Capitolo 8

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‹‹ Okay, qual'è il piano? ›› Eva si poggiò le mani sui fianchi ‹‹ spiegati ››

‹‹ Questo, care mie ›› Justin allungò il passo, raggiungendo in pochi attimi la porta. Come le altre, aveva il solito sistema di sicurezza della tessera magnetica ‹‹ è un laboratorio molto importante e super controllato. Siamo in una sezione a parte della base ››

Eva sgranò gli occhi sentendo quelle parole, come se si fosse resa conto improvvisamente di quanto fosse pessima quell'idea ‹‹ Io so che laboratorio è! ››

‹‹ State qui ›› disse Justin sbloccò la porta, ignorandola, ed entrò.

Io invece la guardai incuriosita ‹‹ come fai a saperlo? ›› domandai.

Lei trasalì, guardandomi con la coda dell'occhio. Improvvisamente il suo sguardo si spense ed i suoi occhi divennero lucidi ‹‹ hai presente l'operazione che mi hanno fatto? ›› domandò con un tono spezzato.

Annuii, e lei si sciolse la coda e si girò, mostrandomi la cicatrice.

Era lunga da orecchio ad orecchio e piena di punti, simili a tante graffette, ma sembrava guarire molto velocemente ‹‹ Mi hanno ripristinato quasi completamente la memoria ›› riprese, poi sospirò ‹‹ e non solo. Hanno... pasticciato un po' nella mia testa ›› e dopo quella frase, si zittì, girandosi.

Lasciò i capelli sciolti, che fortunatamente erano abbastanza lunghi per poter ricoprire la cicatrice senza alcun problema. Non aveva rasature o cose simili, era fatta proprio tra i capelli, e questo contribuiva parecchio a nasconderla.

Teneva gli occhi rivolti verso il pavimento. Ero tentata di chiederle di dirmi altro, ma forse non voleva riprendere il discorso in quel momento.

Avrebbe parlato quando sarebbe stata pronta, e l'avrebbe fatto di sua spontanea volontà.

Dalla stanza nella quale entrato Justin, si sentì un rumore anche troppo familiare.

Un rumore che onestamente avrei sinceramente voluto non sentire mai più in tutta la mia vita.

Il vetro che ricopriva la stanza, che già prima era scheggiato, si frantumò in mille pezzettini, così come l'intera parete.

Sgranai gli occhi. Tra me ed Eva ero l'unica sorpresa. Lei, invece, sembrò essere fin troppo tranquilla davanti a quel bestione enorme.

Gli aculei lungo la schiena, quello stridore metallico.

Gridò in modo terrificante, che metteva i brividi da quanto era straziante sentirlo.

Justin uscì dalla stanza come se nulla fosse e si piazzò sotto l'enorme creatura, che stava a fatica tra le mura di quella stanza. I suoi aculei raschiavano sul soffitto, e la pelle molliccia ed appiccicosa dava la solita sensazione di nausea solo a guardarla.

‹‹ Ed ecco a voi l'ultimo D2MH! Guarda Elizabeth, un tuo cucciolotto. Un po' cresciutello, ci sta a mala pena. Non ti viene voglia di fargli i grattini sotto il muso? ››

‹‹ Non ti ricordavo così sarcastico ›› sollevai un sopracciglio. Lui, in tutta risposta, scrollò le spalle.

‹‹ A me sembra tutto meno che un cucciolo ›› sbuffò Eva

‹‹ Credevo che dopo la morte dell'alpha fossero tutto morti ›› corrugai la fronte.

Ma quell'essere era tutto meno che morto, questo era anche fin troppo palese per i miei gusti.

‹‹ Lui non era nella radura. Lui era rimasto qui, attaccato ai macchinari. Dovevano spedirlo nel labirinto ma probabilmente non era ancora completo, quindi si è salvato. Era semplicemente disatt- ››

Virus MortaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora