Si sentiva inutile. La battaglia era in corso e lei era chiusa nelle sue stanze buie, guardando dalla finestra lo scontro senza poterne prendere parte, senza avere l'opportunità di difendere Lenen. Fresia non si era ma sentita così inerme. Avrebbe voluto combattere, ma lei e suo fratello Farrel erano stati bloccati nella loro camera da Sir Barnaby Raynold, il comandante delle guardie di Castel Elmo.
-"Mi dispiace, ma non la lascerò partecipare al conflitto. Lei e suo fratello siete degli ingranaggi troppi importanti per il governo di Lenen e il perdervi in battaglia non è un opzione per quanto mi riguarda. Inoltre di sicuro non farebbero differenza due uomini in più sul campo di battaglia"- le aveva detto Sir Barnaby quando aveva rinchiuso lei e Farrell nella stanza. Fresia aveva cercato di persuaderlo a lasciare combattere lei e suo fratello, ma lui per tutta risposta aveva affermato:-"Milady, apra gli occhi! Non ci servono un ragazzo scheletrico e il 'Fiore del Deserto' sul campo di battaglia. I fiori sono troppo delicati e vengono calpestati facilmente in battaglia..."- e se n'era andato.
Fresia odiava i preconcetti della gente di Castel Elmo: per loro l'idea di una donna guerriera era inconcepibile. Sir Barnaby aveva già storto gli occhi quando l'aveva vista ai campi d'addestramento allenarsi con lance, archi, coltelli e a volte con spade. L'uomo le aveva permesso di esercitarsi solo perché nutriva della simpatia per Fresia ed era curioso di vederla all'opera, ma non l'avrebbe mai lasciata combattere al suo fianco in una vera battaglia.
La stanza dove avevano rinchiuso lei e Farrell era nella parte est di Castel Elmo e da là poteva osservare un contingente di uomini degli Alabard, guidato da Sir Barnaby, e il prode Sir Taylor Wayne affrontare le forze dei Creed e dei Sunlight. Ogni volta che che vedeva un nemico avvicinarsi ai due sobbalzava: ormai si era affezionata a quegli uomini. Sir Taylor era stato il suo compagno di addestramento e con lui aveva duellato svariate volte. Quando usavano la lancia, Fresia vinceva sempre ma con la spada Taylor era imbattibile. Fresia lo conosceva già per la fama ottenuta vincendo molti tornei in cui aveva giostrato, ma affrontandolo di persona aveva davvero notato la sua bravura. Inoltre era l'unico che accettasse di addestrarsi con lei e una delle persone con meno pregiudizi riguardo alle donne guerriere di tutto Castel Elmo. Era stato anche gentile, una volta le aveva detto:-"Credo che tu sia la migliore avversaria con cui abbia mai duellato, al pari di Sir Barnaby nei suoi anni migliori!"-.
Il tamburellare ritmico delle dita di Farrell sulla poltrona e il tremolio della sua mano la distolse dal guardare la battaglia.
-"Come fai a stare lì senza volere partecipare al conflitto mentre senti il cozzare delle lame a pochi metri di distanza?"- chiese Fresia con curiosità. -"Sapendo che io sono qua al sicuro mentre loro rischiano la vita"- ironizzò Farrell mentre la mano gli continuava a tremare.
Nella mente di Fresia prese vita un pensiero: "Mio fratello è così diverso da me, non è coraggioso, non è brillante in combattimento, non è propositivo, ha una bella testa ma si fa prendere dall'ansia troppo facilmente... eppure ora non sembra preoccupato dall'esito della battaglia. Non ha guardato neanche una volta dalla finestra lo scontro, a lui non piace vedere il sangue ma almeno uno sguardo normalmente l'avrebbe dato. Ha più paura di qualcos'altro che dell'esito della battaglia! Strano:questa battaglia deciderà il nostro futuro forse potrebbe segnare anche la nostra futura morte o la nostra prosperità. Lui non ha paura dei Reinhards...".
