Capitolo 9

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Regina non era ancora certa di voler andare. Non era qualcosa che avrebbe ammesso volentieri a se stessa, ma la famiglia la rendeva seriamente nervosa. Era troppo vicina a tutti quegli anni precedenti, tutte le notti solitarie in sale da ballo gioiose dove tutto e tutti avevano un posto tranne lei.

Eppure, qualcosa nel suo stomaco si contorse al pensiero di sapere che Henry sarebbe stato lì, impotente nel mezzo di quelle vipere. Allo sconveniente pensiero che Emma avrebbe potuto aver bisogno di lei.

Con una mossa esperta, fumo viola (che effettivamente non le serviva per praticare la magia, ma aveva un'inclinazione al drammatico dopotutto) divenne, ancora una volta, la dama di compagnia di Emma, ingobbita e vecchia, non minacciosa, dall'aspetto fragile Bertha.

"Vieni!" Emma la abbracciò di nuovo. "Ti ringrazio!"

"Sì, beh, non credo che tua madre la prenderebbe bene se tu morissi sotto alla mia supervisione."

"Certo, come vuoi." Intensificò l'abbraccio. "Sono solo davvero felice che tu venga con me. Hey, stavo pensando: perché non vieni come principe?" Era un viso vecchio, ma Emma poteva ancora vedere l'espressione beffarda senza bisogno di parole. "Beh, sei già abituata a me che ti salgo sugli alluci..."

"Ho tutti i calli con cui ricordarti!"

"E puoi tenermi fuori dai guai..."

"Non penso che nessuno possa, cara."

"E non dovrò affrontare più merda di quanto debba strettamente fare."

"Ah, sempre così incantevole."

"Non stai cercando di uccidermi..."

"Non oggi, almeno."

"Possiamo fingere di essere innamorate..."

Pausa di imbarazzo da entrambe le parti.

Regina si riprese per prima. "E come spiegheresti la presenza di un principe sconosciuto?"

"Una rana baciata per il meglio." Questa volta Regina dovette ridere. Era un suono talmente bello che Emma avrebbe fatto del sentirla ancora ed ancora la propria missione.

SQ~SQ~SQ~SQ~SQ~SQ~SQ~SQ

"Pronta?"

Beh, no, non proprio, ma non aveva molto senso attaccarsi alla porta della sua stanza e rifiutarsi di entrare, giusto? Perché l'idea aveva effettivamente il suo fascino anche se mancava severamente di merito.

"'Gina?"

"Eh?"

"Sì, non eh." Regina sbuffò. Oh, buon dio.

"Infatti, Principessa. Sì?"

"Quella cosetta pooffosa che hai fatto..." il sopracciglio alzato di Regina era una domanda sufficiente per Emma. "Quando ci hai fatto fare poof fuori dalla neve e nella mia stanza..."

"Sì?"

"Insegnamelo."

"Ora?"

"Sì, ora."

"Miss Swan, dovresti oltrepassare quelle porte tra pochi minuti. Il ritardo non è tra le buone maniere."

"Per favore?"

"Perché ora?"

"Mentre ho ancora la motivazione."

"Potrei pentirmi di aver chiesto, ma non eri abbastanza motivata prima?"

"Diciamo che stavo procastinando."

"Procastinando?"

"Era la parola del giorno. Ma..."

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