sempre lui.
E allora che importava se litigavo con mio fratello, se andavo male a scuola, se passavo meno tempo con le mie amiche, se poi tutto quello di cui avevo bisogno era lui?


**


"Mi stai dicendo che non ti ha ancora portata a letto? Non ci credo. Dai, dimmi com'é stato" insistette Meg per l'ennesima volta.

"Meg, ti ho detto che non é successo niente. Lo sai che saresti stata la prima a saperlo" sbuffai disperata.

Alzó gli occhi al cielo senza rispondere.

Mi rilassai pensando che avesse rinunciato.

"Okay allora, tu vuoi che ti sostenga in questa storia, giusto?" disse.

Annuii e alzai gli occhi verso di lei e aspettai che continuasse.

"Oggi andremo a casa sua" aggiunse.

Corrugai la fronte. "Andremo?"

"Sì, tu ed io. Non voglio obbiezioni, lo devo conoscere meglio" disse decisa.

Capii che non ci sarebbe stato modo di farle cambiare idea, quando Meg si metteva in testa le cose era praticamente impossibile farlo.
Era un po' come me.

Ad ogni modo, dovevo rassegnarmi.
Dovevo andare da Justin con Meg e non avevo idea di cosa aspettarmi.


**


"Stai scherzando?" mi guardó con gli occhi sbarrati.

Scossi la testa ridendo leggermente. "É casa sua".

"Potresti vivere qui un giorno, e io verrei spesso a trovarti, un punto a suo favore!" esclamó.

Mi resi conto che quella pazza non ero io, ma la mia migliore amica.

"Mh...tu aspetta un attimo, suono io, voglio vedere cosa fa" disse spingendomi dietro una pianta.

Justin mi avrebbe presa per pazza.
Oh giusto, lo stavo diventando.

Sinceramente peró, anch'io avrei voluto vedere la sua reazione alla vista di una bella ragazza come Meg alla sua porta.

Suonó al campanello e non sembrava per nulla tesa.

Dopo poco, Justin venne ad aprire.

Appena la vide aggrottó la fronte, e trattenni una risata vedendo la sua espressione.

Dopo pochi istanti, senza neanche farla parlare, la afferró per le spalle e la condusse dentro, chiudendo la porta.

Sbarrai gli occhi alla vista di quella scena.
Che cazzo voleva fare?


#Justin's pov


Mi sedetti sul divano aspettando che arrivasse uno dei clienti, Khalil mi aveva affidato quest'altro nonostante gli avessi detto che non mi andava.

Sentii suonare al campanello e andai ad aprire.

Rimasi sorpreso alla vista di una ragazza, di solito venivano solo uomini.

L'afferrai per le spalle e la condussi dentro per evitare che qualcuno ci vedesse.

La ragazza sembrava un po' spaesata, ma non ci feci molto caso, anzi, per niente.

"Sei stata mandata da qualcuno o é per te?" le chiesi.

Aggrottó la fronte. "Di che diavolo parli?"

In quell'istante suonarono di nuovo alla porta e la ragazza corse ad aprire.

Restai sorpreso quando vidi la mia Kelsey, sembrava sconvolta, e quando incrociai il suo sguardo, capii subito il mio terribile errore.

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