10.

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La luna era salita alta in cielo e la giornata era trascorsa troppo velocemente. Sia Ginevra che Eve avevano timore che quel fine settimana volasse troppo in fretta e che non avrebbero avuto modo di goderselo fino in fondo. Ma era inutile pensare al tempo che passava, inutile pensare alle lancette dell'orologio che instancabilmente scandivano il passare del tempo, loro erano lì e questo bastava.
Erano in un piccolo pezzo di paradiso e dovevano impegnarsi a viverlo pienamente, senza pensieri. Forse era per questo che Eve cercava di stare il più vicina possibile a Luca. Stavano preparando la cena ed Eve aveva fatto modo e maniera di sedergli accanto con la scusa di aiutarlo a mantenere vivo il fuoco, mentre Alessandro e Ginevra si occupavano del cibo.
"Così hai avuto la sfortuna di conoscere Alessandro" disse Eve, scherzando e scaldandosi le mani sul fuoco.
Luca, con la solita sigaretta sulla labbra, sorrise a mezza bocca, socchiudendo l'occhio sinistro. Annuì e si voltò a guardarla, buttando via il fumo.
"E tu la sfortuna di conoscere Ginevra"
Eve rise, abbassando lo sguardo. Aveva timore che i suoi sentimenti potessero rivelarsi.
"Be' non è male, dai"
"Mai detto il contrario. In realtà, tutti noi facevamo il tifo per lei sin dall'inizio. Era evidente che si piacevano, come era evidente che erano e sono due cretini"
Eve si morse un labbro e guardò la sua amica.
Anche lei aveva sempre pensato che quei due erano fatti per stare insieme, fortuna che lo avevano capito da soli!
"E tu, Eve, tu hai qualcuno che si prende cura di te?"
Il respiro di Eve venne meno, si paralizzò e perse l'uso della parole. La gola si era seccata ed il cervello aveva inviato una richiesta di S.O.S.
"Be'... ecco... io... No, non ho... nessuno"
Luca aspirò per un'ultima volta dalla sigaretta, per poi gettarla nel fuoco.
"E lo vorresti?"
Questa volta Eve si voltò verso di Luca e per un istante, un misero istante, i loro occhi si incontrarono, si legarono.
"Non è quello che vogliono tutti?"
"Touché, ma c'è chi si accontenta"
"Non voglio accontentarmi. E tu? tu... hai qualcuna?"
"No"
"E... la vorresti?"
Gli occhi di Luca era fissi su di lei, ma lei faceva di tutto per non incrociarli.
"Sì. Desidero una ragazza, una in particolare"
Lo sguardo di Eve parve rabbuiarsi e Luca se ne rese conto. Quell'unica mossa gli diede la risposta a quello che stava cercando da tempo. Non sapeva cos'era che l'aveva reso più disinibito, forse era il posto, o forse era semplicemente che non poteva più aspettare perché lei era là ed una situazione del genere non si sarebbe mai più ricreata.
Prese una mano di Eve tra le sue e la trascinò verso di sé, sotto lo sguardo sorpreso di lei.
"Co..."
"Lasciati abbracciare Eve, lascia che un mio desiderio si avveri"



