Kinnen

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Doveva farlo per Lenen: era questo quello che Kinnen Alabard si doveva ripetere per riuscire ad andare dai Reinhards.
Era preoccupato, la famiglia da cui doveva andare non era mai stata una sostenitrice del nuovo governo, in quanto era stata esclusa per aver perso la guerra del Trono.
Dal quel momento, i Reinhards si erano rifugiati nel Castello Magmatico, un forte situato sul vulcano più grande di Lenen.
Kinnen aveva paura di morire durante la visita: non temeva tanto l'addio alla vita ma il fatto di non poter vedere i suoi figli crescere e invecchiare con sua moglie Helen. Il solo pensiero lo turbava.
Stava andando a salutare la famiglia, forse era l'ultima volta in cui avrebbe potuto toccare i ricci di Felde, sfiorare le labbra di Helen, fissare gli occhi di Nizeel: sempre uguali negli anni, eppure capaci ogni volta di fargli provare il sentimento fantastico dell'allegria.
Aprì la porta degli appartamenti dei suoi familiari e li vide, abbracciò la sua sposa mentre i figli lo imploravano di non andare. Ma lui rispose:-"Dobbiamo annettere i Reinhards al governo, lo devo fare di persona per il bene di Lenen, per la salvaguardia dei miei cuccioli e per potermi dichiarare degno dell'amore di mia moglie. Inoltre sono uno dei tre membri che costituiscono il governo dell'arcipelago. Lord Ossell è morto, finché non arriverà il suo successore, tocca a me e Ghereon Nellen tutelare la pace!".
Nizeel chiese:-" Se continui a chiamare cuccioli me e Felde vuol dire che abbiamo ancora bisogno di nostro padre per continuare a vivere, quindi resta!"-. Allora il padre spiegò:-" Io non vi chiamo cuccioli perché penso che abbiate bisogno del mio aiuto, ma perché da ogni parte del mondo e per tutto il tempo che scorrerà nella clessidra della vita, voi siete i miei teneri figli. Tra poco dovrete iniziare a badare a voi stessi, avete quindici anni. Ciò non toglie che io starò sempre con voi, sia sotto forma umana sia quando sarò solo nei vostri ricordi."-.
Dopo un ultimo saluto, i figli di Kinnen lasciarono da soli lui e la moglie.
Non parlarono per minuti, rimasero insieme a guardarsi negli occhi, ma non perché uno dei due era offeso, ma al contrario, non volevano sprecare il tempo rimasto a pronunciare parole vuote: conoscevano i sentimenti che circondavano il loro profondo affetto. Quando fu il momento di separarsi, lui la baciò: le labbra di Helen erano rosse come i suoi capelli mentre i suoi occhi erano blu, come dei fari pieni di luce e di speranza. Lei gli sussurrò:-" Se tu non torni, io ti cercherò, nel mio cuore, nei miei ricordi, nei miei sogni, dappertutto. Tu sei il mio pezzo di puzzle perfetto: solo tu sei fatto per me e unicamente io per te!"-.
Kinnen uscì dal palazzo più importante di Lenen: Castel Elmo, fulcro della città nella quale aveva sede il governo e importante luogo nella vita di Kinnen.
Il palazzo originariamente era la residenza reale degli Alabard, lui era nato qui, ma si era anche sposato in una delle sue sale e in cuor suo sperava di morirci, circondato dai suoi cari.
Dopo un'ultima occhiata a Castel Elmo, prese il cavallo e con una piccola scorta - nella quale era presente Rudy Alcester ovvero il comandante dell'esercito Alabard, grande amico di Kinnen - partì verso l'ignoto.

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