Capitolo 5

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Chapter 5

"Questi sono fin troppi piatti per una cena. Troppi cucchiai e forchette. I coltelli almeno posso capirli. Sono sicura che arriverà un momento in cui torneranno utili."

"Pasto."

"Cosa?"

"Chiamalo un pasto. Giustificherà il numero di cucchiai." Regina si massaggiò il mal di testa incipiente. Emma odiava quelle lezioni e così anche lei. Era come spingere un masso su per una salita solo per poi vederlo rotolare giù proprio quando stai per raggiungere la cima.

Forse Regina era tanto vicina ad infilzarla con una forchetta da dessert quanto lo era lei stessa. C'era una risata nervosa che iniziava a ribollire nel profondo della sua gola. Più Regina si massaggiava la testa, più Emma voleva farla uscire. Sbuffò, soffocandocisi, ma riuscì a trattenerla. Il che, se avesse avuto il coraggio di dirlo a Regina, avrebbe dovuto renderla fiera per quanto riguardava l'importantefiltro.

"Non c'è una via facile? Tipo zuppa e dessert e fine? Semplice e frugale?"

"No."

"Beh, questo era diretto..."

"Emma, c'è un'etichetta qui. Non c'è spazio per il tuo approccio alla meno peggio... Abbiamo un giorno. Rimane solo un giorno."

"Sei preoccupata?"

"Sì."

"Snow ti rimanderà indietro se fallisco?"

Snow l'avrebbe rimandata indietro? Era una possibilità. Ma c'erano cose più importanti in palio. "Questo è importante. Emma. Vitale.Noi non falliremo."

"Dov'eri tutto quel tempo, Regina?"

Regina scoprì di desiderare di poter condividere, non di meno perché c'era un bisogno in lei che lei non riusciva esattamente a comprendere di una mano amichevole, un ben fatto per essere riuscita a sopportarlo. Qualcosa che le assicurasse di non aver perso temporaneamente la testa ed aver immaginato tutto. Aveva bisogno che qualcuno sapesse così da averlo effettivamente superato. Definizione da opposizione.. Eppure, letteralmente non poteva.

"Non posso." E la sua gola si strinse in avvertimento. "Abbastanza letteralmente."

Più lei parlava, più Emma diventava triste, tutte le tracce della risata maniacale sparite.

"Guarda, se sbagli, semplicemente fai l'arrogante. Fingi di sapere esattamente ciò che stai facendo e che semplicemente non t'interessi. Sei una principessa. Dovresti avere questa prerogativa. Potrebbero pensare che tu sia originale ed arguta." E così, c'era speranza.

"È questo il modo in cui ne esci?" Emma suonava dubbiosa e speranzosa tutto nello stesso sorriso, lo stesso che Regina aveva visto così tanto tempo prima davanti al suo uscio quando aveva conosciuto Emma a Storybrooke.

"Riproviamo."

E lo fecero. Lavorarono fino a ché Emma non ebbe le dita intorpidite e gli occhi cerchiati di rosso. Regina non era ancora molto sicura che Emma sarebbe arrivata all'intero concetto di essere servita, da che parte il servitore avrebbe dovuto servire lei e non il suo vicino, i calici ed i fazzoletti. Ci sarebbe arrivata, molto probabilmente, avrebbe sbagliato una o due cose o avrebbe buttato giù il vassoio di qualcuno nel suo desiderio di aiutare. Ma il progresso era progresso. Prese una coppa dalla disposizione sul tavolo e fece volteggiare le dita attorno ad essa. Il profumo di cioccolata calda si alzò come una nuvola nell'aria.

La mise di fronte ad Emma, completa di panna e marshmellow rosa.

"Regina?"

"Sì, Miss Swan?"

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