Fresia si stufò di pensare e impulsivamente chiese a suo fratello:-"Farrell, che cosa temi, la tua mano non smette di tremare, che cosa ti affligge?"-. La mano di Farrell iniziò a tremare ancora di più, sembrava stesse quasi per esplodere. All'inizio sussurrò qualcosa, poi fece appello a tutto il suo coraggio, alzo la voce e con fare deciso cominciò ad articolare parole comprensibili:-"Ho paura per te, sappi che non avrei mai voluto arrivare a questo punto, ma ormai e una questione di sopravvivenza: o tu o io"-. Non comprendendo, Fresia disse al
fratello:-"Non capisco, .... che ti prende?"-.
Un raggio di sole finalmente entrò dalla finestra e fu allora che Fresia vide un riflesso argenteo sotto la cappa di Farrell. Il ragazzo che un tempo era stato suo fratello sguainò con decisione un coltello e aggiunse:-"All'inizio quando gli Aguzzini del Deserto ci avevano preso ero spaventato quanto te, se non di più, poi, una notte, mentre tu dormivi, mi chiamarono al cospetto del loro leader. Lui mi disse che il suo nome era Salem Blackgold e che era ansioso di parlarmi. Io non capivo, ero arrabbiato con loro per la morte di Dean Rey, stavo quasi per sputargli in faccia, quando vidi accanto a lui un uomo immerso nell'oscurità. Si fece avanti e disse di chiamarsi Gladville Redblock, Lord di Davok. Aveva degli occhi verdi, arguti, che ispiravano saggezza e astuzia, con delle piccole macchioline marroni, quasi rosse, uno sguardo penetrante. Alcune ciocche erano rosse, ma il resto dei suoi capelli era bianco. Aveva una leggera peluria sul viso, era abbastanza magro e anziano, ma non decrepito, uno di quelli che ispirano fiducia.
Lui e Blackgold mi spiegarono la situazione.
I Reinhards avevano pagato gli Aguzzini del Deserto affinché ci rapissero in modo da non farci mai arrivare a Castel Elmo. Secondo il loro piano, uno di noi sarebbe stato portato a Castel Magmatico come ostaggio e l'altro ucciso in modo tale da tenere sotto controllo il territorio di Oasi del Deserto e le province degli Ossel. Questo era lo stratagemma ordito da Torren Reinhards, sotto spinta di sua moglie Mellel. Ma Gladville era venuto per proporre una seconda opzione: fare mobilitare da te, Fresia, le forze di Oasi del Deserto contro Castel Elmo e una volta preso il potere dai Reinhards, giurare fedeltà al Re Torren Reinhards. Io dissi che avrei provato a convincerti a farlo. Loro mi spiegarono che c'era anche una terza scelta: fare uccidere te dagli Aguzzini del Deserto e farmi succedere come erede di Oasi del Deserto, in caso ti fossi rifiutata di sollevare Oasi del Deserto contro Castel Elmo. In questa evenienza, avrei dovuto sollevarla io. Mi diedero tre giorni per convincerti ad accettare la seconda opzione. Io tornai nella nostra tenda e il giorno seguente feci finta di essere ancora spaventato dalla situazione.
Poi accadde l'impensabile: riuscimmo a fuggire. Per paura, decisi di tenere la verità per me e non ti rivelai quello che avevo scoperto nella tenda di Salem Blackgold. Arrivati a Castel Elmo, incontrai Mars Reinhards e lui mi convinse facendo leva su un mio sentimento: l'invidia. In me, si era annidato il desiderio di regnare su Oasi del Deserto. Allora Mars mi diede un ultimatum e mi disse che c'era solo un Ossell nei progetti di suo padre. Potevo ucciderti il giorno dell'attacco a Castel Elmo, dimostrare la mia lealtà e ottenere Oasi del Deserto oppure essere ammazzato. Se avessi rivelato la verità riguardo l'intrigo dei Reinhards, non mi avrebbero creduto: non avevo prove e non conoscevo alcun dettaglio sul tradimento, nemmeno la data prescelta per l'attacco a Castel Elmo.
