‹‹ Calmati, ti prego! Non reggo il tuo dannatissimo passo da velocista! ›› brontolai, mentre Evangeline si affrettava a raggiungere l'uscita della base.
Aveva una certa fretta che non mi spiegavo, ed ero più che sicura che stesse nascondendo qualcosa.
Quando ci fermammo, mi aspettavo di trovarmi davanti la più bella sorpresa di sempre... invece, di fronte all'uscita, c'erano un mucchio di valige raggruppate.
Corrugai la fronte, e prima che potessi chiedere cosa fossero, il suo sguardo mi aveva già dato ogni tipo di risposta.
Se ne stava andando, e quella era una messa in scena per evitare che facessi storie.
Mi sorrise, come per chiedermi di capire la sua decisione. E la capivo, ma non riuscivo ad accettarlo. Non potevo farlo, e lei non poteva abbandonarmi.
‹‹ Sto partendo ›› disse, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio ‹‹ non ho più nulla qui, voglio staccare la spina da tutto questo. È troppo per me.
Tutto ciò che ti ho detto prima che salissi sulla berga, quando eravamo alla C.A.T.T.I.V.O... beh.. tutto quello era vero. Io non ho più niente. Non mi è rimasto niente... e voglio provare a costruire qualcosa lontano da tutto questo. Non voglio costringere nessuno a... beh... ››
‹‹ A fare la vita tra quattro mura come se fosse un topo da laboratorio? ›› suggerì Newt, guardando distrattamente altrove. Eva annuì, mordendosi il labbro inferiore.
‹‹ Lo sappiamo ›› continuò lui ‹‹ e hai il nostro supporto... o almeno, il mio ››
Sgranai gli occhi, guardando il ragazzo accanto a me. Aveva uno sguardo da "so come ti senti".
Ma non poteva parlare per entrambi. Non in quel caso.
‹‹ No invece! Non è vero che non hai più nulla qui! Hai noi! ››
‹‹ Eli, ascoltami, ti prometto che ci sentiremo tutti i giorni, okay? Magari tornerò ›› fece le spallucce.
Perderla, forse per sempre, mi dava una bruttissima sensazione di vuoto nella quale non volevo assolutamente cadere. Prima Minho, poi lei.
Non avevamo passato poi così tanto tempo assieme da quando avevo memoria, ma sapevo e sentivo che c'era quella sorta di legame forte e stretto.
Insomma... semplicemente, non sopportavo l'idea di perdere qualcun altro.
‹‹ Non aspetti Jillian? ›› provai a domandare, nella speranza che l'assenza dell'amica l'avrebbe convinta a rimanere lì. Ma lei scosse la testa. Probabilmente voleva evitare di vederla proprio per quel motivo. Forse Jillian sarebbe stata l'unica in grado di farle cambiare idea, e lei voleva partire per lasciarsi tutto alle spalle.
‹‹ Allora io.. io vado ›› disse, sembrava quasi che volesse dire di più. Molto di più. Ma non era in grado di parlare. Aveva già detto abbastanza.
Mi avvicinai, abbracciando la ragazza, che però rimase rigida come un palo come se non fosse assolutamente abituata a certi gesti d'affetto. Appena mi allontanai, cadde il silenzio mentre lei fissava i miei occhi, dandomi un saluto silenzioso prima di allontanarsi lentamente.
La mia testa si scollegò, ed una parte di me si stava rimproverando pesantemente per il silenzio che mi ero quasi auto-imposta, mentre invece Newt la salutò per poi prendermi delicatamente la mano e trascinarmi all'interno della base. Non riuscivo a metabolizzare la sua partenza, sopratutto così improvvisa.
Non riuscivo nemmeno ad accettare l'idea di aver praticamente per l'ennesima persona nel giro di così poco tempo.
Ero talmente distante e distaccata dalla realtà che non mi resi nemmeno conto di camminare. Ero praticamente in trans, e tutto questo per evitare di accettare ciò che stava succedendo.
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Virus Mortale
Fanfiction{Threequel di "Benvenuta nella radura"} Lui aveva un espressione spenta, preoccupata, ma come suo solito preferiva non parlare di ciò che lo preoccupava. Era strano. Davvero strano. Da quando eravamo tornati dalla zona bruciata, non era più...