Frank aveva fatto stendere Gerard sul letto e gli aveva tenuto la mano finché si addormentò. Poi lo aveva vegliato nel sonno, cominciando a pensare a come fare per aiutarlo. Lui non era un esperto, né di disintossicazione, né di psicoterapia. Ma Gerard lo aveva supplicato di aiutarlo. Gli aveva raccontato che pensava di essere impazzito, che vedeva Alex ed era così vera, e gli parlava e gli diceva tantissime cose e lui non poteva non risponderle, e non sapeva se era un fantasma, uno spirito, un'allucinazione, la sua coscienza. Gli raccontò che a volte Alex diceva essattamente ciò che pensava lui, o a volte diceva cose che lui non credeva di pensare ma che poi si rendeva conto che gli avevano già sfiorato la mente, ed era strano e assurdo e ridicolo. Si era addormentato così, raccontando a Frank tutto quello che gli stava accadendo.
Forse doveva parlare con qualche esperto. Forse doveva chiamare qualche centro di recupero, perché si, Frank immaginava che Gerard non se la stesse cavando alla grande, ma non di certo che stesse in condizioni così pesanti, con le allucinazioni e tutto il resto.Quando si risvegliò, Gerard si guardò intorno sentendo la testa pesante e gli occhi gonfi. Aveva pianto, questo lo ricordava. E poi aveva parlato con Frank, ricordava anche questo. Aveva pianto con la testa china sulle gambe di Frank e lui lo aveva consolato. Ed ora era sdraiato sul suo letto con ancora le scarpe ai piedi e la stanza era vuota.
Sperò che non fosse stata solo un'altra allucinazione, e gli si ritorse lo stomaco all'idea che quella specie di riavvicinamento con Frank fosse solo frutto della sua immaginazione.
Si sollevò un pò dai cuscini e sospirò.
«Frank?» chiamò quasi sottovoce, come per giustificare una non risposta. Se lo chiamava a voce bassa e Frank non rispondeva era solo perché non lo aveva sentito, non perché non era lì.
Sentì un rumore di passi e finalmente la porta della stanza si aprì piano, e Gerard trattenne il respiro per qualche secondo. Frank. Frank. Frank.
«Ti sei svegliato...».
Gerard espirò. Era Mikey. Fece una smorfia in direzione di suo fratello ed annuì, senza aggiungere altro. «Ho bisogno di stare un pò da solo, Mikey...» mormorò scusandosi, rimettendosi sdraiato. Suo fratello accennò un sorriso e richiuse la porta.«Ah, povero Mikey...».
Gerard spalancò gli occhi in direzione della finestra. Alex guardava di fuori, dalla piccola fessura della tenda che lasciava entrare la luce.
«Per favore, lasciami stare...» sbuffò Gerard distrutto.
Alex scrollò le spalle «Non sono qui per disturbarti.» disse con tanta semplicità «Comunque pensavo che ci sono proprio un sacco di cose che dovresti fare...».
«Ti prego! Ti supplico, vattene, ok? Non voglio essere pazzo! Prima ci sei tu, poi c'è Frank, poi non lo so più... non ci stò capendo assolutamente nulla. Ti prego.» disse Gerard lamentoso.
«Oh, devi avere le idee molto, molto confuse. Comunque è da un paio di giorni che non vieni a trovarmi all'ospedale. Potrei offendermi e non svegliarmi più...».
Gerard deglutì, chiudendo gli occhi «Non dirlo neanche per scherzo, ok? Non dirlo e basta. Non ce la faccio a venire a trovarti. Non ce la faccio più.».
«Scommetto che invidi la forza di volontà di Mikey, vero? Lui viene a trovarmi ogni giorno, poi ogni giorno si chiude in camera ad esercitarsi col basso, ed ogni giorno stringe i denti e va avanti. Tu invece no, tu invece non fai assolutamente nulla.».
«Perché devi darmi fastidio? Perché devi dirmi tutte queste cose?» domandò Gerard nervoso.
«Perché tu le pensi, ma hai bisogno di qualcuno che le dica ad alta voce. Io sono qui per dirlo ad alta voce. Per fartelo sentire bene. Perché tu puoi ignorare quanto vuoi i tuoi pensieri, ma non di certo le mie parole. Lo so che non mi ignori, anche quando guardi altrove, o chiudi gli occhi e cominci a pensare parole a caso per occuparti la mente. Continui a sentirmi parlare. Come adesso. Stai solo fingendo di ignorarmi. Sono nella tua testa. Lo so che ci sono. Mi vedi?».
Gerard aprì gli occhi di nuovo. Alex non c'era più.Solo qualche minuto dopo Mikey bussò alla porta della camera di suo fratello. Aveva una pila di fogli rilegati in una mano, ed aprì la porta con l'altra introducendo solo la testa nella stanza «Gerard? Possiamo parlare?» domandò.
Suo fratello sospirò, riaprendo gli occhi.
«Si, credo di si. Dimmi....» disse tirandosi su. Si guardò intorno velocemente. Magari era un'allucinazione pure suo fratello. Era stressante e fastidioso non capire se ciò che stava vivendo era finto o reale.
Mikey entrò nella camera e si sedette sul bordo del letto. Posò i fogli sulle sue ginocchia e guardò il pavimento.
«Vorrei riprendere a registrare il disco...» disse dopo un attimo di silenzio, senza guardare suo fratello.
Il più grande si morse il labbro. Mikey era fragile e piccolo e non aveva certo bisogno di un fratello con problemi mentali. Sospirò.
«Non credo che sia il momento adatto...» cercò di giustificare.
«Io invece credo proprio che lo sia. Dobbiamo...» prese i fogli che teneva sulle gambe e cominciò a sfogliarli alla svelta, fino ad arrivare ad una pagina piena di statistiche e numeri, poi si fermò e posò lo sguardo su suo fratello «...Alex vorrebbe che noi continuassimo a registrare. E quando il disco sarà pronto, e mancherà davvero poco, dovremmo portare un lettore cd all'ospedale e farglielo ascoltare. Guarda qui!» disse porgendogli i fogli che teneva in mano.
La musica aiutava, era terapeutica, era un richiamo. Mikey ci credeva davvero. Mikey voleva davvero provarci «Per favore...» supplicò, quasi.
Gerard lesse alla svelta i numeri e le percentuali sul foglio, ed inizialmente sorrise. Poi però tornò serio e cupo «Mikey, non credo sia il momento giusto. Non riesco a far nulla.» mormorò.
«Tu non vuoi fare nulla, Gee, è diverso!» esclamò suo fratello deluso.
«Non è vero! E' che credo di avere dei problemi... dei problemi gravi, seri. Sta diventando tutto così difficile da gestire...» mugugnò Gerard guardandosi le mani.
Mikey sollevò un sopracciglio «Ci aiuterà Frank! Gee, Frank è disposto a fare qualsiasi cosa ed è andato a parlare con delle persone che possono aiutarti, e ti saremo tutti vicini, e questo periodo finirà presto e staremo tutti di nuovo bene, anche Alex!».
Gerard era senza parole, e la testa era pesante e la stanza sembrava stesse girando. Quindi Frank non era un'allucinazione? Quindi Frank si era davvero offerto di aiutarlo? Non sapeva, non capiva e non riusciva a spiegarsi nulla. Era una situazione penosa. Si fece coraggio e dopo aver fatto un respiro profondo guardò Mikey «Quindi Frank è stato qui? Non è vero che me lo sono immaginato? Lui era qui?» domandò imbarazzato e confuso.
Mikey sorrise annuendo «Certo che non te lo sei immaginato! Lo so che parli con Alex, ti ho sentito e qualsiasi cosa sia la risolveremo, e Frank vuole aiutarti in ogni modo possibile e tu devi solo dargliene occasione, ok? Devi darci la possibilità di aiutarti, però ti prego, finiamo di registrare quel disco, va bene?».
Improvvisamente Gerard riprese a piangere. Era come se dovesse liberarsi di un macigno all'interno del petto. Pianse e strinse Mikey tra le braccia.
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The Ghost Of You - Le Confusioni Più Grandi Le Procura Il Cuore
FanfictionFrerard - Sequel di "Le confusioni più grandi le procura il cuore".