Dunque siamo arrivati a questo punto. Tu, io e un coltello nella mia mano"-.
Fresia lo interruppe e gli urlò con le lacrime agli occhi:-"Io ti avrei creduto!"-.
Anche Farrell iniziò a vacillare, i suoi occhi erano lucidi e la mano gli ricominciò a tremare. Alla fine urlò:-"Non mi era possibile! Non ci avrebbero creduto. Potevo vivere in un nuovo mondo o morire nel vecchio! Spero che tu mi comprenda e mi possa perdonare in un'altra vita. Ma in questa avevo due opzioni: la sopravvivenza nel disonore o la morte nella rettitudine..."-.
Furono le ultime parole che Fresia sentì proferire da Farrell. Mentre lui si stava avvicinando, lei si ricordò della sua ultima chance. Rapidamente prese il coltello che teneva sempre nel reggiseno, lo tolse dal fodero
e ingaggiò Farrell. Le lame cozzarono, lame forgiate entrambe a Oasi del Deserto, dallo stesso fabbro. Era fratello contro sorella, vita o morte. Erano entrambi bloccati coltello contro coltello, cercando di prevalere con la forza, poi Fresia usò l'astuzia e gli diede un calcio nelle parti basse, ma così facendo il 'Fiore del Deserto' perse il controllo e cadde sotto la spinta di Farrell. Entrambi persero la presa sui coltelli e ruzzolarono a terra sdraiati uno accanto all'altro, lui ancora dolorante per il calcio subito. Fresia e Farrell strisciarono il più velocemente possibile verso il coltello più vicino. Era un testa a testa, presero il coltello contemporaneamente e si opposero l'uno all'altro. Nessuno dei due riusciva ad avvicinare il coltello. Ad un tratto però Fresia adocchiò il secondo coltello e disse al fratello:-"Lo sai qual è il tuo problema Farrell? Non hai mai avuto iniziativa!"-. Allora Fresia mollò la presa dal coltello, rotolò evitando il fendente di Farrell e prese la seconda lama. Suo fratello strisciò, si avventò nuovamente su di lei, la bloccò col suo peso corporeo mettendosi in ginocchio sopra di lei, torreggiando su Fresia. Prese il coltello con entrambe le mani, sollevò le braccia e mentre stava per abbassarle e colpirla con il coltello, lei con un movimento improvviso del braccio gli conficcò l'arma nel cuore. Lui non l'aveva vista prendere la lama. Sorpreso e privo di forze, Farrell perse la presa dal coltello, ebbe la forza di rotolare lontano da lei per evitare un potenziale secondo colpo, ma ormai sapeva di essere spacciato. Si tastò la ferita mortale. Fresia lo raggiunse inondata da sangue e lacrime, prese la testa del fratello sulle sue ginocchia e gli accarezzò i capelli. Lui sorrise e protese una delle mani con cui prima voleva infliggerle un colpo mortale; stava per accarezzarle il volto, ma sopraggiunse la morte. Il braccio si riabbassò di colpo e non si rialzò più. Non c'era traccia di vita nel suo corpo. Fresia, con le lacrime che le rigavano il viso, sussurrò al corpo esanime di suo fratello parole cariche di dolore:-"Piango per l'uomo che eri, non per il mostro che sei diventato"-. Come se lui potesse sentirla ancora... ma lei era conscia che lui non respirava più, il suo petto era immobile. Lei abbracciò il suo cadavere e pianse su di esso fino a quando la porta della camera non si aprì con uno schianto, rivelando uomini dall'armatura rossa.
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Cronache di un mondo diviso
FantasySangue, lacrime e cadaveri erano sparsi sulla terreno durante la guerra del trono, la più grande battaglia a memoria d'uomo nell'arcipelago di Lenen che ha visto gli eserciti delle famiglie Alabard, Ossell e Nellen fronteggiare i Tenier e i Reinhard...