3 parte

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"Non preoccuparti a queste ci penso io" dice con voce calda e gentile.
"Oh... Grazie mille ma mi piacerebbe per lo meno aiutare"
Lo guardo per un momento e noto i suoi occhi tra il verde e l'azzurro tanto simili al mare cristallino da farmici perdere dentro, mi sento come travolta e per un minuto almeno vorrei non seguire nessun senso della ragione e baciare quelle labbra, stringere quella mano forte e vivere come non ho mai potuto fare... Ora basta svegliati Rose torna in te, hai tutto il tempo per fantasticare.
Mi riprendo da quei pensieri e sento le mie guance avvampare.
"Sorprendente" ridacchia ed io mi sento la più stupida del pianeta.
"Comunque io mi chiamo Ryan" scosta la mano che si trovava ancora ferma a dissuadere la mia dal prendere la valigia e me la porge come saluto.
"Rose" rispondo cercando di camuffare l'imbarazzo.
"Non sei una di molte parole, vero?"
"Forse..." Ritorno ad arrossire e lui ride, inizio ad innervosirmi ma non dico nulla e tiro su, finalmente, la valigia.
"Per di qua" dice con in mano degli scatoloni quasi certamente molto più pesanti di me, io lo seguo ed entriamo nella porta principale per poi salire le larghe scale ricoperte di velluto rosso e con le ringhiere in legno scuro e intarsi d'oro.
Resto stupita quando vedo le porte delle camere, su ognuna c'è una targhetta sempre in oro e su tutte è inciso il nome ed il cognome di chi vive all'interno della stanza.
Si ferma davanti alla quarta porta sulla destra ed entra, prima di seguirlo controllo la targhetta e con una buona dose d'orgoglio leggo "Rose Waddington".
La mia nuovissima "casa" è incredibile, tutti i muri sono bianchi ed il pavimento è di un bellissimo parquet in legno, è una stanza spaziosa e ben illuminata dalle finestre che danno sul campo prova aperto.
"Che ne dici?" Mi interroga.
"È bellissima dico davvero" sorrido eccitatissima per l'inizio della mia nuova vita, mai avrei immaginato tanto e vorrei aprire quelle finestre ed urlare al mondo quanto sia felice di tutto questo, sento di essere nata per questa vita.
"Sono felice che ti piaccia, ora devo andare, sono certo che i cavalli non abbiano voglia di aspettare oltre per la loro cena" con una risata conclude e mi fa un cenno con la testa per salutare.
Mi guardo intorno per un po prima di aprire uno degli scatoloni.
***
"Tadaaaan, Ecco fatto!" Esclamo ammirando orgogliosa la mia opera: sulla scrivania ho messo il portatile, un porta matite azzurro con dipinto sopra il muso di un bel cavallo baio ed il mio blocco da disegno.
Sui muri ho appeso i primi quattro ferri di Destiny, alcune foto scattate insieme e tutte le coccarde vinte alle gare.
Ho sistemato il puff blu elettrico ed affianco quello bianco ed infine sulle colonne del letto a baldacchino ho appeso un velo di tulle bianco con intrecciate alcune luci... Questa si che è casa, finalmente ora ho l'occasione di mettere le mie tende azzurre tanto odiate dalla mamma.
Guardo fuori e noto che il cielo è buio ed io non ho né mangiato né dato la buonanotte al mio piccolino, gli avevo promesso che sarei tornata ed è quello che devo fare.
Esco correndo e scendo le scale a due a due, tutte le stanze sono serrate ed è incredibile come fin ora io non abbia ancora incontrato nessuno all'infuori di quel Ryan ed il preside.
"Signorina!" Un grido mi gela il sangue d'improvviso.
"Si..?" Mi giro e vedo una donna sulla cinquantina che mi fissa, ha gli occhi color nocciola ed i capelli cenerini raccolti in una crocchia ordinata.
"Non è stata informata che è severamente vietato uscire dalle stanze oltre le undici senza consenso?"
"Veramente sono arrivata oggi, mi scusi" dico mortificata e imbarazzata dalla pessima figura fatta, proprio il primo giorno e proprio con un'estranea.
"Non si preoccupi ma che ci faceva in giro a quest'ora?"
"Vede, sono arrivata oggi e ho cominciato ad arredare la stanza... Ho perso la cognizione del tempo ma avevo fatto una promessa al mio cavallo Destiny, così stavo andando a mantenerla" spiego come se fosse la cosa più normale del mondo, lei ride e si addolcisce di colpo.
"Questo cambia tutto e per questa volta faremo uno strappo alla regola, che non diventi un'abitudine però, intesi?"
Il mio sguardo si illumina di colpo e ringrazio di cuore la donna.
"Ti accompagno io però, non voglio rischiare che ti perda o chissà che altro" aggiunge.
Andiamo verso la porta d'ingresso e lei tira fuori un mazzetto di chiavi tintinnanti da una grande tasca.

Destiny: due vite un solo cuore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora