il potere di Michel

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Capitolo 42

Il compleanno di Michel si avvicinava sempre di più e con esso il suo potere, la chiave per uscire da questo posto, la chiave per salvare tutti, dovevo aspettare pochi giorni per poter imparare il ghiaccio, l'ultimo dei poteri, l'ultimo per completare il giro magico.

Mi alzai in aria volando fino alla piccola fessura, 

"mamma, presto verrò a salvarvi, non temere, tieni forte e aspettami, resisti fino al mio arrivo, se puoi sentirmi, ti prego, non arrenderti, non abbandonare tutto, sto per arrivare" sussurrai guardando l'unica stella che riuscivo a vedere.

"tanti auguri Michel" dissi scuotendolo lievemente, lamentandosi si voltò dalla mia parte con un sorriso sulle labbra,

"grazie Miley" sussurrò con gli occhi chiusi,

"secondo te quando riceverai i poteri?" chiesi seria, sentendo le mie parole aprì subito gli occhi mettendosi seduto,

"non so come funziona, forse li ho già" disse alzando un braccio, ma non successe niente, 

"no, non funziona, la mamma mi raccontò di come li ha avuti lei, beh, li aveva già prima, mi parlava sempre di un ballo per il suo sedicesimo compleanno, non le sono mai piaciuti i balli, ma è andata comunque, indossava un bellissimo abito ampio e colorato, appena entrò in sala tutti gli occhi erano puntati su di lei, ogni persona s'inchinò al suo passaggio e lei timidamente raggiunse i miei nonni che la accolsero a braccia aperte, ma lei cercava solo una persona in quel momento, mio padre, solo che lui non si presentò, dopo qualche ora che ballava con altri cavalieri finalmente le porte si spalancarono per far entrare mio padre e ballarono per tutta la serata, fin quando la mamma non sentì qualcosa in se, s'illuminò volando in aria e ricevette così i suoi completi  poteri" raccontai ripensando alle sere quando mi raccontava questa bellissima storia della buona notte, è così romantica la loro storia, iniziata con l'odiarsi e terminata con l'amore, chissà se sarà così anche con me.

"oh...che bella storia, mia madre in quel periodo era intrappolata in una cella, era appena stata sconfitta da tua madre e aspettava la decisione per il suo destino" rispose sorridendo,

"beh..se l'era cercata, ma per fortuna è andato tutto per il meglio no?" chiesi spingendolo scherzosamente, ci raccontammo le storie dei nostri genitori per l'intera giornata non interrompendo nemmeno quando la guardia ci portò il cibo, tutto sembrava così bello e tranquillo, solo io e lui, nessun pensiero, nessuna preoccupazione, almeno in questo breve periodo.

Tutto cambiò quando Michel si alzò all'improvviso tenendo una mano sul petto, respirava a fatica e crollò in ginocchio.

"Michel che hai?" chiesi preoccupata,

"sto male, non so cosa sta succedendo, aiutami Miley" mi pregò ma non sapevo come aiutarlo, non avevo nessun potere per poterlo aiutare, gridò tenendosi il braccio destro dove comparve un tatuaggio bianco con il simbolo del suo popolo, venne bruciato nella sua pelle procurandogli un dolore immenso,

"resisti Michel, non ci vorrà molto" dissi piangendo in silenzio, non riuscivo a vederlo così sofferente.

I suoi occhi s'illuminarono mostrando delle sfumature più chiare e successivamente s'illuminò del tutto creando una gelida ventata attorno a lui, iniziai a tremare per l'improvviso freddo sfregando le mani per riscaldarle con il fuoco, indossavo solo quella tunica da combattimento, non potevo resistere al suo gelo, lanciò un ultimo grido prima di cadere di lato privo di sensi, 

"oh Michel, è finito, ora hai il tuo potere" sussurrai alzandolo da terra con uno schiocco delle dita, lo poggiai delicatamente sul suo letto,

"dormi Michel, domani sarà una lunga giornata" gli baciai la guancia prima di addormentarmi accanto a lui.

Mi svegliai presto la mattina successiva svegliando con entusiasmo il dormiglione ancora esausto per l'arrivo del suo potere, ma non si lamentò, iniziò subito a provare con il ghiaccio, dopo qualche giorno finalmente riuscì a controllarlo alla perfezione, era pronto per insegnarlo a me, seguii ogni suo consiglio e pensiero, imparando dai suo movimenti e imitandolo.

"Michel, non funziona" piagnucolai esausta sedendomi a terra, Michel mi seguì permettendomi di poggiare la testa alla sua spalla,

"Miley, so che è difficile, ma è l'ultimo potere, devi riuscirci, non puoi fare altrimenti, ti prego, riprovaci" disse incrociando il mio sguardo, i suoi occhi catturarono i miei, quelle nuove sfumature di azzurro mi attirarono terribilmente, lentamente iniziò ad avvicinarsi a me, sempre più vicino, le sue pupille si dilatarono al massimo, i nostri nasi si sfioravano appena, iniziai a pensare a lui in tutt'altro modo, non come amico, non come compagno di viaggio, ben oltre...No, mi scostai velocemente spezzando la magia che si era creata tra noi, non deve succedere, non ora, non così.

"scusa, non credo sia il momento e il posto giusto Michel, dobbiamo pensare ad altro al momento" sussurrai con voce tremante, volevo baciarlo, si, volevo farlo, ma non potevo..non in questo momento.

"non scusarti, hai ragione, dai, pensiamo al potere" disse prendendomi le mani e alzandomi da terra, non sembrava essersela presa, o meglio, riusciva a nasconderlo bene.

Continuammo l'allenamento per altri giorni, dalle mie mani uscì di tutto, ogni singolo potere, ma non il ghiaccio, quello proprio non ne voleva sapere, sembrava me lo facesse apposta, l'ultimo è sempre il più difficile no?

"Michel, Michel basta, non ce la faccio più" dissi piegandomi in due dalla stanchezza,

"va bene, facciamo una pausa" lentamente mi avvicinai al letto per sedermi sopra, ma non ci arrivai, crollai a terra per una fitta al fianco, violenta e improvvisa, Michel vedendomi a terra si precipitò accanto a me,

"Miley cos'hai?" chiese preoccupato cercando di prendermi tra le braccia ma al primo tocco un'altra fitta mi colpii facendomi gridare dal dolore,

"no, non toccarmi, peggiori la situazione" dissi con voce spezzata.

Iniziò a camminare da una parte all'altra tirandosi i capelli all'indietro, agitato s'inginocchiò nuovamente al mio fianco,

"non so come aiutarti Miley, che posso fare?" chiese quasi pregandomi, sembrava molto preoccupato, era paura quella che vidi nei suoi occhi, paura di perdermi,

"resta qui con me, passerà presto" lo rassicurai nascondendo un'altra fitta dolorosa, allungai lentamente il braccio per raggiungerlo, prese la mia mano senza spezzare il nostro contatto visivo, la strinse forte nelle sue grandi mani.

Il dolore iniziò pian piano ad affievolirsi, la sola presenza di Michel mi tranquillizzò, con molta lentezza mi avvicinai a lui, strisciando sul suo torace, tra le sue braccia.

"credo che per oggi basta allenamento, riprenderemo domani ok?" chiesi alzando il capo e incrociando i nostri sguardi, il mio nero ormai blu notte in contrasto con il suo mare tempestoso, mi sentivo al sicuro tra le sue braccia, mi sentivo... a casa.

I CONFINI DEI MONDIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora