~2~ PRIMO INCONTRO

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Avendo troppo d'affari in questo giorno, pure ho sistemato tutto nel modo che potrei anche incontrare lui. Li ho promesso che vado per conoscerlo. Erò preparata psicologicamente, perché sapevo che non vado per raccontare le fabole io a lui e lui a me....
Una sera prima abbiamo checherato fino tardi al telefono. Mi piaceva sentirlo al telefono, la sua bella voce mi piaceva molto, direi mi escitava. Mi fecesse capire anche lui che li piaccio molto, che li son simpatica. Sempre mi diceva degle belle parole, era un piacere parlare con lui. Ogni sera quando mi mettevo a studiare, proprio in quel momento ero interrotta dal un suo messaggio. Ecco, come ad esempio adesso.
"Ciao gioia!" mi saluta Cameron con un messaggio vocale.
Queste due parole mi facevano volare, perdere la testa, mi tagliava il fiato, perdevo la razionalità.
"Sto pensando tropo a tè, alla tua voce che mi fa inamorare, hai un bel timbro" rispondo io al suo mesaggio.

"Che tenera. Gioia tu dove sei, non hai cambiato niente per oggi? Spero che sei già in stazione!" scrive lui nuovamente e mi manda un facino soridente 😉.

"Esatto tesoro, sono in stazione, tra pocco salgo sul treno. Fra qualche minuto t'abbracio forte. Un bacione! A presto!" li rispondo io così con una piccola bugia al suo messaggio, mando anch'io un facino con un bacio 😘.
Dire la verità mi veni addosso una paura, tremavo tutta per il coraggio che ho avuto di scriverli. Questa persona lo devo conoscere ancora non so se sarà come nelle foto dal suo profilo o sarà un vecchio di merda, o una lesbica che mi ha preso in giro, o nessuno non verrà. È tragico tutto ciò che penso, Dio aiutami di non sbagliare.
Ero quasi pronta bella preparata, tra due minuti esco di casa, chiudo la porta a chiave e via. Nella mia testa è solo lui, Dallas, sto facendo tutto automaticamente, che dopo un secondo potrei farmi la domanda stupida: "Ma ho chiuso io la porta?" Tutto questo succedeva perché ero confusa, agitata, non imaginavo come mi comporterò con lui, io vedendolo per la prima volta, non sapevo se mi piacesse, perché tutto era virtuale, ma la realtà erà lontana, mi aspettava ancora di conoscerla.

E' il tuo modo di parlare, il tuo modo di chiamarmi, quel nomignolo che mi riservi.
E' il fatto di immaginarti perché non posso vederti.
E' dovermi figurare la smorfia della tua bocca.
E' che sei tu.
E quando si tratta di te, io non lo so che mi succede. Per quanto cerco di trattenermi, se si tratta di te, io sono molto felice.

Noi abbiamo delle piccole utilità:
per esempio io amo te e vorrei che tu mi guardassi negli occhi,
e metto gli occhiali scuri affinché tu non possa vedere i miei occhi,

perché entreresti con le tue mani nella mia anima,
e sentiresti che il mio cuore pulsa in una sola direzione,
per questo faccio finta di non vedere niente.
E di fatti io non osservo ciò che mi circonda,
ma osservo ciò che accade dentro di me,
e per sentirlo non occorrono gli occhi,
per sentirlo non occorrono le labbra,
per sentire ciò che accade dentro di me ho bisogno soltanto di una tua manifestazione di carne, di vederti per un secondo per parlare di te
attraverso i secoli.
Mi hai rubato i pensieri, mi hai disorientato, mi hai lasciato confusa in balia delle emozioni più, pure...

I nostri cuori battono all'unisono si fondono insieme si cercano, volano e si riconoscono sempre e non possono stare tanto lontani!
Tu sei dentro i miei battiti...
Dentro i miei desideri...
Dentro le mie emozioni...

Sono arrivata già in stazione con questi pensieri in testa, pensando a lui. È tragico quello che sento e che mi succede. Mi sono seduta in un posto comodo in una carozza dove non c'era nessuno era vuota, dove ero solo io un'anima persa e confusa. Respiravo pesante, a volte mi sembrava che non ho il fiato proprio. Mentre sto seduta al fenestrino guardando la gente da li da fuori ancora penso a Cameron. Il treno parte, inutile che provo pensare ad altro non riesco cambiare il pensiero, già ho la mia fermata, che dovrei scendere. Con un grande battito del cuore scendo dal treno. Sono passati solo quindici minuti, però a me sembrava che son passati dei anni. Provo mantenere la calma, ma non riesco. Comunque mi sforzo farlo. Son davanti alla stazione il suono dei treni mi tormentano di più, ho un vulcano nell'anima. Ed io pure sto aspettando fingendo la calma, dal improvviso una machina si fermò davanti a mè. Il ciuffo particolare lo riconosciuto dalle foto che ho visto sul profilo di Facebook. Mi fa il segno di salire in machina. Apro la portiera, mi sedo di fianco a lui. Un attimo di silenzio, neanche non ho detto ciao così emozionata ch'erò.

Dopo questa pausa di qualche secondo che sembrerebbe anni dico soridente:
"Ciao! Eccomi, sono qua!"

