Capitolo 26

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Newt aveva aperto gli occhi, ed io non sapevo bene cosa provare.

Volevo che qualcuno, in quella stanza, mi desse un pizzicotto. Avevo battuto violentemente la testa? Ero svenuta? Quella visione non poteva essere reale.

Ero certa di stare sognando. Era tutto fin troppo bello per essere vero.

Non dovevo illudermi che lo fosse.

La mia parte razionale, in quel momento, si stava appellando al fatto che era impossibile che nessuno avesse ancora interrotto quel momento.

C'era troppo silenzio nella base, e stranamente nessuno scienziato.

Considerando che Jillian era scollegata dalla base, perché nessuno era entrato nel laboratorio?

Newt si portò le mani alla testa, strizzando gli occhi come un bambino appena sveglio. Prese un grosso respiro, che venne interrotto poco dopo da un forte colpo di tosse.

‹‹ Buongiorno, raggio di sole ›› disse teneramente Jillian ‹‹ non togliere il respiratore. Ti serve per ossigenare meglio il cervello. ››

Era una situazione surreale. Troppo surreale.

Newt si tirò faticosamente su col busto, sfregandosi una mano sugli occhi. Scosse piano la testa e barcollò a causa del movimento improvviso, poi arricciò il naso e si guardò lentamente attorno.

‹‹ È normale che ti senta spossato, praticamente eri morto da quasi due giorni... Anzi, sono sorpresa di come ti sia risvegliato rapidamente ›› spiegò Jillian, e Nate sollevò gli occhi al soffitto

‹‹ Dal momento che abbiamo riattivato la tua attività celebrale e cardiaca di botto, è normalissimo che tu ti senta in quel modo. È possibile che per un ora o due veda delle macchie vere, abbia grossi capogiri e perdite di sensi... Ma a parte questo, starai bene. Sono cose che entro domani spariranno, non preoccuparti ›› precisò Nate, poi sollevò l'indice ‹‹ ah, e probabilmente avrai anche qualche difficoltà motoria all'inizio... e fatica a parlare ››

‹‹ Così lo terrorizzi ›› sussurrò Jillian, in un vano tentativo di non farsi sentire

‹‹ Dobbiamo dirgli tutto. Sapevi benissimo che risvegliarlo così velocemente avrebbe comportato questi piccoli problemi! ››

‹‹ Sì, ma non potevamo lasciarlo a dormire per dargli il tempo di sistemarsi con calma ››

‹‹ Lo so ›› Nate si guardò alle spalle, portandosi una mano sul collo ‹‹ quelle dannate porte non reggeranno a lungo. Io non resisterò a lungo. mi sta facendo male la testa... come diavolo fai a controllare questo posto? ››

‹‹ Allentamento, credo... ›› fece le spallucce, poi riportò la sua attenzione a Newt.

Proprio come lo era la mia, nel tentativo di capire se quello era solo un altro frutto della mia immaginazione.

Quindi era Nate che stava tenendo chiuse le porte per non far passare gli scienziati?

Nate, quindi, era come Jillian? Com'era possibile? Jillian aveva detto di essere l'unica ad essere così.

Guardai i due ragazzi per un attimo, fino a quando la mia attenzione non venne nuovamente catturata da Newt, che si era messo seduto sul lettino e si guardava attorno ancora disorientato.

Lentamente, il ragazzo portò lo sguardo su di me. Gli occhi spenti, confusi, vuoti.

Corrugò la fronte. Avevo paura di toccarlo.

Strinsi la mano, fino a quando non riuscii a provare il dolore di avere le unghie che premevano contro la carne.

‹‹ Sei confuso, vero? ›› domandò Jillian. Io non riuscivo nemmeno a parlare.

Virus MortaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora