Capitolo 3

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Chapter 3

Emma non era sicura di quale lezione temesse di più. La magia sarebbe dovuta essere divertente, ok, ma non importava quanto si concentrasse, non importava quanto ci provasse, il risultato era sempre lo stesso: succedeva solo un sacco di nulla.

Non si aspettava che Regina fosse così paziente, però. Ed il che era sorprendente. Così come la sensazione di cameratismo che si rafforzava ad ogni cena a cui trascinava Regina ed ad ogni ora di andare a letto di Henry. Non esattamente come se fossero compagne in armi (specialmente con Regina che le tirava una sberla magica sulla mano ad ogni forchetta sbagliata) ma, Emma dovette ammetterlo, c'era un certo sollievo ad avere l'attenzione del consiglio divisa tra i suoi barbini modi a tavola e quell'atteggiamento da la-cattiva-è-qui di Regina che si amplificava ad ogni cena. Rendeva tutto ciò meno solitario. Snow aveva tentato di ragionare con lei. "Prova a placare il consiglio." Le aveva detto Snow. "Lei dovrebbe mangiare dove si sente più a suo agio." Aveva insistito. Probabilmente era solo uno di quei modi diplomatici per dire le cose che Snow voleva imparasse. Sapevano entrambe che tutti si sarebbero sentiti molto più a proprio agio se Regina non ci fosse stata. (E ad ogni modo, dove l'avrebbe mandata a mangiare Snow, se i servi stessi erano a disagio con la presenza di Regina, tanto che scappavano da lei?)

Era oltre la comprensione di Emma il perché lei sentisse il bisogno di avere Regina lì. Non era tanto per girare il coltello nella piaga, ma... sì, un grande, enorme ma lì in mezzo. "Posso copiare ciò che fa. Imparerò meglio così." Rispondeva ogni volta.

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Dopo un po' avevano stabilito una routine. Per come la vedeva Regina, era come quando aveva insegnato ad Henry a camminare e parlare: dipendeva tutto dalla ripetizione, dalla routine. Quindi la mattina camminavano per i corridoi e discutevano di Drake, Edwina ed Hazel (o i Tre Marmittoni, come Emma li chiamava non così affettuosamente), Rowena e suo cugino Sebastian (Scemo e più scemo) e la loro malvagia progenie di disadattati fino a che Emma non li odiava con la furia di un migliaio di soli.

Mentre i giorni invernali avanzavano, Regina aveva considerato spesso l'idea di spostare le lezioni di magia nel Palazzo, ma le erano diventati cari quei momenti di libertà nel frutteto. E le sembrava che la magia le venisse più facile se erano accanto all'albero di mele, anziché rinchiusi nel palazzo, specialmente con Snow che si aggirava nervosamente ogni volta che Regina provava una magia od un incanto, indifferentemente da quanto minore. Ed al contempo, l'unica cosa che sembrava rafforzarsi era l'idea che Emma non avesse alcuna abilità magica. Nemmeno per far diventare la limonata rosa.

Il progresso era lento. Ed a Regina sembrava che Emma stesse puntando i piedi come un cavallo testardo, rifiutandosi di avanzare.

Con il senno di poi, le cose sarebbero dovute esplodere. Erano sue donne molto testarde costrette a vivere assieme per molto tempo.

Nevicava ed Emma voleva terminare la lezione di magia, indifferentemente da quanto fosse affascinante per lei vedere le mele galleggiare in aria o la cioccolata apparire dal nulla. Era stanca, era lunatica, probabilmente anche premestruale e voleva solo andare a casa dov'era caldo e si sarebbe potuta nascondere fino a che tutta la cioccolata con cui Regina l'aveva corrotta avrebbe avuto il tempo di rilassarla.

"Sono stanca. Ed ho freddo e voglio entrare. Voglio la mia cioccolata ed il mio letto e non voglio più fare questo."

"Ed ora stai piagnucolando. Proprio. Come. Mammina."

"Beh, ne ho il diritto. Sono bagnata ed ho freddo. Sono bagnata in posti che non dovrebbero essere bagnati ed ho freddo in posti che non sapevo di avere. Per favooooooooore!"

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