Dicendo questo mi avvicino e li do un bacio sulla guancea. Volevo guardarlo negl'occhi, ma ero emozionata come una ragazzina di 13 anni, anche lui aveva qualche emozione, però si controllava abbastanza bene, non dava libertà ai suoi emozioni.
Lo guardavo di nascosto era molto tenero, quei 26 anni che ha detto lui che ne li ha non esistevano, massimo 22 anni li avrei datto, non di più.
Si incrociarono un breve istante il suo sguardo e il mio. E seppi all'improvviso - non so se anche lui -
che in un tempo senza anni né orologi, un altro tempo, i tuoi occhi e i miei si erano incontrati, e quella di allora non era che un'eco, l'onda che ritorna, attraversando mari, all'antica spiaggia.
Ma ero contenta che era la persona reale, che ho conosciuto nel mondo virtuale, perché poteva essere al contrario. Improvvisamente il mio cuore inizia a sbattere forte. Senza controllarmi li faccio una accarezza sul colo e mi avvicino lentamente facendoli un bacio vicino al orecchio, e con un sussurro li chiedo se aveva voglia di vedermi? Questo gesto e stato incontrollato di me. Non mi comporto io così, mai, anzi dopo cinque minuti di conoscere una persona, non esisteva una cosa del genere tra le mie regole di vita. Dentro di me c'era una bestia che mi dirigiava i mei sentimenti, direi movimenti. Iniziò farli un'altra accarezza ai fianchi mentre lui guidava la macchina, senza parlare solo soridere. Molto lento lui mi prende per la mano con qualle lo accarezzavo e me lo sta spostando tra le sue cosce, ovviamente per farmi sentire la sua degnità maschile. Mi son lasciata andare, perché non li volevo fare imbarazzare, già erò io troppo imbarazzata. Pero volevo che si sentì un vero maschio anche se nei mei confronti dalla mia vera età era un ragazzino, ma datto che abbiamo detto tutte e due le bugie non sapevamo la vera età di noi stessi ne uno ne altro. La mia facia e mio fisico da ragazzina non mi tradivano, unica la mia traditrice poteva essere la mia carta d'identità, però non c'è l'avevo, ed ero tranquilla. Mai nessuno non sapeva la mia età giusta. Ogni volta che mi chiedevano 'quanti anni ho', io rispondevo, ma quanti me ne dai?
Tutti mi rispondevano - 22 anni, pochi mi davano anche 25. Su questo argomento dell'età mi ha stupito di più la mia compagna di classe, credeva che sono dalla loro età, una 18-enne, 20-enne. Ovviamente questo per me erà più grande regalo che mi poteva fare la natura, di non vedermi e di non toccarmi.
"Tra cinque minuti arriviamo a casa mia" mi dise Cam, per non preoccuparmi.
"Si si"dico io. Però una cosa ho notato mi portava in un posto che io conoscevo già.
Noi non ci chiediamo nulla, neanche non ci siamo presentati, perché noi tutto già sapevamo uno dell'altro, assolutamente tutto. Avevo la sensazione che ci conosciamo da una vita. Sapevamo tutto degle nostre preferinze, dei nostre sogni erotici, di quello che desideravamo fare. Ogni uno aveva le sue foglie, ed era bello.
Cameron aveva tanti desideri che già me li ha raccontato telefonicamente giorni prima. Desiderava che io lo faccio sognare, di farlo ragiungere tutte le sue fantesie sessuale, erotiche, voleva che lo faccio viaggiare in un mondo sconosciuto. Io avevo promesso a Cam che sarò con lui libera senza ostacoli, niente timidezza, senza tabù. Mi ha chiesto un giorno prima di indossre alcune cose che a lui sempre li fa piacere, direi impazzire. Si tratava di biancheria intima di colore rosso, scarpe rosse con i tacchi più alti che è possibile. Non ho fatto tanta fatica realizzare questo suo desiderio. Erano cose che li adoravo anch'io. Ovviamente mi faceva piacere chiedendomi qualcosa del genere. Sapeva apprezzare le cose belle. Tra qualche minuto eravamo a casa sua. Mi ha fatto impazzire il posto dove mi portasse, perché io conoscevo molto bene quel posto. Per un attimo ero bloccata mi sembrava un scherzo brutto da parte di qualcuno.

"Siamo arrivati, dai scende" mi disse Cam.
"Vivi qui in questo strano posto? Sembra un castello reale dal ottocento" dico io ironica scendendo dalla macchina.

❤Facile dire di amare , facile dichiararsi inamorati
Saperlo tenere un'amore , saper tenere un cuore acceso e mantenersi stima e rispetto di chi ci sta di fronte
questo è un vero amore.

Avevo paura conoscerti
Avevo paura parlarti
Avevo paura avicinarmi
Avevo paura toccarti
Avevo paura guardarti negl'occhi
Ho paura di perderti....💕


Spazio autore :
Ragazziiii ciao! Allora vi piace questo capitolo? Ditemi qualcosa Lasciate un vostro opinione riguardo alla storia... anche una ☆😉 scusate gli errori grammaticali, li correggo appena sarò più libera.😘😘

Sei La Mia  Ombra||CAMERON DALLASWhere stories live. Discover now