3.

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La febbre lo stava portando verso un punto di non ritorno, iniziava ad avere le allucinazioni. Le sue mani stavano stringendo un corpo femminile, molto morbido doveva ammettere, ma non ricordava di essersela spassata. Cercò di aprire gli occhi, il mal di testa fortunatamente era passato, ma c'era una cosa che doveva gestire immediatamente ed era l'erezione che aveva nei pantaloni. Si voltò ed il respiro gli venne meno. Ginevra era aggrappata a lui e dormiva beatamente. Una gamba di lei si era infilata tra le sue e per poco Alessandro non si strozzò quando vide le sue mani su di lei. Una si era intrufolata sotto il maglione e l'altra le stringeva il sedere.Percepì un fremito nelle parti basse e cercò di regolarizzare il respiro.Dio mio, era così bella...Rimase ancora un istante con Ginevra tra le braccia, inalò il suo profumo e gli si serrò lo stomaco quando percepì i seni sul suo petto, liberi e senza costrizioni. Certo, c'era sempre il maglione a dividerlo da loro, ma poteva avvertirli. Liberò una mano e se la passò sul viso. Iniziò a sudare e cercò di allontanarsi senza svegliarla, ma Ginevra non era d'accordo perché si strinse di più a lui e iniziò a strusciarsi.«Ginevra?»Provò a chiamarla, ma il sonno di lei era troppo pesante.Provò ad accarezzarle il viso per svegliarla ma quello che accadde dopo lo lasciò col fiato sospeso. Il viso di Ginevra rispose alla carezza e si protese verso il suo, con le labbra semiaperte e pronte per un bacio. Erano così invitanti che resistergli fu veramente dura.«Ale...»La voce di lei risuonò debole e arrochita.Alessandro la guardò e le rispose, ma si accorse poi che dormiva ancora.«Ale...»Ginevra continuava a chiamarlo nel sonno e Alessandro non sapeva cosa fare. Doveva svegliarla? O doveva limitarsi ad alzarsi dal letto?Stava per lasciare il letto quando le parole di Ginevra lo freddarono, facendogli incrinare il cuore.«Ale...fai l'amore...l'amore con me»


Doveva essersi addormentata poco dopo Alessandro perché non ricordava né la fine del film, né di aver spento la Tv. Si rigirò nel letto e lo trovò vuoto, Alessandro doveva sentirsi già meglio se aveva avuto la forza di uscire da sotto le coperte. Si passò una mano tra i capelli e una sul viso. Quanto aveva dormito?
Si alzò dal letto ed uscì dalla camera con gli occhi ancora chiusi dal sonno. Arrivò in salone e trovò Alessandro a guardare una partita di calcio. Era concentrato sullo schermo perché non sembrò accorgersi di lei, Ginevra gli sedette accanto e gli passò una mano sulla fronte. Era molto più fresca, anche se qualche linea di febbre c'era ancora.
«Ehi...» cercò di richiamare la sua attenzione.
Alessandro si voltò e le sorrise, ma non era il solito sorriso.
«Come ti senti?»
«Bene»
Già, di molte parole. Aveva dormito male, tanto da stranirsi?
«Meglio» disse Ginevra, iniziando a guardare anche lei la partita, anche se doveva essere onesta: di calcio non capiva proprio nulla. Alessandro molte volte le aveva spiegato il Fuori gioco, ma lei non lo aveva mai capito. In realtà non le era mai interessato davvero.
Fissò di nuovo il suo amico e capì che qualcosa non andava, quel mutismo da catacombe durante una partita non era normale. Cosa poteva essere successo per renderlo così riflessivo?
«A cosa stai pensando?» gli chiese.
«A niente, guardo la partita» le rispose, giocando con il telecomando che aveva tra le mani.
«Quindi i sopraccigli aggrottati e il tuo continuo lisciarti la barba non stanno a significare che stai rimuginando su qualche cosa?»
Alessandro la guardò e aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse. Preferì il silenzio o preferì non parlare con lei. Ginevra si abbracciò le ginocchia e continuò a guardarlo. I capelli erano tutti in disordine e gli davano quell'aria trasognata che la faceva impazzire. Si morse un labbro per non pensare a lui in quel determinato modo.
Finì la partita e Alessandro non aveva ancora spicciato parola, forse era arrivato il momento di andare e di lasciarlo solo. Era evidente che non voleva stare in compagnia, anche se Ginevra non ne comprendeva il motivo.
Alessandro spense la Tv e si alzò per andare in cucina e Ginevra lo seguì con lo sguardo.
«Ti fermi a pranzo?» le chiese Alessandro dalla cucina.
Ginevra lo raggiunse e lo fissò mentre lui cercava qualcosa di commestibile nella dispensa.
Cosa avrebbe dovuto fare? Fermarsi, oppure andare via?
Il suo istinto le diceva di scappare.
«No, fra poco vado via»
Come se ad Alessandro la cosa non importasse Ginevra lo vide semplicemente annuire e quel gesto le procurò una fitta al centro esatto del petto. Aveva capito che qualcosa non andava e non sopportava essere tagliata fuori, ma sicuramente aveva i suoi buoni motivi per stare così.
Lei annuì di rimando e amareggiata da quel comportamento andò verso il bagno. Forse i suoi vestiti erano pronti, così avrebbe potuto andarsene e chiudersi nella camera a piangere, come faceva ormai da anni.

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