Era impossibile dormire. C'era l'eccitazione del dare ad Henry il bacio della buonanotte. Non c'era un gocciolio da qualche parte, nessun lamento dalle persone nelle altre celle, il materasso era morbido, non come quello rigido a cui si era abituata nell'ultimo anno ed i pensieri nella sua testa non erano gli stessi delle ultime 360 strane notti precedenti. Mentre prima le sue notti erano piene di rammarico ed assenza, ora erano piene di rammarico e preoccupazione. Si preoccupava per Henry, ovviamente. Ma per una strana svolta di eventi, di preoccupava per Emma. La donna che aveva salvato suo figlio – e lei non poteva nemmeno minimamente contare quanto era in debito con Emma per quello – era ora la principessa che i draghi volevano uccidere. Nessuno meritava di essere ferito dagli avvoltoi che il White Kingdom creava e cresceva.
E lei temeva di aver perso ciò che aveva bisogno di insegnare ad Emma: l'abilità di influenzare, di lavorare nell'ombra, di manipolare. Regina temeva di aver passato troppo tempo ad ottenere le cose a modo suo con la forza per ricordarsi come guidare gli eventi, come giocare. Temeva che il suo giudizio si fosse offuscato perché la sua arma preferita era stata la paura anziché l'astuzia.
Si avvicinò alla finestra; non c'era il sole ad accecarla, almeno al buio era abituata. Avrebbe avuto la magia. Era parte del contratto. Non poteva ancora sentirla. Ma presto sarebbe arrivata e lei l'avrebbe sentita nelle dita, nel cuore. Le avrebbe fatto comodo.
Il suo lavoro era tenere Emma al sicuro. Insegnandole, allenandola, cambiandola. Era una prospettiva stranamente deprimente, dato quanto Emma l'avesse infastidita e reso pesante ognuno dei suoi giorni a Storybrooke, ma cambiarla era semplicemente... sbagliato. Non che avesse realmente una scelta, come non aveva avuto scelta nel mantenere il silenzio. Non era esattamente sicura che le andasse bene tutto ciò. Significava poter vedere Henry. Significava uscire da quel buco. Significava un cottage da qualche parte nei boschi, una volta che Emma fosse diventata indistinguibile da ogni altro cortigiano.
Significava pace.
"Non riesco a dormire!" Emma piombò nella stanza dopo un leggero bussare sulla porta.
"E cosa suggerisci? Di pettinarci i capelli a vicenda e mettere su un pigiama party?"
"Ah, sempre così calorosa ed accogliente... Si può imparare la magia?"
"In parte."
"Quanto?"
"Abbastanza. Il resto è innato. Magia naturale." Emma si lasciò cadere sul letto.
"Una di quelle può produrre una bottiglia di Jack?"
"Jack?"
"O Jim. O Johnny. Uno qualunque dei miei ragazzi. Non faccio preferenze."
"Non mi sorprende! Scusa, ma non oggi. Però posso insegnarti la meditazione. Hai bisogno di rilassarti. Di aprirti alla magia."
"Non sono esattamente il tipo che medita. E preferirei ubriacarmi, comunque."
"Forse questo è un buon momento per la tua prima lezione: filtro."
"Triplo?"
"Se serve. Non dire tutto ciò che ti passa per la mente."
"Sarebbe uno spreco di pensieri."
"Non vedo il pericolo."
"Oh, ma guarda chi ha trovato una vena comica!"
"Non sia mai. Se le mele non sono state bandite, potresti provare un po' di sidro."
"Non bandite, ma... tenute d'occhio." Emma le lanciò uno sguardo addolorato. "Forse tu puoi farmi sentire ubriaca."

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Educating Emma
FanfictionEmma ha delle difficoltà ad adattarsi alla corte: dice sempre le cose sbagliate, ha i modi di fare di una plebea ed una famiglia che desidera il trono di Snow la vuole eliminare. C'è una sola persona capace di insegnare ad Emma cosa le serve per sop...