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“Ripetimi tutto da capo, deve essermi sfuggito qualcosa”

“Eve santo cielo è la terza volta che te lo ripeto: ci siamo baciati. Tecnicamente lui ha baciato me!”

Eveline annuì con il mento, ma i suoi occhi indagatori erano puntati sull'amica.

“Tutto qua?”

Ginevra si portò le mani sui fianchi, mentre batteva un piede a terra. Fece per aprire bocca e parlare, ma ci ripensò. Attese che la sua amica sputasse l'ennesima sentenza.

“Avanti, dì quello che devi dire”

Eveline si guardò le unghie e fece una piccola smorfia.

“Ginevra ti voglio bene, ma alle volte penso che tu sia... cretina? Fammi capire bene, gli dici che sei innamorata, lui ti bacia e alla mia domanda “state insieme?” tu mi rispondi: Bo?”

“Esattamente”

“Sempre detto che i coglioni vanno a coppia” disse Eveline alzando gli occhi al cielo.

Ginevra la guardò male e incrociò le braccia al petto. Non era così scema, ci aveva pensato anche lei ma non voleva dar troppo peso a quel pensiero. Moriva dalla voglia di sapere se Alessandro la ritenesse sua, se l'avrebbe presentata ai suoi amici come la sua ragazza, ma non poteva certo chiamarlo e chiedergli: “Ehi, ma io e te siamo insieme allora?”

No, certo che no. Avrebbe atteso e sperato che lui mettesse chiarezza nella situazione, lei era già stata fin troppo chiara.

“L'hai baciata. Quindi?”

“Quindi secondo te posso considerarla la mia donna?”

“Sandro ma ti senti quando parli? Ha ragione Ginevra a dire che sei un cavernicolo”

“Secco non rompere le palle! Ed Evita di nominare la mia donna”

Emiliano guardò Luca, che a sua volta guardava Emiliano con gli occhi sgranati.

“Luca te che ne pensi?”

Luca si accese una sigaretta, aspirò e diede una pacca sulla spalla di Alessandro.

“Io dico che prima di considerarla tua, forse dovresti chiederle cosa ne pensa”

“Ma ha detto che è innamorata di me, mi ha baciato!”

Alessandro era senza speranza. Poggiò i gomiti sulle ginocchia e si passò le mani fra i capelli. Che diavolo doveva fare? A lui veniva naturale considerarla sua, cosa c'era da chiarire? Lei lo amava e lui... be' lui stravedeva per lei.

“Credo che dovresti andare da lei e parlarle”disse Emiliano, mentre si aggiustava i lacci delle Vans.

Alessandro si coprì gli occhi ed annuì.

“Forse è il caso che vada da lei e poi si vedrà”

Il gracchiante suono del citofono la fece sobbalzare. Era riuscita appena a prendere sonno, maledizione. Controvoglia si alzò dal divano e camminò verso la porta, acciuffò il citofono e rispose.

“Chi è?”

Sono io, apri”

Il cuore di Ginevra andò in tilt. Le serviva un defibrillatore. Riagganciò il citofono e con le mani completamente sudate per l'ansia aprì la porta di casa. Come doveva farsi trovare? Stesa sul divano come se niente fosse? Accanto alla porta con gli occhi a cuore e le mani che tremavano?

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