"Ale?"
"Dimmi gnappetta"
"Forse è il caso che entriamo in tenda"
Ginevra aveva parlato così a bassa voce che Alessandro non l'aveva udita. Si avvicinò a lei e le chiese di ripetere.
"Filiamo in tenda"
"Perché? Hai un improvviso attacco di libidine?" e le fece l'occhiolino.
Ginevra gli diede un pizzicotto e gli indicò Luca ed Eve.
"Oh cazzo, andiamo in tenda"
"Bravo, vedo che capisci"
Lasciarono le cose come stavano e si infilarono dentro la loro tenda. Una volta dentro Ginevra vide Alessandro spogliarsi.
"Che diamine stai facendo?"
"Impegno il tempo"
Ginevra andò a sedersi vicino a lui e gli porse la maglietta.
"Rivestiti"
"Direi di no" e lui la sdraiò sul sacco a pelo, baciandole tutto il collo.
"Non faremo l'amore, non ora"
"Gin..."
"Ale per favore"
Alessandro sbuffò e si sdraiò accanto a lei, rinunciando a tutto. Era così spazientito, diamine lui la voleva! Certo, i loro amici erano a due metri di distanza, avrebbe dovuto aspettare la notte, ma Ginevra era così bella, così succulenta che per lui era impossibile resistergli.
"Gin io non so resisterti. Sei una tentazione continua"
Quelle parole spiazzarono Gin, che era del tutto impreparata ad incassare un colpo del genere. Voltò il viso verso di lui e si girò su un fianco.
"Ale... tu pensi mai che... magari la tua sia... s-s-solo att-tt-ttrazione f-fisica?"
Ecco di nuovo le balbuzie. Alessandro si irrigidì, primo perché Ginevra aveva balbettato, quindi era insicura e nervosa, secondo perché la sua bellissima Ginevra pensava quello di lui. Possibile che era questa l'idea che lei aveva di lui? O era lui che sembrava volere solo quello? La cosa era più complicata di così, lui rideva e scherzava cercando di deviare i discorsi portandoli sul sesso, ma quello che provava realmente non lo diceva. Forse per timore, forse per orgoglio. Rimaneva il fatto che Ginevra era titubante e pensierosa. Era normale pensare quelle cose, Alessandro non gliene faceva una colpa, ma non riusciva ad aprirsi, ad esporsi. Sapeva che se non avesse risposto le cose sarebbero peggiorate, ma che risposta avrebbe dato? In ogni caso l'avrebbe ferita. Di questo ne era certo. Lui aveva sperato che i gesti bastassero a lei per farle capire quello che lui provava veramente.
Scosse la testa in risposta a Ginevra e la fissò, dritta negli occhi.
"Gin, perché pensi questo?"
Ginevra si coprì il viso per un momento e cercò di avvicinarsi di più a lui.
"Gin dimmi quello che provi"
Non gliel'aveva forse già detto quella sera fuori dal pub? C'era bisogno che glielo ripetesse?
Con la voce ovattata dalle mani sul viso, si lasciò sfuggire un lamento. Alessandro le tolse le mani dal viso e cercò gli occhi di lei.
"Ale... sai già t-t-tutto quello che p-p-rovo. Io non so quello che p-p-provi tu"
Alessandro prese un bel respiro e chiuse gli occhi, il momento della resa era arrivato. Ce l'avrebbe fatta ad essere sincero, soprattutto con se stesso?
"Gin è... complicato"
A Ginevra mancò il fiato, avvertiva una strana sensazione. Percepiva che qualcosa non andava, c'era qualcosa di illogico che non le tornava. Non vi era niente di complicato per lei. Lei era innamorata e lo voleva, stavano insieme quindi anche per lui quello che c'era tra loro significava qualcosa, lei voleva solo sapere quanto significasse, perché le era venuto il dubbio che tutto si riconduceva al sesso.
Aspettò che fosse lui a parlare, lei era troppo stordita e incredula per aprire bocca.
"Ci tengo a te, sono affezionato. Non è solo sesso"
La mente di Ginevra registrò quelle parole, cercò di collocarle nella sua mente, ma non sembrava una risposta adatta. Certo, lei le aveva chiesto se fosse solo sesso per lui, ma avvertiva che c'era dell'altro. Doveva prendere una decisione: chiedergli altro o farsi bastare quello che lui le aveva detto, sperando in cuor suo che ci fosse del sentimento e non del semplice affetto.
Era difficile, perché non sapeva come le cose si sarebbero evolute.
"Non solo ses-s-s-so" ripeté lei, distogliendo lo sguardo da lui.
Alessandro intuì che le cose stavano andando proprio come aveva pensato: Ginevra ci era rimasta male. Ma cosa cacchio doveva fare?
Stava bene con lei, non bastava?
"Gin, ascoltami..."
Ginevra alzò una mano per farlo tacere e lui tacque. Si sedette, lasciando Alessandro sdraiato e lo guardò un'ultima volta. Lo sguardo di lui era supplichevole, quegli occhi la guardavano come se fosse un cucciolo e lei dovesse correre a salvarlo. Ma chi salvava Ginevra? Lei doveva sempre salvare tutti, ma a lei chi ci pensava?
Gli sorrise e si apprestò a lasciare la tenda.





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